Complimenti a Luciano Tancredi direttore del Tirreno. Sabato qui a Monte Cavallo avevamo elogiato la testata di Livorno per un titolo felicemente ambiguo su Silvio Berlusconi candidato del centro destra ma non troppo: Quirinale, parte il piano B. Ma ieri tutti i media hanno portato al successo il Tirreno, rilanciando una loro esclusiva: una lettera di Denis Verdini scritta a Marcello Dell’Utri e Fedele Confalonieri dagli arresti domiciliari.

Tema: l’elezione di Silvio Berlusconi al Quirinale. Testo e circostanza sembrano una parodia, inventata per screditare tutti i protagonisti, talmente risultano grotteschi. Considerata anche la sensibile vicinanza di Verdini a Matteo Salvini, diventato fidanzato della giovane figlia proprio dai tempi del Papeete Beach. Volendo sintetizzare (la lettura del decalogo finale della lettera non può sfuggire agli intenditori e comunque qui trovate l’ottima cronaca del Domani), dopo essersi rallegrato della candidatura avanzata dal centro destra, Verdini spiega che Matteo Renzi però non potrà appoggiare Berlusconi e che quindi difficilmente potrà avere successo alla quarta votazione.

A quel punto la preoccupazione di Verdini è che sia lasciata a Salvini la guida della coalizione nei passaggi successivi. Insomma anche per il Quirinale il messaggio è: date i pieni poteri a Salvini! Verdini non rinuncia alla sua opera di consulente strategico, per i suoi nemici di burattinaio massonico: è stato stimato consigliere di Berlusconi in Forza Italia. Poi collaboratore di Matteo Renzi ed oggi, quantomeno per vicinanza parentale, è molto ascoltato dal capo della Lega. Anche al “guru del Pd” Goffredo Bettini piace moltissimo essere influente consigliere strategico. Lo confessa oggi a Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera: «È vero che io provi una certa soddisfazione ad indirizzare gli eventi».

ROBERTO FICO E LE SCHEDE SEGNATE

Fra i consigli verdiniani ce n’è uno che rischia di non andare a buon fine. Il presidente della Camera Roberto Fico non pare infatti disposto a sorvolare sul sotterfugio di far “segnare” le schede ai grandi elettori perché diventi riconoscibile il loro voto. Lo scrive nel retroscena per Repubblica Tommaso Ciriaco. Fico avrebbe chiesto agli uffici di Montecitorio i precedenti e avrebbe scoperto che sia Violante che Giachetti fecero in modo di garantire la segretezza del voto. Non è una cosa da poco per una platea di grandi elettori su cui già pende il sospetto di essersi messi in vendita al miglior offerente.

LE TRAME DEI DUE MATTEO

Emiliano Fittipaldi su queste colonne ha già scritto efficacemente sui due Matteo, Salvini e Renzi. Oggi il leader di Italia Viva parla al Corriere in un’intervista di Maria Teresa Meli e incalza il leader della Lega, dopo aver approvato l’idea del governo dei leader: «Ho l'impressione che Salvini debba decidersi. Talvolta sembra voler uscire di maggioranza, lasciando spazio al cosiddetto governo Ursula. Talvolta sembra volersi immolare su Berlusconi, facendosi del male e facendolo anche al Cavaliere e al centrodestra. (…) Su questa partita il mio omonimo si gioca molto ma credo lo sappia». Il mio omonimo, ha detto così.

CECILIA D’ELIA, PD, È IL GRANDE ELETTORE N. 1009

Hanno votato in pochi ma è una donna il grande elettore n. 1009. Cecilia D'Elia del Pd ha infatti vinto le elezioni suppletive di Roma centro, per cui si è votato ieri, con il 59,43 per cento dei consensi, conquistando il seggio alla Camera dei deputati lasciato libero da Roberto Gualtieri, diventato sindaco. Simonetta Matone, la capogruppo della Lega in Campidoglio che ha corso per il centrodestra, ha avuto il 22,42 per cento dei voti; Valerio Casini, di Italia Viva e sostenuto anche da Carlo Calenda, il 12,93 per cento.

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