Un chiaro no alla rielezione. Il presidente presso la palazzina del Fuga parla agli italiani in piedi e senza scrivania per un quarto d’ora. Fa un rapido excursus dei 7 anni passati, ringrazia tutti e chiede unità. Cita il professor Pietro Carmina, morto nell'esplosione di Ravanusa, ed esorta i giovani a essere ambiziosi
Il presidente della Repubblica dice ancora una volta no alla rielezione nel discorso di fine anno. Per prima cosa infatti ricorda che è terminato il mandato: «Lo dispone la Costituzione».
Al palazzo del Quirinale era già tutto pronto nei dettagli per il discorso di Sergio Mattarella, quello che nelle intenzioni del presidente dovrebbe essere l’ultimo. Ha parlato presso la palazzina del Fuga: sfondo sobrio, con le bandiere italiana e europea.
Come l’anno scorso, anche quest’anno parla agli italiani in piedi, questa volta non solo senza scrivania ma anche senza leggio. Il discorso di Mattarella d’altronde è durato solo 15 minuti. Nessuno spazio per dubbi e speculazioni.
Il no alla rielezione
Il presidente della repubblica ha dimostrato «emozione» perché, ha spiegato «tra pochi giorni come dispone la Costituzione si concluderà il mio mandato di presidente», un no deciso a chiunque voglia che prosegua con una rielezione.
Il presidente è poi passato a fare un excursus degli anni passati, partendo dal Covid e invitando a non sprecare gli sforzi contro la pandemia. Nei sette anni «ho percepito accanto a me l’aspirazione diffusa degli italiani a essere una vera comunità, con un senso di solidarietà che precede, e affianca, le molteplici differenze di idee e di interessi». Oggi ha ribadito l’importanza dei vaccini.
Il compito del presidente
Il presidente, ha detto, persegue l’interesse generale. Chiunque ha «pro tempore un incarico pubblico, non potrebbe resistere senza il sostegno dei cittadini», le e fratture «esistono e non vanno nascoste» ma va «preservata la coesione». Ha aggiuto che «unità istituzionale e unità morale sono le due espressioni di quel che ci tiene insieme. Di ciò su cui si fonda la Repubblica». Insieme alla Costituzione: «È la Costituzione il fondamento, saldo e vigoroso, della unità nazionale. Lo sono i suoi principi e i suoi valori che vanno vissuti dagli attori politici e sociali e da tutti i cittadini».
Mattarella ha espresso riconoscenza al parlamento e «un pensiero riconoscente ai presidenti del consiglio e ai governi che si sono succeduti». Nei suoi sette anni si sono succeduti Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Giuseppe Conte e, infine, Mario Draghi. Un saluto anche per papa Francesco, da cui si è congedato lo scorso 16 dicembre.
Il presidente ha citato i problemi sociali dell’anno trascorso. Ha parlato di morti sul lavoro, di disuguaglianze e di precarietà: «La diminuzione delle nascite è uno degli aspetti più preoccupanti della nostra società».
Il ricordo
Mattarella, siciliano, ha tenuto a ricordare le parole del professor Pietro Carmina, che ha perso la vita nell’esplosione del palazzo Ravanusa, in provincia di Agrigento per colpa di una fuga di metano: «Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi. Infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non adattatevi, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa. Voi non siete il futuro, siete il presente. Vi prego: non siate mai indifferenti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare».
E l’augurio finale: «L’Italia crescerà. E lo farà quanto più avrà coscienza del comune destino del nostro popolo, e dei popoli europei». 15 minuti e 41, intro con l’inno di Mameli inclusa.
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