Draghi ha confermato l’esponente di Articolo 1 alla Salute, ma il gruppo di cui fa parte in parlamento è composto da forze di sinistra variegate che la pensano diversamente, persino quelle parte di uno stesso partito: Si si è spaccato tra il no di Fratoianni e i sì di Palazzotto e De Petris
- Draghi ha confermato l’esponente di Articolo 1 alla Salute, ma il gruppo di cui fa parte in parlamento è composto da forze di sinistra variegate che la pensano diversamente, persino quelle parte di uno stesso partito.
- Snistra italiana si è spaccato tra il no di Fratoianni e i sì di Palazzotto e De Petris, nonostante l’assemblea del partito abbia deciso per il no a Draghi.
- Tutti gli altri partiti del gruppo decideranno autonomamente. Fassina (Patria e Costituzione) voterà sì (ha provato a redimere Di Battista); Nugnes e Fattori, ex M5s, voteranno no; Fornaro, Bersani ed Epifani (Art.1) sì.
Alla fine LeU, il collettore delle forze di sinistra in Parlamento continua a perdere pezzi nonostante il ministro Roberto Speranza, di Articolo 1 - partito che rientra nel gruppo -, sia stato incluso nel governo. Persino Sinistra Italiana, che è solo un pezzo del gruppo, si è spaccato al suo interno: Loredana De Petris ed Erasmo Palazzotto voteranno sì alla fiducia. Nicola Fratoianni, come aveva anticipato a Domani, visto che il governo include la Lega di Matteo Salvini, voterà no.
Scontro interno
La Assemblea Nazionale di Sinistra Italiana domenica pomeriggio ha proposto ai parlamentari di votare contro la fiducia al governo Draghi: 122 Favorevoli, 16 contrari, 4 astenuti. Praticamente tutti d’accordo. Il portavoce e deputato Nicola Fratoianni ha chiosato: «Ci aspettavamo di meglio di un “governo dei migliori” con così tanta destra, con la sinistra stretta ai margini seppur rappresentata da persone che stimiamo», ha tenuto a precisare nella sua relazione.
Per questo ha proposto a Sinistra Italiana di non accordare la fiducia a questo governo: «Una scelta nel merito, non pregiudiziale, che guarda al dopo Draghi». La colpa è di Matteo Renzi. Il governo, ha detto, «non è quello giusto per il futuro del Paese. La genesi di questo governo, con la manovra di Renzi per fermare le politiche redistributive, purtroppo pesa anche sulla sua composizione». Fratoianni così ha confermato quello che aveva detto con fermezza a Domani: mai un governo con Matteo Salvini. Ma non tutti i parlamentari di Sinistra italiana ci sono stati, anzi. La capogruppo del gruppo Misto al Senato, Loredana De Petris, e il deputato Erasmo Palazzotto, compagni di partito di Fratoianni, non sono d’accordo: «Non condividiamo questa posizione – dice De Petris a Domani – quindi voteremo la fiducia».
Gli altri
Il pallottoliere di LeU è impazzito. Federico Fornaro, capogruppo alla Camera e membro di Art.1, così gli altri esponenti, da Guglielmo Epifani a Pier Luigi Bersani, è pronto a dare la fiducia. Ma nella sigla “Liberi e uguali”, che conta 14 elementi alla Camera, e 6 al Senato all’interno del gruppo Misto, ognuno farà un po’ come gli pare. Stefano Fassina, deputato che fa parte del movimento “Patria e costituzione”, aveva detto di essere poco propenso a un governo di larga maggioranza senza scadenza, ma nei giorni scorsi ha deciso invece che è meglio «combattere dall’interno» al punto che ha teso la mano su twitter al pentastellato Alessandro Di Battista sperando di fargli cambiare idea.
A quanto risulta a Domani, tutti gli altri deputati di LeU avrebbero già deciso per il sì. Non è così al Senato dove le ex pentastellate Elena Fattori e Paola Nugnes hanno già detto invece che voteranno no alla fiducia.
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