- I conti correnti delle associazioni nate per sostenere la candidatura e il mandato di Luigi Brugnaro sindaco di Venezia rivelano prima di tutto un dato: i finanziamenti ricevuti da aziende lo collocano ai vertici della classifica dei politici più finanziati da privati.
- Chi ha fatto meglio di lui è il suo collega di partito, con cui ha fondato Coraggio Italia, ossia Giovanni Toti. Sul tesoretto del sindaco però i sospetti dell’antiriciclaggio indicano come anomali alcuni movimenti. E pongono una questione già emersa, come raccontato da Domani nell’inchiesta a puntata su Brugnaro, dalla lettura dei verbali delle assemblee della società riconducibili al primo cittadino.
- I detective finanziari che seguono i flussi di denaro sospettano che il blind trust che custodisce le aziende del sindaco, creato per mettere al riparo i cittadini lagunari dai conflitti di interesse del primo cittadino, sia una montatura. Ipotesi, naturalmente respinta sempre con forza da Brugnaro, questa volta a dirlo però sono gli esperti dell’antiriciclaggio, che alla fine del 2020 hanno ricostruito una serie di movimentazioni bancarie che lo riguardano. Ecco tutti i finanziamenti incassati
I conti correnti delle associazioni nate per sostenere la candidatura e il mandato di Luigi Brugnaro sindaco di Venezia rivelano prima di tutto un dato: i finanziamenti ricevuti da aziende lo collocano ai vertici della classifica dei politici più finanziati da privati. Chi ha fatto meglio di lui è il suo collega di partito, con cui ha fondato Coraggio Italia, ossia Giovanni Toti. Sul tesoretto del sindaco però i sospetti dell’antiriciclaggio indicano come anomali alcuni movimenti. E pongono una questione già emersa, come raccontato da Domani nell’inchiesta a puntata su Brugnaro, dalla lettura dei verbali delle assemblee della società riconducibili al primo cittadino. I detective finanziari che seguono i flussi di denaro sospettano che il blind trust che custodisce le aziende del sindaco, creato per mettere al riparo i cittadini lagunari dai conflitti di interesse del primo cittadino, sia una montatura. Ipotesi, naturalmente respinta sempre con forza da Brugnaro, questa volta a dirlo però sono gli esperti dell’antiriciclaggio, che alla fine del 2020 hanno ricostruito una serie di movimentazioni bancarie che lo riguardano.
«Brugnaro dà soldi a Brugnaro»
Quasi 1 milione di euro è finito sotto osservazione, per la precisione 768 mila euro di finanziamenti da parte di due società incluse nel trust su cui ha accesso un faro l’ufficio di Banca d’Italia. Tra i motivi che hanno indotto a scrivere un report anche il fatto che alcuni di questi versamenti non sono stati pubblicizzati con la trasparenza richiesta dalla legge sul finanziamento ai movimenti politici.
La segnalazione delle operazioni bancarie è partita da un istituto di credito che le ha considerate transazioni «sospette»: i fondi infatti sono stati erogati da due società riconducibili a Brugnaro, Umana Spa e Consorzio di sviluppo Nord Est verso due associazioni riconducibili all’attività politica di Brugnaro, cioè Associazione Venezia 20 – 25 e Un’impresa in comune.
Gli analisti antiriciclaggio non escludono che Umana Spa e il consorzio abbiano finanziato indirettamente la campagna elettorale e osservano che questa circostanza «non risulterebbe del tutto coerente con la finalità di rendere autonoma la gestione delle citate aziende rispetto agli interessi del medesimo Brugnaro, apparentemente perseguita mediante il trasferimento della proprietà delle stesse a un blind trust».
La legge del 2019 sui finanziamenti alla politica prevede obblighi di trasparenza sia da parte dei beneficiari, cioè comitati, associazioni e i politici a cui fanno riferimento, sia da parte dei donatori. Le associazioni hanno l’obbligo di pubblicare tutti i contributi superiori ai 500 euro mentre le aziende sono obbligate a iscrivere a bilancio tutte le elargizioni. Nel caso dei bonifici segnalati dalla banca come sospetti tra il 2019 e il 2020 la trasparenza è carente.
Le due associazioni Un’impresa in comune e Venezia 20 – 25 hanno entrambe sede in via Lazzari 8 . La prima ha come rappresentante legale Morris Ceron, attuale dirigente del comune di Venezia e ex capo magazziniere della squadra di basket del sindaco, nella seconda c’è Stefano Schiavon, consigliere della vetreria di Murano Salviati, un’altra delle imprese del trust di Brugnaro.
Nessuna delle due ha un sito web dedicato, in compenso sul sito www.brugnarosindaco.it alla sezione trasparenza ci sono quattro bonifici destinati a un’Impresa in comune e datati 2020, il responsabile del trattamento dei dati dello stesso sito è l’associazione Venezia 20-25.
I detective dell’antiriciclaggio sospettano che quelle erogazioni fossero state fatte nell’interesse di Brugnaro, ma i rappresentanti legali delle associazioni ( uno un dirigente pubblico dell’amministrazione di Venezia e l’altro un consigliere in una delle società del trust) «si sono rifiutati di identificare come titolare effettivo anche Brugnaro». Inoltre le cifre dei bilanci elencati sul sito “Brugnaro sindaco” non corrispondono a quelle transitate sui conti correnti di Impresa comune, ma piuttosto a quelle dell’associazione Venezia 20-25, mentre almeno altri 638 mila euro transitati tra 2019 e 2020 dalle aziende di Brugnaro ai comitati politici di Brugnaro non sono stati segnalati dalle associazioni.
La campagna elettorale per il secondo mandato si era aperta ufficialmente nel dicembre 2019. In questo periodo gli estratti conto dell’associazione politica di Brugnaro, Un’impresa in comune, registrano due bonifici generosissimi entrambi con la causale «versamento contributo»: il 10 dicembre il Consorzio di Produzione e Sviluppo Nord Est ha disposto un bonifico di 94mila euro e il 18 dicembre Umana Spa uno da ben 400mila euro. Giusto per dare una idea del groviglio, parte di questi soldi, 63 mila euro circa, verranno poi girati alla società Attiva Spa, partecipata dal trust di Brugnaro e da Paolo Bettio, che ne è anche presidente e che è stato anche appena riconfermato a capo di una partecipata del comune di Venezia. Il Consorzio poi a fine 2020 dispone altri due diversi bonifici per un totale di 144mila euro. Fondi non segnalati nella sezione trasparenza sul sito dell’associazione e nemmeno nei bilanci delle società, in quello del 2019 di Umana si legge solo di generiche donazioni per un totale di 1 milione 150.800 euro.
Anche il bilancio 2019 del Consorzio riporta solo generiche «liberalità» per 94mila euro e quello del 2020 che doveva registrare 144 mila euro di elargizioni è ancora meno trasparente: presentato il 7 giugno 2021 nel verbale dell’assemblea dei soci si legge che «il presidente informa l’assemblea in merito alle erogazioni liberali di recente», il resto è coperto da omissis.
Il presidente è in questo caso Walter Bianchi, amministratore unico del consorzio e consigliere di altre tre diverse società del gruppo Umana, tra le quali anche la vetreria, dove siede nel consiglio di amministrazione a fianco del rappresentante legale di Venezia 20-25. Una cosa è certa, Brugnaro o chi per lui a capo delle aziende cosi munifiche nei confronti delle associazioni politiche del sindaco hanno diritto, secondo la legge sui finanziamenti ai partiti, a una detrazione fiscale fino al 26 per cento. Un doppio vantaggio: sostenere il Brugnaro politico e allo stesso tempo pagare meno tasse seguendo le regole.Contattato da Domani tramite il suo staff il sindaco non ha risposto alle domande.
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