Dal 2018 a oggi la maglia del Brasile è stata identificata con il nazionalismo conservatore espresso dal presidente Bolsonaro. I suoi sostenitori non perdono occasione per sfoggiarla in occasione di manifestazioni di piazza in suo supporto.
Una massa omogenea di uomini e donne vestiti con maglie gialle e brandendo in mano la bandiera nazionale hanno preso d’assalto le istituzioni governative a Brasilia nel pomeriggio dell’8 gennaio. Il bilancio della rivolta è di 400 arresti e 46 feriti.
Tra le foto circolate online nelle quali sono ritratti in manette gli assalitori si vedono le maglie sgargianti della nazionale brasiliana di calcio, identificata da tempo con il sentimento populista e sovranista incarnato dall’ex presidente Jair Bolsonaro. Ma come è possibile che la maglia della Seleçao – così viene definita la squadra nazionale – sia passata da essere un simbolo di calcio a simbolo politico associato a un colpo di stato contro le istituzioni democratiche di un paese?
Il ruolo del calcio
Prima di tutto bisogna considerare l’importanza del calcio in Brasile. Il calcio ha reso il paese memorabile in tutto il mondo, grazie anche alla figura di giocatori che sono diventate leggende come Pelé, Ronaldo, Ronaldinho, e più recentemente Neymar Jr, Casemiro, Richarlison e tanti altri. Con la morte di Pelé, l’unico giocatore al mondo ad aver vinto tre mondiali in carriera, sono stati proclamati nel paese tre giorni di lutto nazionale.
Una cosa mai accaduta prima in Brasile, dove i calciatori sono più di semplici ragazzi ricchi che rincorrono un pallone sui campo d’erba. Sono simboli nazionali e come tali hanno anche una presa sulla popolazione. I loro faccioni appaiono nei video di “rapper” e “trapper” altrettanto conosciuti nel paese, nei cartelloni pubblicitari dei loro sponsor e nelle varie sfilate mediatiche.
Spesso e volentieri con i loro pareri politici, i calciatori riescono a influenzare l’opinione di parte della popolazione. E così è accaduto negli ultimi mesi quando la stella del Paris Saint Germain, Neymar Jr, più volte ha sostenuto pubblicamente il presidente Jair Bolsonaro sin dal 2018. «Spero che Dio usi Bolsonaro per aiutare il nostro paese», aveva detto in un’intervista.
Recentemente, prima delle elezioni che si sono concluse a fine ottobre, Neymar ha anche prestato la sua immagine per un video social postato da Bolsonaro in cui il calciatore si vede insieme ad altri cittadini brasiliani cantare a sostengo della campagna elettorale del presidente uscente.
A sostenere Bolsonaro ci sono anche stelle come Cafù, Rivaldo e Ronaldo de Assis Moreira, conosciuto da tutti come Ronaldinho, il fantasista brasiliano ex giocatore del Barcellona e vincitore del pallone d’oro nel 2005. Emblema del bel calcio e del dribbling del joga bonito, Ronaldinho ha pagato a caro prezzo il suo supporto al presidente dell’estrema destra con un calo della popolarità in Europa.
Il ruolo di Bolsonaro
Bolsonaro ha utilizzato i colori verde-oro della nazionale nel suo merchandising elettorale tra poster, magliette, cappelli e bandiere. Ed è stato abile a sfruttare la popolarità dei calciatori per trarne un vantaggio politico non indifferente. E così, dal 2018 a oggi la maglia del Brasile è stata identificata con il nazionalismo populista espresso dal presidente Bolsonaro.
Più volte da presidente è comparso in video e foto indossando i colori della nazionale. Alle ultime elezioni Bolsonaro ha addirittura incitato i suoi sostenitori a recarsi alle urne con la maglia brasiliana. «Io invito tutti ad andare a votare con la maglietta verde e giallo, quello che Forze armate possono garantire è che votare in giallo e verde sarà garantito», aveva detto Bolsonaro lo scorso 29 settembre prima del voto. «Ordinerò alle Forze armate, che partecipano alla sicurezza, che in qualsiasi collegio elettorale che proibisce l’ingresso con la maglietta interrompa le operazioni di voto», aveva aggiunto, criticando la Corte Suprema che invece aveva vietati ai funzionari presenti nei seggi di indossarla.
Questo perché la legge elettorale brasiliana vieta l’uso di indumenti di propaganda elettorale. Anche il più alto organo giuridico del paese, quindi, ha identificato la maglia della nazionale come uno strumento di propaganda politica nelle mani di Bolsonaro, e i suoi sostenitori non perdono occasione per sfoggiarla in occasione di manifestazioni di piazza in suo supporto. Lo scorso novembre, quando Lula è stato decretato vincitore delle elezioni vinte al ballottaggio, migliaia di bolsonaristi hanno bloccato le strade e autostrade del paese. Anche in quell’occasione, proprio come nell’assalto al parlamento, indossavano la maglia giallo verde.
Di recente, il neo presidente di sinistra Lula ha provato a “ripulire” l’immagine della maglia brasiliana indossandola durante i mondiali, ma per il momento sembra essere ancora un forte simbolo dei bolsonaristi. Fore l’intervento delle star del calcio può invertire l’ordine delle cose, dopo il loro supporto non possono voltare le spalle di fronte a ciò che è accaduto.
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