In risposta alla visita della speaker americana Pelosi, Pechino ha lanciato oggi le più grandi esercitazioni militari mai compiute intorno a Taiwan. La tensione è altissima e il governo dell’isola dice che è in corso un vero e proprio «blocco navale»
Sono iniziate questa mattina le più grandi esercitazioni militari mai organizzate dalle forze armate cinesi nei pressi dell’isola di Taiwan. Gli esperti le considerano uno sfoggio di forza e un tentativo di intimidire il governo taiwanese, che questa settimana ha ospitato la speaker della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi, un gesto che Pechino considera una provocazione.
Le esercitazioni si svolgeranno in sei aree intorno all’isola di Taiwan, subito fuori dalle sue acque territoriali o, in alcuni casi, sconfinando in quello che Taiwan ritiene il suo territorio nazionale. Le manovre dovrebbero proseguire fino a domenica.
Il governo dell’isola ha detto che le esercitazioni costituiscono di fatto un blocco navale. Oltre 50 voli sono stati cancellati per evitare di sorvolare le zone dell’esercitazioni indicate da Pechino, 25 in partenza da Taiwan e 26 in arrivo.
La Cina rivendica di avere effettuato “con successo” un'esercitazione missilistica al largo di Taiwan. «Tutti i missili hanno colpito il bersaglio con precisione», si legge nella nota emessa dal Comando orientale dell'Esercito popolare di liberazione. È la prima volta che Pechino lancia missili in quest’area dal 1996.
Il ministero della Difesa di Taiwan ha fatto sapere che la Cina ha lanciato diversi missili balistici Dongfeng nelle acque intorno alle coste nord-est e sud-ovest dell’isola. Taipei ha affermato di aver attivato i relativi sistemi di difesa in risposta al lancio, aggiungendo di condannare l'azione irrazionale della Cina, come riporta Reuters.
L’ultima volta che si era verificato un episodio simile era stato durante la crisi dello stretto del 1996. All’epoca, come oggi, la Cina aveva annunciato esercitazioni in sei zone tutto intorno all’isola, ma nessuna di quelle indicate superava i confini nazionali di Taiwan.
La visita di Pelosi
Nancy Pelosi era atterrata nell’isola questa settimana per un controverso viaggio che ha causato un forte aumento delle tensioni con la Cina. Formalmente gli Stati Uniti adottano la cosiddetta pratica della “unica Cina”: dal punto di vista diplomatico riconoscono solo la Repubblica popolare cinese con capitale Pechino, mentre non hanno rapporti formali con Taiwan.
In pratica, però, gli Stati Uniti sostengono l’indipendenza di Taiwan dalla Cina in varie forme, tra cui la vendita di armi per l’autodifesa. Pelosi appoggia da lungo tempo la politica dell’isola ed è il più importante politico americano a visitare l’isola in anni recenti.
Al suo arrivo nell’isola Pelosi era stata accolta da numerosi politici taiwanesi, manifestanti in suo sostegno e contestatori venuti per accusarla di aver organizzato un viaggio provocatorio.
Nel suo incontro con la presidente Tsai Ing-wen, trasmesso in diretta, Pelosi ha definito l’isola «una fonte di ispirazione per tutti i popoli che amano la libertà. Il mondo – ha aggiunto – deve far una scelta tra democrazia e autocrazie. La decisione dell’America di proteggere la democrazia qui a Taiwan è granitica».
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