I parlamentari della Svp hanno apprezzato l’apertura di Giorgia Meloni sull’autonomia della provincia di Bolzano, per cui ha permesso di trattare «il ripristino degli standard di autonomia che nel ‘92 hanno portato al rilascio della quietanza liberatoria Onu»: dopo un’iniziale inclinazione a negare la fiducia, ora si asterranno
«Per la provincia di Bolzano tratteremo del ripristino degli standard di autonomia che nel ‘92 hanno portato al rilascio della quietanza liberatoria Onu». Le parole di Giorgia Meloni pronunciate nel discorso di insediamento e indirizzate agli altoatesini hanno colto nel segno. La neopremier ha fatto un gesto che rassicura la minoranza tedescofona sulla tutela dell’autonomia, aspetto che ha preoccupato alcune organizzazioni nazionaliste della provincia autonoma.
Le parole della neopremier fanno riferimento al rilascio della quietanza liberatoria da parte dell’Austria, cioè la chiusura della vertenza internazionale dell’Alto Adige davanti all’Onu da parte di Austria e Italia. Un punto alla vicenda dell’indipendentismo altoatesino che aveva permeato tutta la prima fase repubblicana italiana.
Il passaggio del discorso ha provocato un cambio di linea per i parlamentari della Südtiroler Volkspartei. Dopo che durante le consultazioni avevano anticipato di voler negare la fiducia al governo Meloni, oggi Philipp Achammer, segretario della Svp, ha parlato dell’aertura come un «passo importante».
La decisione dell’Svp
«In conformità con la decisione di ieri dell'esecutivo del partito e dopo aver consultato i parlamentari della Svp e il presidente della Provincia di Bolzano - ha aggiunto l'obmann - ci asterremo nel voto di fiducia».
La notizia non è marginale, perché segna l’apertura di un canale con le minoranze linguistiche, che detengono sì pochi voti, ma considerata la maggioranza precaria che il governo ha al Senato dopo la formazione del governo, anche una manciata di voti favorevoli in più possono fare la differenza.
In passato i rapporti di Meloni con gli altoatesini erano stati poco cordiali. «Credo che bisogna dire a questa gente che se si sente austriaca vada a vivere in Austria. E se non va bene il tricolore, non vanno bene neanche i miliardi di euro che lo stato italiano trasferisce ogni anno per l'autonomia dell'Alto Adige» diceva nel 2015.
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