Dopo una breve pausa, i voli con a bordo i funzionari statunitensi sono ripartiti. Il capo del comando di stato americano ha incontrato i leader dei talebani per chiedere di non interferire e lasciare che i voli proseguino. Il numero dei morti è salito a sette
La conquista di Kabul da parte dei talebani è conclusa: la bandiera bianca con una scritta nera sventola sul palazzo presidenziale della capitale afghana. Sono le 21 e 29 del 15 agosto quando l'immagine viene pubblicata sui social.
La bandiera, con una scritta nera che indica la testimonianza di fede dei musulmani, era stata utilizzata dai talebani quando presero il potere negli anni Novanta, proclamando per la prima volta la nascita dell’Emirato islamico dell’Afghanistan. Il paese fa un salto di trent’anni nel passato.
È la sconfitta dell’occidente: molti paesi, fra cui l’Italia, hanno trasferito quel che resta delle ambasciate in aeroporto per il rimpatrio. Nel frattempo, Mohammad Naeem, portavoce dell’ufficio politico dei talebani, ha dichiarato in un’intervista ad Al Jazeera che il gruppo non vuole vivere in isolamento e che il tipo e la forma del nuovo governo ad interim, in Afghanistan, saranno presto chiariti. Naeem avrebbe chiesto, inoltre, relazioni internazionali pacifiche.
L’incontro con i talebani
Dopo una breve pausa, i voli di evacuazione dei funzionari statunitensi e dei collaboratori afghani sono ripartiti. Il capo del comando centrale degli Stati Uniti, il generale Frank McKenzie, ha incontrato faccia a faccia gli alti leader talebani per chiedere ai fondamentalisti di non interferire con le evacuazioni statunitensi dall’aeroporto di Kabul. L’incontro, secondo quanto confermato anche dal funzionario della difesa Usa, sarebbe avvenuto ieri sera a Doha, in Qatar, quando il generale ha raggiunto un accordo con i talebani per stabilire un «meccanismo di deconflitto».
Le forze statunitensi stanno attualmente lavorando per mettere in sicurezza l’aeroporto di Kabul, mentre il bilancio delle vittime è salito a sette.
Biden romperà il silenzio
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che ha finora taciuto sulla situazione in Afghanistan, ha annunciato un discorso alla nazione dalla Casa Bianca alle 21 e 45 (ora italiana).
Biden era in ritiro a Camp David, nel Maryland, dove avrebbe dovuto rimanere fino a mercoledì.
Casa per casa
I talebani hanno iniziato la ricerca porta a porta alla ricerca di funzionari governativi, ex membri della polizia e delle forze di sicurezza e coloro che lavoravano per organizzazioni non governative o infrastrutture di paesi stranieri in Afghanistan.
Nell’ultima ora sono state perquisite almeno 3 case di giornalisti, stando a quanto riporta su Twitter un giornalista locale. I talebani sono ovunque: ai posti di blocco che fino a due giorni fa erano le barricate ufficiali della polizia o dell’esercito, controllano il traffico, perquisiscono, oltre alle case, le auto, con particolare attenzione verso quelle appartenenti alla polizia e all’esercito.
Tuttavia, secondo quanto riporta la Cnn, Zabihullah Mujahid, il portavoce dei talebani, ha affermato che i fondamentalisti questi stanno mantenendo la promessa di non andare alla ricerca di ex funzionari governativi. «A nessuno è permesso andare nelle case degli ex funzionari, chiedere i loro veicoli o minacciarli», avrebbe scritto in un post su Twitter.
Atterrati a Fiumicino
L’aeroplano KC 767 dell’aeronautica militare è atterrato da poco presso l’aeroporto di Fiumicino, a Roma con a bordo 70 persone tra personale diplomatico ed ex collaboratori afghani. Lo riferiscono in una nota congiunta il ministero degli Esteri e quello della Difesa.
Il volo, partito nella giornata di ieri, 15 agosto, rientra nel piano per riportare in patria il personale dell’ambasciata italiana a Kabul e nell’operazione Aquila Omnia per portare in Italia gli ex collaboratori afghani e le loro famiglie. Piano e operazione sono stati pianificati e diretti dal Comando operativo di vertice interforze (Covi), comandato dal generale di corpo d’armata Luciano Portolano, ed eseguito dal Joint force headquarter (Jfhq), elemento operativo del Covi con la collaborazione per la prima accoglienza e il supporto sanitario della Croce rossa italiana.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha affermato che l'Italia proteggerà tutti i cittadini afghani che hanno assistito la missione italiana nel paese. In una dichiarazione, Draghi ha aggiunto che Roma sta lavorando con i partner europei per trovare una soluzione alla crisi in Afghanistan che tuteli i diritti umani, in particolare quelli delle donne.
Il racconto di Emergency
Da quando i talebani hanno preso Kabul, i medici dell’ospedale di Emergency ha accolto centinaia di feriti. Dopo ore di blocco della capitale, in cui i cittadini si sono riversati in massa per le strade per raggiungere l’aeroporto internazionale Hamid Karzai, nella capitale afghana si respira l’aria di una «nuova normalità», racconta Alberto Zanin, coordinatore medico dell’ospedale Emergency.
«Per le strade della città c’è molto meno traffico, i negozi e i bazar sono chiusi, non c’è più caos», dice Zanin, precisando che solo a nord della capitale sono ancora in corso scontri a fuoco, mentre vicino all’ ospedale molte persone chiedono se i loro parenti sono stati ricoverati. I feriti arrivati da ieri sono in totale 115.
La Spagna invia soccorsi
In risposta all’acquisizione di Kabul da parte dei talebani, anche la Spagna sta accelerando l’evacuazione del personale dall’Afghanistan, inviando due aerei militari a Dubai.
La prima fase del piano prevede l'invio degli aerei A400 a Dubai, la fase due invece deve ancora essere rivelata dal governo spagnolo.
Il ministro dell’Interno spagnolo, Fernando Grande Marlaska, ha dichiarato che il personale dell’ambasciata e il personale di sicurezza spagnoli si trovano attualmente all’aeroporto internazionale di Kabul, unico «luogo sicuro per ora».
Ha detto che saranno portati in Spagna «il prima possibile», ma non ha fornito una tempistica precisa.
Tuttavia, a differenza del Canada che ha promesso di accogliere 20mila rifugiati afghani, la Spagna si è impegnata a rimpatriare soltanto il proprio personale: circa 50 interpreti afgani.
I talebani accerchiano l’aeroporto
Secondo quanto raccontato da diversi testimoni alla Cnn, un gruppo di talebani hanno lasciato il palazzo presidenziale di Kabul per dirigersi verso l’aeroporto internazionale Hamid Karzai, dove migliaia di afghani stanno disperatamente cercando di fuggire all’estero.
Un testimone avrebbe spiegato di essere riuscito a entrare nell’aeroporto con la speranza di riuscire a imbarcarsi su uno dei voli diretti fuori dal paese. Il timore di chi fugge è che quando gli americani avranno definitivamente lasciato il paese, i talebani inizieranno un’aspra persecuzione. la persecuzione per mano dei talebani quando gli americani se ne andranno. Tuttavia, stando a quanto riporta la Cnn, l’uomo sarebbe stato respinto proprio dai soldati americani, che continuavano a ripetere agli afghani di rimanere indietro.
Il testimone è tornato fuori dall’aeroporto per ricongiungersi con i familiari e cercare di farli portarli tutti all’interno dell’aeroporto, al sicuro, ma i talebani avrebbero impedito loro di entrare di nuovo.
Bruxelles convoca una riunione straordinaria
L'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli Affari esteri, Josep Borrell, ha annunciato su Twitter di aver convocato una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri degli stati membri alla luce di quanto sta accadendo a Kabul.
«A seguito degli ultimi sviluppi in Afghanistan, e dopo intensi contatti con i partner nei giorni e nelle ore scorsi, ho deciso di convocare domani pomeriggio una riunione straordinaria in video conferenza dei ministri degli Esteri dell'Ue per una prima valutazione», ha scritto Borrel.
La giravolta del Regno Unito
Dopo aver dichiarato di essere «fiducioso» rispetto alla possibilità di evacuare tutti i cittadini inglesi presenti sul territorio afghano, insieme ai locali che negli anni hanno collaborato con le forze britanniche a Kabul, nel corso dell’operazione Pitting, il segretario di stato alla Difesa britannico, Ben Wallace, fa una giravolta. «Alcune persone non torneranno indietro» dall'Afghanistan, avrebbe ammesso alla Bbc, spiegando inoltre di sentire la tragicità della situazione in modo molto personale, «poiché sono un soldato ed è triste che l’Occidente ha fatto quello che ha fatto, dobbiamo fare del nostro meglio per far uscire le persone e resistere dai nostri obblighi», ha concluso.
L’Europa è divisa
Dopo la presa dei talebani della capitale afghana Kabul, l’Europa si prepara all’arrivo di migliaia di profughi, che da ieri sera, si stanno riversando in aeroporto nel tentativo disperato di lasciare il paese.
Più di 60 paesi hanno rilasciato una dichiarazione congiunta chiedendo ai talebani di consentire alle persone di andarsene. Ma l’Europa è divisa sull’accogliere i profughi: l’Austria ha fatto sapere che rimpatrierà tutti i richiedenti asilo che arriveranno da Kabul, mentre l’Albania si è detta pronta ad accoglierli.
Il Regno Unito sta invece evacuando oltre quattromila afghani che hanno collaborato negli anni con le forze britanniche, come parte dell’operazione Pitting. Secondo quanto dichiarato dal segretario di stato per la Difesa britannico, Ben Wallace, il paese avrebbe ricevuto assicurazioni dalla leadership militare talebana, attraverso un paese del Medio Oriente, sul fatto che l’aeroporto sarebbe stato autorizzato a funzionare, consentendo ai funzionari e alle forze britanniche di aiutare le persone a partire.
La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha parlato di una possibile ondata di migranti a seguito di quanto sta succedendo in Afghanistan, aggiungendo che la possibilità per gli afghani di lasciare il paese dipenderà dai talebani e dalla situazione alle frontiere. Merkel ha riferito poi che la Germania ha interesse a che le persone siano aiutate «sul posto», sottolineando la necessità di lavorare a stretto contatto con la Turchia.
La Russia incontrerà i talebani
L’ambasciatore russo in Afghanistan, Dmitry Zhirnov, incontrerà domani il coordinatore dei talebani per discutere della sicurezza dell’ambasciata russa a Kabul. Lo ha annunciato questa mattina l’inviato speciale del presidente russo per l’Afghanistan, Zamir Kabulov, in un’intervista all’emittente radiofonica Echo of Moscow.
«Il nostro ambasciatore è in contatto con i rappresentanti della leadership talebana. Domani, come mi ha detto appena dieci minuti fa, incontrerà il coordinatore della leadership talebana per garantire la sicurezza, compresa la nostra ambasciata», ha affermato Kabulov.
L’ambasciata russa, insieme a quella cinese, hanno deciso di rimanere a Kabul, senza rimpatriare i rispettivi funzionari.
Il caos in aeroporto
Sarebbero cinque le persone uccise in aeroporto a Kabul, dove centinaia di persone si sono riversate nel tentativo di salire su un aereo per lasciare il paese dopo la presa della capitale da parte dei talebani. Un testimone oculare all’agenzia di stampa Reuters ha aggiunto di aver visto i cadaveri essere portati via a bordo di un veicolo. Un’altra persona ha precisato che non è ancora chiaro se le vittime siano state colpite da colpi di arma da fuoco o se siano rimaste intrappolate nella calca in fuga.
Nel frattempo, 324 persone sono riuscite a salire a bordo di un aereo diretto a Istanbul. Altri si sono aggrappati alle ali degli aerei americani in partenza, precipitando poi nel vuoto dopo che i mezzi hanno preso quota.
Sospesi i voli
Sono diverse le compagnie aeree che stanno deviando le loro rotte nel tentativo di evitare di far scalo a Kabul, dopo la presa della capitale afghana da parte dei talebani.
La prima a farlo è stata la United Airlines, compagnia americana, seguita da Emirates e FlyDubai, stando a quanto riportato dalla Cnn.
Anche Turkish Airlines ha annunciato la sospensione di tutti i suoi voli commerciali da e per l’aeroporto afghano, dove regna il caos da ieri sera. Tuttavia, la compagnia turca ha fatto sapere che coordinerà eventuali voli di rimpatrio.
Anche la compagnia tedesca Lufthansa sta dirottando i propri voli per evitare lo spazio aereo afghano «fino a nuovo avviso», fa sapere in una nota diffusa via email un portavoce del vettore tedesco. «Di conseguenza - aggiunge il portavoce -, il tempo di volo per l’India e altre destinazioni sarà esteso fino a un’ora». Nella nota si legge anche che la compagnia «sta esaminando come poter aiutare il governo tedesco a evacuare i cittadini e gli operatori locali dall’Afghanistan nell’immediato futuro».
Si spara in aria
I civili stanno cercando di fuggire da Kabul. Molte persone sono scappate a bordo delle proprie auto, paralizzando il traffico. Alcuni sono scesi dai veicoli per proseguire a piedi in direzione dell’aeroporto. I talebani hanno cercato di rassicurare la popolazione dicendo che «non ci sarà vendetta contro nessuno» e che verranno rispettati i diritti delle donne. Ma la paura tra i civili cresce.
Un ospedale di Kabul ha riferito che «più di 40 persone» sono rimaste ferite negli scontri esplosi in periferia e sono state ricoverate. Contemporaneamente, il caos è aumentato in aeroporto, dove i cittadini afghani hanno cercato in tutti i modi di salire sugli aerei militari – gli unici pronti a partire –per scappare dal paese. Le truppe statunitensi hanno sparato colpi in aria, per cercare di controllare il panico generale, secondo quanto riportato dall’Afp su Twitter.
«Ho molta paura qui. Stanno sparando molti colpi in aria», ha spiegato un testimone. Sempre su Twitter sono molti i video, tra cui uno pubblicato dall’agenzia Tolo news, che mostrano numerose persone che corrono sulle piste dell’aeroporto e cercano di salire a bordo dei voli.
Russia e Cina restano
Mentre gli Stati Uniti e l’Italia hanno smantellato le proprie ambasciate a Kabul, trasferendo i pochi rimasti in aeroporto per concludere i rimpatri, Russia e Cina annunciano che le loro sedi afghane resteranno aperte, come riporta la Bbc.
La Cina ha avvertito i suoi cittadini di «stare in casa» e di stare attenti alla situazione, ma ha detto di aver chiesto a «varie fazioni in Afghanistan» di garantire la sicurezza dei cittadini cinesi sul territorio.
L’inviato speciale per la presidenza russa in Afghanistan, Zamir Kabulov, ha invece dichiarato che la presa di Kabul da parte dei talebani è stata una sorpresa per la Russia. «Eravamo partiti dall’idea che l’esercito afghano avrebbe resistito ancora per qualche tempo. Ma a quanto pare siamo stati troppo ottimisti nel valutare la qualità delle forze armate addestrate dagli Stati Uniti e dalla Nato. Hanno lasciato tutto al primo sparo», ha detto Kabulov alla radio Ekho Moskvy. Poi ha aggiunto che «la Russia non avrà fretta nel riconoscere il nuovo governo dell’Afghanistan. Tutto dipenderà dalle azioni dei talebani» e che i «talebani sono definiti terroristi per il loro comportamento di vent’anni fa».
Nell’intervista, riportata sul sito della radio moscovita, Kabulov ha dichiaratp che saranno i talebani a proteggere l’ambasciata russa, precisando che parte del personale dell’ambasciata russa sarà comunque evacuato.
Tutte le ambasciate chiuse a Kabul
Con l’escalation della crisi in Afghanistan, molti paesi hanno iniziato a evacuare i propri cittadini e a chiudere le proprie ambasciate. Fra queste, oltre a quella americana e italiana, hanno deciso di chiudere le proprie sedi «fino a nuovo avviso» Finlandia, Regno Unito, Francia, Corea del Sud, Nuova Zelanda, Arabia Saudita e Svezia. Tutte stanno inoltre evacuando il personale diplomatico dal paese caduto nelle mani dei talebani.
L’Australia, invece, ha chiuso la sua ambasciata a Kabul a maggio. A luglio, ha affermato che tutte le truppe australiane avevano lasciato l’Afghanistan. Tuttavia, il Dipartimento della Difesa australiano ha fatto sapere che 250 militari saranno dispiegati in Afghanistan nel corso della settimana per evacuare 130 cittadini che lavorano nel paese, insieme alle loro famiglie.
La sconfitta
La bandiera degli Stati Uniti è stata ammainata e rimossa dall’ambasciata, un gesto simbolico che segna la fine della presenza ventennale di Washington sul territorio. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha difeso il ritiro affermando che l’obiettivo della missione statunitense è stato raggiunto e che l’esercito afghano non è stato in grado di difendere il paese. Il premier inglese Boris Johnson, invece, in un’intervista televisiva ha esortato i paesi della Nato e dell’Onu a rimanere uniti e ha chiesto di non riconoscere il governo dei talebani.
La conquista
Dopo la giornata di ieri caratterizzata dall’inarrestabile avanzata degli insorti, l’Afghanistan è ormai drammaticamente tornato nella loro morsa. Dopo l’entrata di una testa di ponte nella città, apparentemente per avviare una trattativa e arrivare a un governo transitorio, i fondamentalisti hanno sterzato verso la piena presa del potere.
Il presidente Ashraf Ghani è fuggito in Uzbekistan, per evitare «un bagno di sangue», ha dichiarato in un post su Facebook. «I talebani hanno vinto e ora sono responsabili dell’onore, della proprietà e della tutela dei loro connazionali», ha scritto Ghani, il quale ha aggiunto che se fosse rimasto nel paese, «innumerevoli patrioti sarebbero stati martirizzati e la città di Kabul distrutta».
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