Il costo dei prodotti alimentari importati dall’Ue è aumentato a causa della burocrazia, aggiungendo 210 sterline alla spesa alimentare media delle famiglie meno abbienti
In tanti avevano previsto i rischi di un deterioramento delle relazioni commerciali tra il Regno Unito e l’Unione europea dopo la Brexit, e ora un nuovo studio della London School of Economics conferma l’aumento dei costi di importazione per gli alimenti comprati dai cittadini britannici.
I costi delle tasse alimentari nei due anni post Brexit, cioè fino a fine 2021, ha raggiunto quasi i 6 miliardi di sterline. Spese che hanno colpito maggiormente le famiglie meno abbienti.
I ricercatori della Lse hanno infatti scoperto che il costo dei prodotti alimentari importati dall’Ue è aumentato a causa della burocrazia, aggiungendo 210 sterline alla spesa alimentare media delle famiglie nel 2020 e nel 2021. Dato che le famiglie a basso reddito spendono una quota maggiore dei loro guadagni in cibo, l'impatto della Brexit sui loro acquisti è stato sproporzionatamente maggiore.
«Abbiamo scoperto che l’uscita dall'Unione Europea ha aumentato il prezzo dei prodotti alimentari del 3 per cento all’anno, portando a un aumento del 6 per cento su un periodo di due anni», si legge nel rapporto intitolato “Non-tariff barriers and consumer prices: evidence from Brexit”.
I numeri
Secondo i ricercatori l’aumento dei prezzi indotto dalla Brexit ha portato a un incremento complessivo del costo della vita per le famiglie più povere dell’1,1 per cento – quasi il doppio rispetto all’aumento dello 0.7 per cento percepito dal 10 per cento delle famiglie più abbienti che vivono nel Regno Unito.
«Uscendo dall’Ue, il Regno Unito ha scambiato una relazione commerciale profonda con pochi ostacoli al commercio con una in cui è necessaria un'ampia gamma di controlli, moduli e passaggi prima che le merci possano attraversare il confine. Le imprese hanno dovuto affrontare costi più elevati, che hanno scaricato in gran parte sui consumatori», ha detto Richard Davies, professore dell’università di Bristol e coautore dello studio. Tuttavia, secondo Davies, «i guadagni per le imprese nazionali sono superiori alle perdite per i consumatori nazionali di oltre 1 miliardo di sterline».
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