La lettera inviata da 16 senatori e 42 deputati pentastellati al ministro degli Esteri, al capo politico reggente e la capo delegazione Alfonso Bonafede. Il 9 dicembre in Parlamento si discuterà proprio la riforma del fondo Salva-Stati. Maggioranza spaccata, tra i firmatari anche il sottosegretario Alessio Villarosa e il presidente della commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra
Un’ala dei parlamentari del M5S si lancia per ribadire il «no» alla riforma del Mes: in una lettera inviata a Luigi Di Maio, al sottosegretario Riccardo Fraccaro, al reggente Vito Crimi e al capo delegazione e ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, 16 senatori e 42 deputati pentastellati ribadiscono la loro contrarietà al fondo Salva-Stati. Tra i firmatari della lettera, pubblicata da Il Foglio, anche il sottosegretario all’economia Alessio Villarosa e il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra.
La missiva arriva a una settimana esatta dal 9 dicembre, giorno in cui in Parlamento si discuterà della riforma del Meccanismo europeo di stabilità in vista del Consiglio europeo.
La maggioranza giallo-rossa appare più spaccata che mai. «Bisogna riaffermare con maggiore forza e maggiori argomenti – si legge nella lettera – quanto già ottenuto negli ultimi mesi: no alla riforma del Mes». Per questo motivo, i 58 esponenti del Movimento Cinque Stelle si sono detti pronti a bloccare la riforma alla Camera.
«Consci delle diverse posizioni nella maggioranza - prosegue il documento - che non vogliamo in nessun modo mettere a rischio, chiediamo che nella prossima risoluzione parlamentare venga richiesto che la riforma sia subordinata alla chiusura di tutti gli altri elementi (Eids e Ngeu) delle riforme economico-finanziarie europee o a rinviare quantomeno gli aspetti più critici della riforma del Mes sopra menzionati». Altrimenti l’estremo: «L’unico ulteriore passaggio che i parlamentari del Movimento avrebbero sarebbe durante il voto di ratifica nelle due Camere».
Per venerdì 4 dicembre è stata convocata un’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari di Camera e Senato del Movimento. Lo stesso Di Maio, ieri, ha ribadito che «la riforma del Mes è tutt'altro che entusiasmante» e che «in Parlamento non ci sono i numeri per sbloccarlo». Contro il fondo Salva-Stati si è schierato apertamente anche tutto il centrodestra. «Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia – ha spiegato il leader azzurro Silvio Berlusconi – il 9 dicembre non sosterrà in Parlamento la riforma del Mes perché non riteniamo che la modifica del Meccanismo di Stabilità approvata dall'Eurogruppo sia soddisfacente per l'Italia e non va neppure nella direzione proposta dal Parlamento europeo».
Favorevole invece il Pd, che oggi ha bacchettato gli alleati di governo tramite le parole del capogruppo al Senato, Andrea Marcucci: «I Cinque Stelle – ha dichiarato l’esponente dem – dovrebbero come prima cosa leggere i testi dell'accordo e poi giudicare. L'accordo sottoscritto anche dall'Italia è oggettivamente migliorativo. Il dissenso che rischia di aprirsi nella maggioranza è comunque un problema che riguarda principalmente i capigruppo 5 Stelle».
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