Da venerdì 30 dicembre in edicola e in digitale un nuovo numero di SCENARI, venti pagine di approfondimenti firmati da Paolo Alli, Alice Dell’Era, Fiammetta Borgia e tanti altri ricercatori e analisti, oltre alle mappe a cura di Fase2studio Appears. Abbonati per leggerlo online e sulla app di Domani, o compra una copia in edicola. Iscriviti alla newsletter per restare aggiornato su tutte le prossime uscite
Il nuovo numero di Scenari, l’inserto settimanale geopolitico di Domani, è questa settimana dedicato ai conflitti del 2023. Dalla guerra lunga in Ucraina alla zona calda di Taiwan, fino alle contese per il controllo dei mari e gli scontri eterni di cui tutti si dimenticano: in venti pagine, gli approfondimenti inediti firmati da Paolo Alli, Alice Dell’Era, Fiammetta Borgia e tanti altri – e come sempre le carte a cura di Fase2studio Appears – analizzano la mappa delle turbolenze nell’anno che verrà. Abbonati per leggerlo online e sulla app di Domani, o compra una copia in edicola. Iscriviti alla newsletter per restare aggiornato su tutte le prossime uscite.
Cosa c’è nel nuovo numero
Paolo Alli della Fondazione De Gasperi apre il numero delineando i nuovi confini dei conflitti e le condizioni per contenerli. Dal mar Cinese meridionale al quadrante Indo-Pacifico, dal grande nord militarizzato all’Afghanistan e ai Balcani, fino al continente africano: sono molti gli scenari in evoluzione che pongono nuove sfide alla sicurezza globale. In questo contesto, sostiene Alli, sono le democrazie occidentali ad avere le più forti responsabilità, a partire da Stati Uniti d’America e Unione europea.
Lo storico Stefano Pelaggi si sofferma ancora sul mar Cinese meridionale, e sui destini del mondo che passano anche per Taiwan: l’isola contesa ha conquistato sempre più l’attenzione dei media mondiali nell’ultimo anno; Pechino tenta di definire una “nuova normalità” nelle relazioni nello Stretto a suon di esercitazioni militari e violazioni dei confini, considerati solo fino a pochissimi anni fa un limite invalicabile. Ma allo stesso tempo Xi sa che non è nel suo interesse far deflagrare presto uno scontro aperto.
Washington, intanto, continua a vigilare sulle operazioni dell’Esercito popolare di liberazione e sulle milizie civili attive nelle acque a sud dell’isola, ma anche sulle possibili derive indipendentistiche nella politica taiwanese.
La giurista Fiammetta Borgia prosegue sul tema, evidenziando come il mar Cinese meridionale costituisca da anni uno spazio marino sul quale si sovrappongono e contrappongono le pretese di vari stati: oltre a Taiwan e alla Cina, anche il Vietnam, le Filippine, il Brunei e la Malesia rivendicano la propria sovranità su varie formazioni insulari e porzioni di mare in maniera sempre più aperta e accesa. Come risultato, spiega Borgia, l’equilibrio politico nell’area è diventato negli ultimi mesi ancora più incerto e critico, specialmente nella zona dei due isolotti Spratly e Paracel, sui quali cresce un conflitto economico, militare e giuridico.
La ricercatrice Alice Dell’Era conclude l’approfondimento sull’area dell’Indo-Pacifico guardando allo scontro globale in corso sulle isole rivendicate dal Giappone: il principale alleato americano nella regione è infatti coinvolto in quattro dispute territoriali; tra queste, le più temute riguardano la sfida con la Cina per le Senkaku e con la Russia per le Curili. Intanto Washington osserva.
La ricercatrice Agata Lavorio ci porta in Antartide, uno scenario geopolitico periferico ma sempre più in evoluzione: il collasso nel marzo 2022 del ghiacciaio Conger, una piattaforma di ghiaccio con una superficie pari a quella della città di Roma, non ha ricevuto la dovuta attenzione da parte degli analisti; eppure, per Lavorio, quando cambia la geografia, cambia pure la cornice che influenza l’azione umana. Così, oltre che dall’imprevedibilità della crisi climatica, il continente inizia a essere minacciato anche dalla Cina – la cui attività, dicono alcuni, presenta i prodromi di uno slancio predatorio in contrasto con i trattati in vigore – e dalla Russia, che nel 2021 per la prima volta ha inserito l’Antartide nella propria National security strategy.
Luca Sebastiani ci parla poi dell’Africa, la culla della “guerra mondiale a pezzi”: tra conflitti a bassa intensità, sanguinosi scontri etnici, dispute territoriali, recrudescenze terroriste e violenze per procura, ogni anno nel continente decine di migliaia di civili vengono uccisi negli scontri armati e centinaia di migliaia abbandonano il proprio paese. Spesso le turbolenze sono legate al passato coloniale, ma il vuoto occidentale odierno non aiuta.
Il politologo Manlio Graziano sposta lo sguardo verso l’Europa, ricordando che nel 2023 si festeggia l’anniversario del manifesto di Coudenhove-Kalergi sull’importanza di una unione degli stati europei. Secondo Graziano, però, il testo è destinato per il momento a rimanere un bel sogno: l’Ue è un’astrazione senza politica estera comune, con un problema demografico che non vuole affrontare e con due paesi leader, Francia e Germania, che si ostinano a seguire i loro interessi particolari.
L’analista Lorenzo Riggi guarda al futuro del conflitto in Ucraina e alla strategia della Russia per proseguire la guerra: il piano del Cremlino per il 2023 prevede nuove mobilitazioni di soldati, che porterebbero Kiev a rispondere con iniziative analoghe e quindi la Nato a un maggiore coinvolgimento nell’addestramento delle forze ucraine. Lo spregiudicato ricorso all’economia di guerra avrebbe un chiaro impatto sul conflitto, soprattutto rispetto all’implicita sfida e alla pressione posta all’occidente nel sostenere lo sforzo bellico.
Davide Maria De Luca punta poi l’attenzione sulle otto elezioni che cambieranno il mondo il prossimo anno: in Turchia l’opposizione si giocherà il tutto per tutto contro Erdogan, che punta a rendere eterno il suo potere; in Grecia Tsipras tenterà un ritorno al governo, mentre in Finlandia, Spagna e Polonia la destra radicale potrebbe andare molto bene; in Argentina la “marea rosa” ha la possibilità di sommergere un nuovo paese, mentre in Nigeria e Pakistan centinaia di milioni di persone andranno a votare nel mezzo di crisi politiche e climatiche.
Ma il 2023 sarà anche l’anno in cui, negli Stati Uniti, si accenderà il conflitto fra i repubblicani per arrivare pronti alla corsa delle primarie e poi alle presidenziali: l’ex presidente Donald Trump lascerà il campo o darà battaglia? Seth Moskowitz, il cui articolo è già apparso sulla testata online Persuasion, delinea quattro scenari possibili.
È inoltre ancora in edicola, fino al 22 gennaio, e per sempre in digitale, il numero speciale di Scenari pubblicato il 23 dicembre sui confini caldi del pianeta, dal titolo “Dove finisce il mondo”? 40 pagine di mappe e idee per non perdersi nei pensieri apocalittici sulla dissoluzione dell’ordine globale.
Scenari torna dopo l’Epifania!
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