Italo-americano, 32 anni, è molto conosciuto negli ambienti dell’ultradestra complottista americana. Seguace della teoria cospirazionista QAnon, secondo cui esiste un’organizzazione di pedofili e satanisti in lotta con Trump, lo “Sciamano” è uno dei simboli dell’attacco al Campidoglio per evitare il riconoscimento dell’elezione di Biden, dove si è presentato vestito da vichingo
Non è passato di certo inosservato nel folle assalto che i sostenitori di Donald Trump hanno portato avanti nella notte italiana a Capitol Hill, dove era in corso la cerimonia con cui il Congresso americano ha certificato la vittoria di Joe Biden alle ultime elezioni: Jake Angeli, vestito da vichingo, una bandiera americana in mano e un’altra disegnata sul volto, è stato una delle guide dell’attacco al Campidoglio. Gli scontri all’interno del palazzo, sede anche del governo e della Corte suprema, hanno fatto registrare quattro vittime e una delle pagine più nere della storia statunitense.
Lo “Sciamano di QAnon”
Angeli ha 32 anni, vive a Phoenix ed è molto conosciuto negli ambienti dell’ultradestra complottista americana e gode anche di un discreto seguito sui social network. Il suo cognome, inoltre, tradisce le sue origini italo-americane. Si fa chiamare lo “Sciamano di QAnon”, l’ormai celebre teoria cospirazionista secondo cui esiste un’organizzazione di pedofili e satanisti in lotta con il presidente americano uscente. L’abbigliamento con cui Angeli si è presentato a Capitol Hill e in altre occasioni ha contribuito a dargli quel soprannome.
Qualche mese fa, ad esempio, era stato lui ad aizzare la folla durante una delle manifestazioni di QAnon. A novembre, inoltre, ha partecipato alle manifestazioni di Maricopa insieme al noto complottista americano Alex Jones. Nello stesso mese, ha anche pubblicato delle sue foto durante una finta udienza tenuta da Rudolph Giuliani: «Con onore sono tra tanti fantastici patrioti», ha scritto. Nelle ultime settimane, poi, è sempre stato in prima linea, in Arizona, per tutte le manifestazioni dei fedelissimi di Trump contro i “brogli” alle elezioni che hanno portato Biden alla Casa Bianca.
L’assalto a Washington
Jake Angeli è stato uno dei primi a entrare all’interno dell’aula del Congresso americano durante l’irruzione a Capitol Hill. Insieme a un gruppo di altri fedelissimi di Trump, ha prima seminato il panico e poi si è seduto al posto del vicepresidente americano, Mike Pence. Quasi un segnale, al numero due della Casa Bianca che dopo i fatti di ieri ha preso le distanze dal tycoon spiegando che Biden e Harris sono stati «legalmente eletti».
«Mike Pence – gli ha risposto Trump – non ha avuto il coraggio di fare quello che avrebbe dovuto per proteggere il nostro paese e la nostra Costituzione. Avrebbe dovuto dare agli stati la possibilità di certificare i fatti per come si sono svolti, non gli eventi fraudolenti e inaccurati», perché «gli Usa chiedono verità». La stessa che ieri chiedevano a gran voce Angeli e gli altri manifestanti, seminando il panico e infliggendo un colpo alla democrazia americana.
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