Per ogni elettore le procedure si dilungano di circa un minuto, in casi di lunghe code i tempi di attesa si dilatano
Sui social network si diffondono testimonianze che raccontano di lunghe file ai seggi, soprattutto nelle grandi città come Roma e Milano. Nella capitale c’è chi afferma anche di aver aspettato più di venti minuti prima di entrare nella cabina. Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi ha detto: «È la prima volta che vedo la fila per andare a votare. Non ho mai visto file negli altri anni».
Ma è così vero? Gli ultimi dati sull’affluenza pubblicati alle 12 dal ministero dell’Interno evidenziano che questa si attesta oltre il 19 per cento, un dato che comunque è in linea con quello delle ultime elezioni politiche del 2018. Non ci sono grosse differenze, e quindi a cosa sono dovute le file? Quest’anno la procedura di voto prevede l’utilizzo di un tagliando antifrode che dilunga i tempi.
Cosa è il tagliando antifrode
Ogni scheda elettorale è dotata di un’appendice cartacea munita di un tagliando perforato con un codice alfanumerico. Dopo il voto l’elettore deve restituire la scheda al presidente del seggio e non può inserirla nell’urna, deve aspettare che il tagliando venga staccato dalla scheda e conservata dai componenti dei seggi, che controllano se il numero del tagliando sia lo stesso di quello annotato prima della consegna. Solo dopo questo controllo il presidente del seggio o lo scrutatore inseriscono la scheda nell’urna.
Per completare questa procedura ci vuole circa un minuto per ogni elettore, un fatto che aumenta i tempi di attesa nei casi in cui ci sono degli ingorghi ai seggi o quando molta gente si reca a votare in massa negli orari più affluenti.
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