Manca poco alla chiusura delle liste per il voto di giugno ma i partiti di centrodestra hanno individuato la loro strategia. Forza Italia sceglie l’effetto nostalgia di tenere il nome di Berlusconi nel simbolo, la Lega invece critica l’Ue. Meloni è l’unico volto del suo partito
Manca pochissimo alla chiusura delle liste per le elezioni europee: i nomi andranno depositati entro il 1 maggio, ma il centrodestra ha già fissato alcune date. Il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, dovrebbe rompere le riserve domani e annunciare la sua candidatura, lo stesso dovrebbe fare anche la premier Giorgia Meloni il 28 aprile. L’unico a rimanere fuori dalla corsa sarà il segretario della Lega, Matteo Salvini, che comunque non ha rinunciato a mettere la sua faccia nella cartellonistica.
Proprio gli slogan, infatti, sono già stati individuati dai tre partiti di governo e ogn’uno si è mosso con una strategia precisa.
Con Giorgia
Fratelli d’Italia ha scelto di puntare tutto sulla presidente del consiglio: lo slogan è semplicemente “con Giorgia”, con il sottotitolo: “l’Italia cambia l’Europa”. Il messaggio è lo stesso che Meloni ha lanciato dal Vinitaly durante la settimana, rivendicando il ruolo dell’Italia da lei guidata come capofila su una serie di dossier, su cui l’Ue si sarebbe accodata. Uno su tutti, quello sulle migrazioni. In cinque anni dalle scorse europee, tuttavia, FdI ha scelto di moderare il suo approccio rispetto allo slogan del 2019, simile ma decisamente più polemico: “In Europa per cambiare tutto”.
La scelta era attesa e in linea con tutte le ultime campagne elettorali, anche regionali, dove il volto di Meloni è sempre stato accostato a quello di tutti i candidati. Del resto, la premier in questo momento vanta una fiducia personale del 41 per cento, secondo le ultime rilevazioni dell’istituto Piepoli. Di qui la scelta scontata di incentrare su di lei tutta la campagna elettorale.
Più Italia
Anche la Lega ha presentato il suo slogan ed è un ritorno a toni passati. Pur utilizzando il volto di Salvini con un generico “vota Lega”, il messaggio ha toni sovranisti, che si pensavano ormai superati: “Più Italia, meno Europa". Il concetto è poco in linea con lo standing istituzionale di un partito di governo, ma punta a catturare il voto estremo degli euroscettici, sottraendo i voti della destra nazionalista che sarebbe bacino di Fratelli d’Italia. La strategia, dunque, sembra quella di proporsi come partito di rottura, il più a destra nella compagine dell’attuale maggioranza.
Paradossalmente, lo slogan del 2019 – quando Salvini arrivò allo storico 35 per cento - era più moderato: “Prima l’Italia! Il buonsenso in Europa”. Anche questo mostra come il segretario leghista, sempre più assediato dalle critiche interne, punti a fare una campagna dai toni alti e polemici contro le istituzioni europee.
Nonostante questo, il consiglio federale ha approvato che il simbolo da utilizzare sarà quello delle ultime politiche, «con il nome di Salvini sotto lo storico Alberto da Giussano», ha specificato il partito in una nota. Il segretario, infatti, non intende cedere a nessuno il suo primato d’immagine e – pur non candidandosi – passerà i prossimi mesi in tour elettorale, con la scusa di presentare il suo libro Controvento. Prima tappa a Milano, il 25 aprile: data e luogo non scelti a caso, vista la rilevanza delle celebrazioni per la festa della Liberazione nel capoluogo lombardo, dunque con sicuro effetto polemico.
Le liste saranno depositate il 30 aprile e con la collaborazione dell’Udc in tutti i collegi e ancora non è tramontata l’ipotesi di candidare il generale Roberto Vannacci, pur dopo le molte critiche arrivate dalla base. «Il segretario gli ha ribadito stima e vicinanza» è la linea ufficiale, segno che Salvini sarebbe più che contento di includere il suo nome, passando sopra le perplessità dei dirigenti leghisti e le ambizioni di altri candidati più ortodossi di partito.
Forza Italia L’obiettivo di Tajani è il 10% alle europee Al meeting del “buongoverno” di Forza Itali...Berlusconi presidente
Anche Forza Italia ha scelto il suo simbolo e la decisione è stata quella di puntare sul sicuro effetto nostalgia, lasciando “Berlusconi presidente” nel logo. Il voto alle europee dell’8 e 9 giugno cadrà quasi a un anno esatto dalla morte del leader e fondatore del partito. La famiglia Berlusconi ha dato il suo indispensabile placet a Tajani: il brand del Cavaliere sarà quindi ancora il traino della sua creatura politica, che punta a crescere rispetto al voto politico e a diventare il secondo partito della maggioranza.
Ancora non è stato svelato lo slogan vero e proprio ma, considerando la collocazione nel Ppe e l’obiettivo di catalizzare il voto moderato, certamente i toni saranno quelli rassicuranti ed europeisti che sempre hanno contraddistinto FI. Nel 2019, infatti, il volto accanto al simbolo era già quello di Tajani, con il messaggio “Per contare in Euorpa”. Una scelta opposta, quindi, rispetto al diretto competitor: se la Lega punta agli estremi, FI guarda al centro e il partito che otterrà il miglior risultato sposterà anche il baricentro del governo.
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