Nella notte Israele ha bombardato a più riprese Gaza, mentre è crisi umanitaria nella Striscia, dove gli sfollati sono più di un milione, e gli ospedali sono vicini al collasso. Il portavoce militare ha detto che sono stati centrati dei quartieri generali di Hamas. A Khan Younis sarebbe stato ucciso anche il capo dell’intelligence, secondo l’esercito israeliano.

L’Organizzazione mondiale della sanità intanto chiede che si facciano arrivare gli aiuti essenziali a Gaza nelle prossime 24 ore, o potrebbe essere «una catastrofe». L’ufficio del premier Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che per il momento non c’è «un cessate il fuoco né il l’ingresso a Gaza di aiuti umanitari in cambio della fuoriuscita di cittadini stranieri»: in un primo momento si era parlato infatti di un cessate il fuoco di cinque ore concordato con Stati Uniti e Egitto.

Philippe Lazzarini, commissario generale dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e il lavoro per i rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente, ha sottolineato che Gaza sta rapidamente esaurendo l'acqua e l’elettricità e che la popolazione deve far fronte a gravi carenze di cibo e medicinali. «Gaza è strangolata e sembra che il mondo in questo momento abbia perso la sua umanità. Se guardiamo alla questione dell'acqua - sappiamo tutti che l'acqua è vita - Gaza sta finendo l'acqua e Gaza sta finendo la vita», ha detto Lazzarini. 

Le organizzazioni internazionali

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu si riunirà oggi (alla mezzanotte italiana) per votare una risoluzione. L’ha confermato alla stampa la portavoce del presidente dell’Assemblea generale, Monica Grayley.

La Commissione europea intanto ha annunciato un ponte aereo verso l’Egitto per portare gli aiuti alle organizzazioni che operano a Gaza. «Una volta che i rifornimenti arrivano a Gaza, è fondamentale che gli operatori siano in grado di fare il proprio lavoro, che è assistere le persone che hanno bisogno e salvare vita. La sicurezza dello staff umanitario nel portare questi rifornimenti alle persone bisognose deve essere assicurato senza impedimenti», ha scritto su X, vecchio Twitter, il commissario Janez Lenarčič.

Secondo il ministero degli Esteri iraniano, come scrive Times of Israel, Hamas potrebbe rilasciare gli ostaggi, quasi 200, se Israele cessasse i raid aerei su Gaza. Il portavoce del ministero Nasser Kanaani ha infatti detto che i funzionari di Hamas «sono pronti a prendere le misure necessarie per rilasciare i cittadini e i civili ostaggi dei gruppi di resistenza, ma queste misure richiedono delle preparazioni che sono impossibili sotto i bombardamenti quotidiani dei sionisti sulle diverse aree di Gaza». Da Hamas non è arrivata nessuna conferma in merito.

Gli Stati Uniti

Intanto il presidente Usa, Joe Biden, che secondo la stampa israeliana potrebbe arrivare mercoledì ma il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby ha rifiutato ogni commento a riguardo, ha affermato che Hamas deve essere «eliminato», ma allo stesso tempo ha avvertito che una occupazione di Gaza da parte di Israele sarebbe un «grave errore». Biden si è detto convinto che l'obiettivo principale debba essere «l'eliminazione di Hamas», ma allo stesso tempo ha spiegato che è «necessario avere una Autorità palestinese forte», requisito essenziale per un percorso che apra la «strada a uno Stato palestinese».

«Non ora, ma penso che Israele capisca che una parte significativa del popolo palestinese non si sente rappresentato» dal movimento islamista e dai suoi «elementi estremi» e «non condivide le opinioni di Hezbollah».

Biden ha esortato l’Iran a «evitare una escalation» del conflitto e ha poi affermato che «non ci sono prove chiare» che Teheran sia dietro l'attacco di Hamas a Israele.

Dopo aver visitato sei stati arabi nel fine settimana il Segretario di stato americano Antony Blinken è tornato in Israele per incontrare il premier Benjamin Netanyahu. Blinken cerca di mediare da giorni l’uscita dei cittadini americani dalla Striscia di Gaza, in totale sono circa 500, e l’ingresso degli aiuti umanitari dal valico di Rafah in Egitto.

L’Italia

Intanto, Il ministro degli Esteri e degli Espatriati dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Riad al Maliki, ha rivolto un appello all'Italia, affinché condanni «l’aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza», condannando, a sua volta, l'attacco del movimento Hamas contro Israele.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni oggi ha incontrato il re di Giordania Abdallah II Ibn al Hussein: una nota di Palazzo Chigi ha detto che il dialogo «ha rappresentato anche un’occasione per uno scambio di vedute sulla necessità di rilanciare un orizzonte politico con le legittime Autorità palestinesi per il processo di pace israelo-palestinese». Per il comunicato, «Italia e Giordania sono in prima linea per favorire la soluzione dei problemi umanitari più urgenti e per la liberazione degli ostaggi».

I morti

È salito a più di 2.800, con 9.600 feriti, il bilancio delle vittime dei bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza. Lo si apprende da un comunicato stampa diramato questa mattina dal ministero della Sanità di Gaza.

Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, sette membri della Protezione civile di Gaza sono morti questa notte nel corso dei bombardamenti aerei israeliani sul quartiere di Tal al Hawa e su altre zone della città di Gaza.

Fonti locali, hanno riferito infatti che due dei quartier generali e diversi veicoli della Protezione civile sono stati colpiti dalle Forze di difesa israeliane (Idf), mentre non si hanno notizie precise sul numero dei feriti. Contestualmente, altri quattro civili palestinesi sono rimasti uccisi nel bombardamento che nella notte ha colpito un’abitazione nel quartiere Qaizan al Najjar, nella città di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza.

Wafa riferisce, inoltre, che le Idf hanno colpito il campo profughi di Nuseirat, al centro della Striscia di Gaza. Intanto, secondo la Mezzaluna rossa, i bombardamenti israeliani hanno colpito l'area in cui si trova l'ospedale da essa gestito di Al Quds, situato nel centro-nord della Striscia di Gaza. Secondo Wafa, le Idf hanno lanciato una campagna di arresti in Cisgiordania.

A sud della città di Gerico, un giovane palestinese è morto e altri due sono rimasti feriti negli scontri scoppiati nel campo profughi di Aqabat Jabr, nel quale avevano fatto incursione arrestando sei residenti.

Il sindacato dei giornalisti palestinesi, riportato dai media internazionali, ha poi specificato che sono undici i giornalisti palestinesi rimasti uccisi nei raid israeliani su Gaza dal 7 ottobre.

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