Gemmato, è un farmacista, ma soprattutto è il responsabile sanità del partito di Giorgia Meloni. A chi obietta che senza vaccini sarebbe stato peggio risponde: «Questo lo dice lei, non abbiamo l'onere della prova inversa. Ma io non cado nella trappola di schierarmi a favore o contro i vaccini». In passato voleva quello russo Sputnik
Il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, uomo di Fratelli d’Italia, non è convinto dei vaccini: «Per larga parte della pandemia l’Italia è stata prima per mortalità e terza per letalità, quindi questi grandi risultati non li vedo raggiunti», ha detto durante la trasmissione di Rai 2 Restart-L’Italia ricomincia da te. All'osservazione da parte del vicedirettore del Corriere della Sera Aldo Cazzullo, che «senza vaccini sarebbe stato magari peggio», Gemmato ha replicato: «Questo lo dice lei, non abbiamo l'onere della prova inversa. Ma io non cado nella trappola di schierarmi a favore o contro i vaccini».
L’obbligo vaccinale
Gemmato, è un farmacista, ma soprattutto è il responsabile sanità del partito di Giorgia Meloni. Il politico è alla sua seconda legislatura e in passato ha lavorato in commissione Affari sociali alla Camera. Mentre adesso esita, nella scorsa legislatura ha fatto campagna perché i vaccini venissero distribuiti in farmacia e soprattutto ha sostenuto con Meloni la necessità di prendere il vaccino russo Sputnik, mai autorizzato in Unione europea: «La Russia dice che ha 50 milioni di dosi per l'Ue: se ci sbrighiamo possiamo acquistare tutte le dosi che ci servono», diceva a marzo dell’anno scorso, durante una conferenza stampa in cui Meloni ha lanciato un “appello” al governo.
Adesso è cauto sull’esito delle vaccinazioni. Il primo decreto legge emanato dal nuovo esecutivo è stato il reintegro dei medici no vax e l’anticipazione dello stop dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario.
Nello stesso consiglio dei ministri, Gemmato è stato nominato sottosegretario. Io adesso «da sottosegretario di Stato, insieme a un ministro» della Salute come Orazio Schillaci, «che finalmente è uno scienziato, analizzando il contesto nel quale oggi viviamo - ricordo che le terapie intensive sono occupate al 2 per cento - abbiamo ritenuto di anticipare di 6 settimane» la scadenza dell'obbligo di vaccinazione anti-Covid per i sanitari e quindi il reintegro degli operatori non vaccinati.
Il dibattito in merito «mi sembra surreale, dovremmo parlare di altro», ha aggiunto Gemmato. «Probabilmente - ha anche sottolineato il sottosegretario - c'è stato fino ad oggi un approccio ideologico alla gestione della pandemia da coronavirus». Ora «la politica ritorna centrale» e «la politica fa questo: analizza i fenomeni scientifici, analizza i dati e prende le decisioni».
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