Il 20 gennaio scorso, mentre il settantottenne Donald Trump irrompeva nella Casa Bianca decretando deportazioni di migranti e minacciando di conquistare Canada, Groenlandia e Panama, a Pechino il quarantenne Liang Wenfeng veniva interpellato dal premier cinese durante una tavola rotonda sull’intelligenza artificiale. I suggerimenti del fondatore di DeepSeek e di altri imprenditori raccolti da Li Qiang confluiranno nel rapporto sul lavoro del governo che il numero due del partito comunista presenterà al parlamento il 5 marzo.

Orientare lo sviluppo socioeconomico attraverso le politiche industriali, che negli ultimi anni hanno dato priorità all’IA; ricevere input da industriali e accademici; correggere, sulla base di tali informazioni, i provvedimenti varati. Così la “linea di massa” di Mao Zedong - riassunta nello slogan “dalle masse alle masse” - rivive nella Nuova era proclamata da Xi Jinping, entrambi del serpente, il segno zodiacale dell’anno che si è aperto oggi in Cina.

Di chi è la supremazia

Basta sostituire i milioni di contadini che appoggiarono la rivoluzione nel secolo scorso con i milioni di laureati degli ultimi anni nelle materie Stem (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica) che stanno sostenendo l’ascesa hi-tech di Pechino. L’obiettivo - la forza sotterranea, che fatichiamo a comprendere, che spinge avanti la Cina - è lo stesso: dar vita finalmente a un paese “ricco e forte” (fù qiáng) che si emancipi dagli stranieri, nel 1949 dalla dominazione coloniale a cui pose fine il trionfo maoista, oggi dal primato tecnologico statunitense, che secondo Gary Marcus, nell’ambito dell’IA è giunto al capolinea con l’avvento di DeepSeek. «La corsa per la supremazia dell’intelligenza artificiale è finita, almeno per ora, e gli Stati Uniti non hanno vinto», ha sostenuto il docente della New York University autore di Rebooting AI: Building Artificial Intelligence We Can Trust.

Anche i mercati hanno pronunciato la loro sentenza di primo grado: lunedì le azioni di Nvidia, la società che produce i microchip per ChatGpt, hanno perso il 17 per cento, bruciando circa 600 miliardi di dollari nel più massiccio crollo in borsa in un solo giorno della storia americana. 

Il ruolo dello stato

DeepSeek ha messo al tappeto l’avversario. Un modello per risolvere problemi complessi sviluppato della startup con sede ad Hangzhou si è dimostrato più performante del corrispettivo di ChatGpt, tanto che l’amministratore delegato di quest’ultima, Sam Altman, l’ha definito «impressionante». Ma come ha fatto il “large language model” (Llm) che alimenta il “chatbot”, il sistema di dialogo con l’utente di DeepSeek, a raggiungere un simile traguardo?

Quello che potrebbe sembrare un miracolo nasce in realtà dal dirigismo di Pechino e dalla capacità dei cinesi di adattarsi alle circostanze avverse. DeepSeek, formalmente una startup privata, è uno spin off di High-Flyer Qant, una compagnia creata nel 2008 che utilizza proprio l’Ia per gestire hedge fund, sottoposta alla supervisione governativa, come tutti i fondi che operano in settori strategici per Pechino.

È quindi probabile che i 5,8 milioni di dollari che sono serviti a DeepSeek per addestrare negli ultimi mesi il suo chatbot rappresentino soltanto una parte di finanziamenti e agevolazioni più consistenti ricevuti dall’azienda di Liang Wenfeng. Inoltre - come nel caso del processore Kirin 9.000 con il quale Huawei è risorta dalle sanzioni del Trump I, stupendo il mondo intero - anche DeepSeek ha saputo fare di necessità virtù, in questo caso acquistando 10.000 processori Nvidia prima che l’embargo di Biden ne vietasse l’esportazione in Cina.

Feng Ji, top manager di Game Science che ha appena sfornato Black Myth: Wukong, il primo videogame made in China ad aver ottenuto un successo globale, ha scritto su Weibo che DeepSeek potrebbe cambiare il “destino nazionale” della Cina nel mezzo della sua guerra hi-tech con gli Stati Uniti. Secondo le stime del veicolo d’investimento statale China International Capital Corp, tra il 2025 e il 2030 la Cina investirà nell’intelligenza artificiale 1.400 miliardi di dollari.

«Aprire l’economia»

Cosa farà Trump di fronte a questo fiume in piena? Continuerà la strategia del “cortile stretto con recinto alto”, magari allargandone il perimetro, oppure prenderà atto che il containment hi-tech sul quale ha puntato il suo predecessore produce l’effetto collaterale di accelerare la rincorsa della Cina, che metterà le politiche per favorire ricerca e sviluppo al centro anche del XV Piano quinquennale (2026-2030), in via di elaborazione?

Intanto anche DeepSeek, come il videogioco dello Scimmiotto (tratto dal Racconto del viaggio verso occidente), serve al softpower cinese. Balzata in vetta alla classifica delle app più scaricate dallo store Apple negli Usa, la creatura di Liang è al momento interamente gratuita, mentre ChatGpt offre a 200 dollari al mese l’equivalente del “reasoning model” R1 fornito gratis da DeepSeek. E così, secondo i media ufficiali, l’intelligenza artificiale di Liang «va oltre il profitto, con l’obiettivo di ampliare i confini tecnologici e promuovere la collaborazione globale».

La Cina di Xi Jinping si prepara a contrastare l’isolazionismo e l’unilateralismo di Trump proponendosi come alfiere della globalizzazione. Dovrà mostrarsi come un “paese open source” - come DeepSeek - secondo Zheng Yongnian, tra i più influenti consiglieri del governo di Pechino. Il docente dell’Università cinese di Hong Kong ha dichiarato che «mentre gli Stati Uniti stanno smantellando la globalizzazione che un tempo avevano preso l’iniziativa di costruire, l’impegno della Cina è una manifestazione di fiducia. Oggi, anche i media occidentali concordano sul fatto che la Cina sta promuovendo la sua versione di globalizzazione».

Per Zheng gli accordi di libero scambio che Pechino ha con 29 tra paesi e regioni non sono abbastanza: «L’apertura del suo enorme mercato interno è ciò che la Cina può offrire per ottenere in cambio beni internazionali più critici e difendere e stimolare la globalizzazione».

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