Dopo l’attentato a Donald Trump durante un comizio in Pennsylvania, molta dell’attenzione mediatica si è concentrata sul Secret Service, l’agenzia governativa che si occupa della sicurezza del presidente degli Stati Uniti, del vice e degli ex inquilini della Casa Bianca.

L’attentato

Durante un comizio elettorale a Butler, una cittadina a nord di Pittsburgh, l’ex presidente degli Stati Uniti e candidato del Partito repubblicano alla presidenziali di novembre è stato ferito all’orecchio da un colpo di fucile.

La fortuna di Trump è stata quella di aver girato la testa – per indicare un grande schermo che mostrava statistiche sugli attraversamenti di frontiera – e aver distolto per pochi secondi lo sguardo dalla folla: grazie a questo movimento il proiettile lo ha colpito di striscio.

Dopo essere stato ferito all’orecchio, l’ex presidente si è accovacciato sotto il podio da cui stava parlando ed è stato immediatamente circondato dal suo staff e dal servizio di sicurezza. Alcuni secondi dopo, mentre gli agenti cercavano di portarlo via in sicurezza, ha alzato il pugno urlando «fight, fight, fight».

A sparargli è stato un ragazzo di vent’anni di nome Thomas Matthew Crooks. L’attentatore è stato ucciso dagli agenti del Secret Service.

Getty Images via AFP

Come è potuto succedere?

Oltre a discutere del “miracolo”, di quali conseguenze avrà sulla campagna elettorale, del problema delle armi negli Stati Uniti, ci si è chiesti come un evento del genere sia potuto accadere. Come ha fatto un uomo armato di fucile a salire sul tetto di un edifico a 130 metri dal palco e a sparare senza essere visto e intercettato?

Subito dopo il fatto, il presidente Joe Biden ha dichiarato di aver ordinato un riesame delle misure di sicurezza adottate durante la manifestazione, mentre una commissione del Congresso ha aperto un’inchiesta ufficiale nell’ambito della quale verrà ascoltata la direttrice del Secret Service, Kimberly Cheatle.

Il tentato assassinio di Trump è il peggior fallimento in materia di sicurezza da parte dei servizi segreti statunitensi negli ultimi quarant’anni, come constatato dalla Cnn. «Nessun tentativo di assassinio è stato così vicino alla morte di un presidente o di un candidato alla presidenza da quando il presidente Reagan fu colpito nel 1981», ha detto Mark Green, un repubblicano del Tennessee. Non è però la prima volta che l’operato del Secret Service viene messo in dubbio.

La storia

Il Secret Service esiste dal 1865, quando nacque per combattere i falsari di denaro. Nel 1901, anno in cui il presidente repubblicano William McKinley è stato assassinato da un anarchico a Buffalo, il Congresso ha stabilito che l’agenzia si dovesse occupare anche della sicurezza del presidente.

Nel 1913 il Congresso ha autorizzato la protezione permanente del presidente, quattro anni dopo la protezione viene estesa a tutti i membri della famiglia presidenziale e nello stesso tempo la minaccia a un presidente, in qualsiasi forma, diventa un crimine. In generale nel corso del Ventesimo secolo i compiti dell’agenzia e le sue responsabilità sono aumentate notevolmente.

Nel 1933 c’è stato l'attentato fallito al presidente Franklin Roosvelt a Miami, in Florida, ma il momento più buio per l'agenzia è stato nel 1963, con l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy. Dagli anni Sessanta il Secret Service è stato messo a dura prova dall’aumento delle sue responsabilità, nonostante una formazione inadeguata dei propri membri e la dotazione di armi obsolete.

I problemi 

Diversi media americani hanno cercato di mettere in luce i problemi di un sistema che nel corso del tempo ha visto aumentare i propri incarichi ma non le competenze.

Come raccontato sul New York Times, che ha ripreso Zero fail, una storia dell’agenzia scritta dalla reporter del Washington Post Carol Leonnig, «la tradizione di dissolutezza ubriaca del Secret service risale almeno al novembre 1963, a Dallas, quando alcuni agenti apparentemente si erano ubriacati così tanto in un locale di gin poche ore prima del fatidico corteo che riuscivano a malapena a camminare, figuriamoci a saltare in difesa del presidente».

Più di recente, durante un viaggio a Cartagena, in Colombia, per preparare la visita di Barack Obama nel 2012, undici membri della sua squadra del Secret Service sono stati rispediti a casa dopo una notte di bevute e divertimenti con alcune sex worker, ma «le scappatelle da ubriachi sono il minimo dei problemi dell'agenzia».

L’agenzia non è stata sufficientemente finanziata, vi sono stati abusi da parte dei supervisori, e gli stessi presidenti hanno «fatto dei dispetti» agli agenti di sicurezza. Tra gli episodi più memorabili, il Nyt ricorda quando Bill Clinton ha abbandonato i suoi agenti per scavalcare il muro della Casa Bianca, senza preavviso.

Sempre Leonnig racconta che «nessun posto sulla terra dovrebbe essere più sicuro di “Crown”, il nome in codice della Casa Bianca. Eppure, nel settembre 2014, un uomo di 42 anni che indossava le Crocs e portava un coltello si è arrampicato sulla recinzione, ha attraversato il North Lawn ed è entrato nella East Room prima di essere placcato da un agente».

Il recente attentato ha poi messo in evidenza anche la conflittualità tra l’agenzia e le forze di polizia locali. Per prassi il Secret Service si affida alle forze dell'ordine locali quando pianifica la sicurezza per gli eventi. Secondo un ex agente che ha parlato con la Bbc, «solitamente gli agenti esaminano il luogo in cui si svolge un evento elettorale con giorni di anticipo per elaborare un piano di sicurezza che viene poi condiviso con la polizia locale».

Il portavoce dei servizi segreti, Anthony Guglielmi, ha specificato al Nyt che la sua agenzia era responsabile della sicurezza all'interno del perimetro della fiera, mentre la polizia locale sorvegliava l’area esterna, che comprendeva l’edificio privato usato dall’uomo armato. Allo stesso tempo però lo sceriffo ha detto che non era il responsabile di quell’area. 

Alcune persone hanno poi riportato alla Bbc di aver visto l’uomo sul tetto e di aver cercato di avvertire gli agenti della sicurezza 86 secondi prima che l'assalitore aprisse il fuoco contro Trump. Sempre secondo i testimoni, gli agenti che sono stati avvertiti, però, non hanno fatto nulla. 

Come riportato da Guglielmi, gli eventi di sabato si sono svolti con molta rapidità. Egli ha ammesso che ci sono state segnalazioni preventive, ma nel tempo trascorso fra queste e l’attivazione dei cecchini, che hanno identificato e ucciso Crooks, l’attentatore ha avuto modo di sparare alcuni colpi, uno dei quali ha ucciso un uomo nella folla. 

Non solo, un altro problema sollevato dalle forze dell’ordine è relativo a quanto tempo (troppo) ci abbiano messo gli agenti a portare Trump via dal palco. «A un certo punto, il Secret Service è sembrato rallentare per consentire al signor Trump di indossare le scarpe e alzare il pugno, cosa che un ex funzionario del Secret Service ha descritto come insolita», riporta il Nyt. 

Tutti questi interrogativi saranno oggetto di indagini avviate sia dal Congresso sia dal Senato; lo stesso Dipartimento per la sicurezza nazionale ha aperto un’indagine. Nell’ambito di queste investigazioni, la direttrice dei servizi segreti, Kimberly A. Cheatle, dovrà rispondere a diversi interrogativi sul suo operato. In un promemoria inviato ai suoi agenti ha scritto: «Nei prossimi giorni, il Secret Service affronterà elogi e critiche».

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