Thierry Baudet ha avuto conseguenze non gravi, giusto un “grosso bernoccolo”. Ma l’aggressione dà la misura della tensione nella politica dei Paesi Bassi, in vista delle elezioni di fine novembre. L’aggressore ha urlato slogan contro Putin
Thierry Baudet, leader olandese dell’estrema destra, è stato aggredito con un ombrello nella città belga di Gand. La scena è stata condivisa su X dal politico belga di destra Filip Dewinter. E proprio Dewinter ha puntato il dito contro i servizi di sicurezza belgi, che non hanno saputo prevenire l’attacco (che non ha avuto grosse conseguenze, solo un «grosso bernoccolo», come ha dichiarato lo stesso Baudet). Il tema della sicurezza è centrale nella propaganda di destra, ancora di più nel contesto di un aumento del rischio di attentati di matrice islamista.
Questo è un caso però completamente diverso. L’aggressore, che è poi stato arrestato, ha urlato in russo «no al fascismo, no al putinismo». Baudet in passato non ha mai negato le sue simpatie filo-russe e filo-putiniane. Si trovava a Grand per partecipare a una conferenza contro l’Europa, organizzata da un’associazione studentesca conservatrice. Nei Paesi Bassi si voterà il 22 novembre.
Le reazioni
I politici olandesi di ogni orientamento politico hanno condannato l'attacco. «Quello che è successo a Thierry Baudet è assolutamente inaccettabile», ha scritto su X Frans Timmermans, leader della coalizione socialista-verde per le elezioni di novembre.
Mark Rutte, primo ministro uscente, ha dichiarato: «Quello che è accaduto a Thierry Baudet stasera a Gand è del tutto inaccettabile. Combattete le idee dei politici con cui non siete d'accordo con le parole e mai e poi mai con la violenza».
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