- Il commissario straordinario Domenico Arcuri, in una lettera al Corriere della Sera, risponde ai dubbi sui tempi e l’efficienza del sistema delle vaccinazioni: «A noi spetta il 13,46 per cento dei vaccini Pfizer; Saremmo i primi a volerne molte di più. Perciò aspettiamo Moderna».
- «L'Italia ha conferito all'Ue la responsabilità di negoziare con le aziende produttrici, di acquistare il massimo numero possibile di dosi e di ripartirle fra i paesi membri in percentuale alla popolazione».
- «Il primo stock è arrivato cinque giorni fa», precisa Arcuri, «Contiamo di somministrare entrambe le dosi entro il prossimo mese a un milione e 800mila persone».
«Pfizer è la sola azienda autorizzata a immettere in commercio il proprio vaccino, lo distribuisce ai paesi in percentuale alla loro popolazione A noi spetta il 13,46 per cento; riceviamo quindi 470mila dosi alla settimana. Saremmo i primi a volerne molte di più. Perciò aspettiamo Moderna: sarebbero altre venti milioni di dosi». Così il commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri, in una lettera al Corriere della Sera.
«Per vaccinare il numero massimo di cittadini italiani nel tempo più breve possibile servono un numero adeguato di vaccini, un piano logistico e organizzativo efficiente e strutture capaci di somministrare le due dosi rapidamente e nel corretto intervallo. Partiamo dai vaccini. L'Italia», aggiunge, «ha promosso un sistema centralizzato, conferendo all'Ue la responsabilità di negoziare con le aziende produttrici, di acquistare il massimo numero possibile di dosi e di ripartirle fra i paesi membri in percentuale alla popolazione».
«Non solo: tutti i paesi si sono impegnati a non procedere ad acquisti diretti. È stata ed è una bella pagina dell'Europa. Sono stati opzionati i vaccini di sei aziende che porterebbero in Italia 178 milioni di dosi quest'anno e 48 nel 2022. Poi serve che l'autorità di certificazione europea, l'Ema, e quella italiana, l'Aifa, ne autorizzino l'immissione in commercio. Sino a oggi l'Ema ha autorizzato soltanto il vaccino prodotto da Pfizer-BioNTech. Nei prossimi giorni tutti facciamo il tifo perché venga autorizzato quello di Moderna».
«Dopo il simbolico vaccine-day del 27 dicembre, il primo stock è arrivato cinque giorni fa. È stato attivato l'articolato piano logistico e organizzativo che abbiamo predisposto. In poche ore i vaccini, insieme a siringhe, aghi e diluenti, sono stati consegnati ai 293 punti di somministrazione preposti alla vaccinazione. Che spetta alle regioni», scrive ancora.
«Contiamo di somministrare entrambe le dosi entro il prossimo mese a un milione e 800mila persone. A febbraio», prosegue Arcuri, «partiremo con le persone che hanno più di 80 anni, oltre quattro milioni. Poi saranno vaccinati gli anziani dai 60 agli 80 anni, le forze dell'ordine, gli insegnanti e il personale scolastico, i fornitori di servizi pubblici essenziali, gli operatori del trasporto pubblico locale, il personale carcerario e i detenuti. E, infine, il resto della popolazione. Serviranno milioni di dosi (fino a 120 per tutti gli italiani) e, quando ci saranno, sarà avviata la campagna di vaccinazione di massa, che speriamo di concludere in autunno. I punti di somministrazione diventeranno 1.500, uno ogni 40mila abitanti. Il sistema informativo entrerà a pieno regime e servirà a prenotarsi, governare la somministrazione, la sua accountability e la farmaco-vigilanza.
Ma allora perché i comportamenti delle regioni nella tempistica della somministrazione sono al momento asimmetrici? In qualche caso sono stati utilizzate il 50 per cento delle dosi ricevute, in qualche altro il 3 per cento? Sono passati solo quattro giorni dall'inizio della campagna, è davvero presto e sarebbe strumentale fare già consuntivi. Sono certo che lo spirito di collaborazione che abbiamo messo in campo porterà rapidamente ad azzerare queste asimmetrie. E se così non sarà di certo non mi esimerò dal denunciarlo», conclude Arcuri.
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