Nell’ambito della cerimonia per il “World statesman award” conferito a New York dalla Appeal of conscience foundation, Draghi ha tenuto un discorso contro le autocrazie e ha sostenuto l'urgenza di raggiungere un accordo di pace in Ucraina
Il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, ha ricevuto il premio “World statesman award” ed è stato premiato in un serata di gala a New York della Appeal of conscience foundation.
Durante la cerimonia di premiazione, il premier italiano ha tenuto un breve discorso. «La questione di come tratteremo le autocrazie definirà la nostra capacità di dare forma al nostro futuro comune per molti anni a venire», ha detto Draghi. «La soluzione sta in una combinazione di franchezza, coerenza e impegno – ha proseguito l’ex capo della Bce – Dobbiamo essere chiari ed espliciti sui valori fondanti delle nostre società. Mi riferisco alla nostra fede nella democrazia e nello Stato di diritto, al nostro rispetto dei diritti umani, al nostro impegno per la solidarietà globale».
Questi ideali, ha detto il premier, «dovrebbero guidare la nostra politica estera in modo chiaro e prevedibile. Quando tracciamo una linea rossa, dobbiamo farla rispettare. Quando prendiamo un impegno, dobbiamo onorarlo. Le autocrazie prosperano sfruttando la nostra esitazione. Dovremmo evitare l'ambiguità, per non pentirsene in seguito. Infine, dobbiamo essere disposti a collaborare, purché ciò non significhi compromettere i nostri principi fondamentali».
Draghi ha ricordato anche che questa settimana si riunisce la 77esima Assemblea Generale delle Nazioni unite, dove il tema che sarà più affrontato è la guerra in Ucraina.
«Nonostante le tristezze dei tempi, sono ottimista sul futuro», ha detto Draghi. «Noi dobbiamo restare uniti nel sostenere Kiev e respingere i tentativi di chi vuole dividerci», ha ggiunto chiedendo a tutti i leader presenti in sala di fare il possibile per raggiungere un accordo di pace tra russi e ucraini. «Spero che ci sarà un futuro quando la Russia deciderà di tornare alle stesse norme sottoscritte nel 1945», ha detto il premier.
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