In alcuni casi sono noti, in altri meno, i programmi di addestramento dei soldati ucraini nei diversi stati europei sono vari, con alcuni paesi che stanno impiegando uno sforzo maggiore rispetto ad altri, come il Regno Unito e la Polonia. Più “defilati” stati come Francia e Italia. Ma chi sta addestrando i soldati ucraini per contrastare l’offensiva russa? Dove avvengono le operazioni e cosa gli viene insegnato?

Il caso italiano

Rispetto ad altri stati europei che – attraverso comunicati ufficiali e dichiarazioni degli esponenti delle Forze armate – riportano ai propri cittadini le informazioni sui programmi di addestramento per i militari ucraini, senza ovviamente rivelare informazioni sensibili, il ministero della Difesa italiano tiene riserbo sulla questione. Si tratta di una scelta di policy per questioni di sicurezza, riferiscono fonti interne al ministero.

Al momento, le poche notizie a disposizione sono quelle pubblicate dalla stampa. Lo scorso 19 marzo, un’articolo del Fatto quotidiano riportava la notizia della presenza di 20 soldati ucraini a Sabaudia per partecipare, tramite il programma finanziato dall’Unione europea Eumam, all’addestramento sull’utilizzo dei sistemi di difesa antiaerea Samp-T di fabbricazione congiunta italo-francese. Sistemi che il ministro Crosetto ha acconsentito a inviare verso Kiev per permettere all’esercito ucraino di difendersi dai bombardamenti e dagli attacchi compiuti medianti droni da Mosca.

Nell’ambito di Eumam, la Germania addestrerà circa 5mila soldati, mentre la Francia duemila. Per l’Italia il numero ufficiale non è noto, ma fonti riferiscono che sia inferiore a quello francese. Sulla tipologia degli addestramenti e sul numero di soldati ucraini coinvolti influisce soprattutto il tipo di armi che ciascun stato invia all’Ucraina.

In questo momento, ad esempio, c’è una maggiore esigenza di addestramento per i carri armati Leopard e Amx-56 Leclerc, le cui consegne sono previste nel mese di aprile. Per ogni carro vengono addestrate cinque persone, un numero che se moltiplicato per le unità spedite riesce a dare la misura della portata dell’addestramento. L’Italia, non avendo disponibilità di Leopard, non effettuerà addestramenti di questo tipo. Diverso il discorso, invece, per i sistema di difesa Samp-t che stanno coinvolgendo una decina di soldati.

L’operazione Interflex

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Tra i paesi che hanno impiegato più risorse economiche e militari per addestrare i soldati ucraini c’è il Regno Unito. Fin dall’inizio dello scoppio della guerra in Ucraina, l’allora primo ministro britannico Boris Johnson ha sostenuto l’esercito di Kiev con l’invio di armi e forniture più di altri stati europei, con una spesa di oltre 2.5 miliardi di euro. Una linea politica netta, quella di Johnson, che è stata seguita anche dai suoi successori Liz Truss e Rishi Sunak.

A pochi mesi dal 24 febbraio, il ministero della Difesa britannico ha dato vita al programma di addestramento Interflex, nato dalle ceneri dell’operazione Orbital che dal 2015 ha coinvolto più di 22.000 membri delle forze armate ucraine.

«L’addestramento è rivolto alle nuove reclute volontarie che si sono arruolate nelle Forze armate ucraine con poca o nessuna esperienza militare precedente, per insegnare loro le abilità necessarie per sopravvivere ed essere efficaci nel combattimento in prima linea», scrive il ministero della Difesa britannico spiegando l’obiettivo di Interflex.

Da giugno 2022 il programma – a guida britannica – ha fornito competenze militari a oltre 10mila reclute, con l’obiettivo di arrivare a 20mila entro la fine dell’anno corrente. La missione procede con tanto di video pubblicati sui social e foto che ritraggono re Carlo III salutare gli addestratori britannici durante la visita in uno dei centri.

Tra gli altri stati che hanno inviato personale per i corsi ci sono: Canada, Nuova Zelanda, Norvegia, Danimarca, Finlandia, Svezia, Lituania, Paesi Bassi e Australia.

Il corso di addestramento ha una durata minima di cinque settimane e comprende il maneggio delle armi, l’apprendimento di tecniche di primo soccorso, la conoscenza del diritto sui conflitti armati e delle tattiche di pattugliamento. 

Non sono ancora note le cifre di spesa di Interflex, ma non è l’unico programma di addestramento avviato dai britannici. A febbraio, durante l’incontro tra il premier Sunak e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il capo di Downing Street ha proposto di estendere i programmi ai piloti di aerei di combattimento e ai marines ucraini. «L’addestramento garantirà che i piloti siano in grado di pilotare in futuro sofisticati jet da combattimento standard della Nato», si legge nel comunicato del governo britannico.

Attualmente soltanto Polonia e Slovacchia hanno accettato di inviare i loro caccia da guerra Mig in Ucraina, si tratta di un arsenale già in dotazione all’esercito di Kiev. Diverso, invece, il discorso per gli F-16 per i quali è necessario un addestramento specifico, ma alcuni stati come Germania e Stati Uniti hanno assunto una posizione più cauta e stanno discutendo sul loro invio per evitare un’ulteriore escalation nel conflitto.

Il programma Eumam

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Lo scorso 15 novembre l’Unione europea ha iniziato il proprio programma Eumam. È nato con l’obiettivo di addestrare 15mila soldati ucraini, ma lo scorso febbraio l’Alto rappresentante della politica estera europea Josep Borrell ha annunciato la volontà di voler raddoppiare il numero.

Il programma è finanziato dai fondi dello strumento europeo per la pace (Epf), che al momento ha fornito aiuti militari all’Ucraina per un valore complessivo di 3.1 miliardi di euro.

I costi di Eumam si aggirano intorno agli oltre 100 milioni di euro ai quali si sommano altri 16 milioni per i costi di munizioni e altre strumentazioni. Al progetto partecipano circa venti stati membri – Ungheria ha votato contro e l’Austria ha rivendicato la sua neutralità – e nel dicembre del 2022 da Bruxelles hanno fatto sapere che già 1.100 soldati ucraini si stavano addestrando nei diversi centri. Dei 15 mila soldati addestrati, cinquemila andranno in Germania (soprattutto per ricevere addestramento per l’utilizzo dei carri armati Leopard 2) mentre duemila in Francia, paese che al momento ha preferito aspettare cautamente le decisioni di Bruxelles.

Il piano, al momento, ha una durata di 24 mesi, con relazioni semestrali sull’andamento della missione. Tra gli stati che hanno reso pubblico il loro operato c’è la Spagna. Secondo quanto riporta il ministero della Difesa spagnolo il 16 febbraio 2023 è arrivato un nuovo contingente di 125 soldati ucraini, che si somma ai 225 arrivati a inizio anno e ai 110 che hanno ricevuto addestramento nel 2022.

Una volta atterrati alla base militare di Torrejòn, vicino Madrid, gli ucraini sono stati distribuiti in due diversi centri di addestramento. A Toledo gli vengono insegnate competenze anti dinamitarde – come lo sminamento, il contrasto agli Ied (Improvised explosive device) – e riceveranno istruzioni anche sull’equipaggiamento di carri armati. A Saragozza, invece, l’esercito spagnolo – già impegnato in addestramenti in Mali, Somalia e Iraq – insegna agli ucraini come utilizzare al meglio e manutenere i carri armati Leopard 2 (stesse esercitazioni sono in corso in Polonia). L’obiettivo è portare nel centro di coordinamento di Toledo 400 soldati ucraini ogni due mesi.

In oltre un anno di conflitto l’Unione europea e i suoi stati membri stanno addestrando nuove reclute e militari già esperti per contrastare l’avanzata russa sul terreno. L’obiettivo è quello di consegnare a Kiev personale in grado di maneggiare l’arsenale militare inviato, per evitare di sprecare risorse e, soprattutto, massimizzare il loro utilizzo in battaglia.

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