La giudice ultra conservatrice Amy Coney Barrett è ormai a un passo dalla corte suprema. Oggi, giovedì 22 ottobre, la commissione giustizia in senato ha votato per far procedere la sua nomina. La conferma definitiva dovrebbe arrivare lunedì con un voto del senato al completo. Ma al completo non sarà. I senatori democratici stanno infatti disertando il voto in segno di protesta, ottenendo risultati più simbolici che decisivi.

Oggi nessuno dei dieci membri democratici della commissione giustizia si è presentato in aula. Il via libera per la nomina di Coney Barrett è quindi stato votato solo da repubblicani, dodici a zero. Secondo le regole della commissione sarebbero dovuti essere presenti almeno due esponenti della minoranza, ma il presidente del gruppo, il senatore repubblicano Lindsey Graham, ha chiarito che come i democratici avevano deciso di non partecipare alla riunione in blocco, lui decideva di procedere con il voto.

«Non lasceremo che prendano il controllo della commissione”, ha detto. Invece di presentarsi di persona, i democratici hanno posizionato in aula dei poster ritraenti persone che perderebbero la copertura sanitaria qualora Coney Barrett venisse confermata e la corte suprema – a quel punto decisamente sbilanciata a favore dei conservatori – abbattesse l’Affordable Care Act, anche noto come Obamacare. La più alta corte federale degli Stati Uniti sarà infatti chiamata presto ad esprimersi nuovamente sulla legge di riforma del sistema sanitario approvata nel 2010 e finalizzata ad abbassare e regolare i costi delle assicurazioni sanitarie per renderle accessibili anche a persone con reddito molto basso o con gravi malattie pregresse.

Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved

Il dibattito tra candidati

Intanto i candidati alla presidenza, Donald Trump e Joe Biden, si preparano per il secondo l’ultimo faccia a faccia prima del voto. L’incontro di 90 minuti si terrà questa sera a Nashville, in Tennessee, e sarà moderato da Kristen Welker, corrispondente dalla Casa Bianca per NBC News. Per Welker non sarà una sfida facile: il moderatore del primo dibattito, Chris Wallace di Fox News, non ha saputo gestire l’irruenza di Trump che ha continuamente interrotto l'avversario.

Tuttavia la tecnologia verrà in suo aiuto: la commissione preposta all’organizzazione dei dibattiti presidenziali ha fatto sapere che verrà attivato un sistema per silenziare il microfono di chi non è chiamato a rispondere. Come fa notare il New York Times, l’esito del dibattito di stasera sarà cruciale soprattutto per Trump, al momento sfavorito dai sondaggi.

Mentre per Biden si tratterà soprattutto di non fare errori, Trump dovrà impegnarsi per riconquistare l’elettorato più esitante messo a dura prova negli ultimi mesi, in particolare per il modo in cui ha gestito la pandemia e sminuito la sua stessa infezione per Covid19. Il presidente insiste per andare oltre, ma è scontato che almeno una delle domande riguarderà proprio questo tema.

Secondo le anticipazioni, tra gli altri temi trattati ci saranno la questione razziale, il cambiamento climatico e la sicurezza nazionale. Non è ancora noto invece se Welker chiederà a Biden di parlare delle accuse – mosse da Trump e diffuse dai media che lo sostengono – di aver favorito il figlio Hunter nei suoi affari con Ucraina e Cina quando era vicepresidente. 

Qualora la giornalista evitasse di parlarne – trattandosi per altro di accuse non provate – Trump non perderà certamente l’occasione. Lo ha chiarito molto bene il manager della sua campagna elettorale: se non lo faranno i media, lo farà Trump, e «per Biden non ci sarà scampo». Di fatto, se Trump dovesse insistere sul presunto conflitto di interessi, Biden potrebbe ribattere ricordando i ruoli di potere che i famigliari di Trump si sono trovati a coprire durante la sua presidenza. Probabilmente non lo farà, ma resta pur sempre un suo asso nella manica.

(AP)

Biden pensa di cambiare la Corte suprema

Biden potrebbe inoltre essere chiamato a chiarire una questione importante, ovvero la possibilità di espandere il numero dei giudici della corte suprema per bilanciarla in senso più progressista. Poche ore prima del dibattito è stato infatti diffuso l’estratto di un’intervista in cui Biden esprime l’intenzione di voler istituire una commissione bipartisan di esperti per valutare possibili cambiamenti alla corte. Alla commissione verrebbero poi dati 180 giorni per formulare delle raccomandazioni.

La dichiarazione di Biden, che verrà mandata in onda questa domenica nel corso dello storico programma “60 Minutes” di CBS, potrebbe rappresentare un modo ragionevole di prendere tempo. Durante la town hall del 15 ottobre, incalzato dal giornalista George Stephanopoulous sulla questione, Biden aveva infatti promesso di dare una risposta chiara agli elettori prima del 3 novembre.

© Riproduzione riservata