Andrei Medvedev ha lasciato il fronte ucraino dopo essere stato testimone dei crimini di guerra commessi dai mercenari russi
Si chiama Andrei Medvedev il 26enne russo che ha attraversato il confine con la Norvegia dopo aver disertato dal gruppo Wagner, noto contingente mercenario alle dirette dipendenze del presidente russo, Vladimir Putin. L’uomo è stato arrestato il 13 gennaio scorso con l’accusa di essere entrato illegalmente nel paese scandinavo e ha ora avanzato una domanda d’asilo, con il sostegno dell’associazione gulagu.net a cui ha recentemente rilasciato un’intervista.
Le ragioni della diserzione
Dal racconto di Andrei Medvedev emergono i dettagli della sua storia. Arruolatosi come comandante di un’unità mercenaria nel luglio 2022, si è rifiutato di rinnovare il contratto con l’organizzazione militare subendo così punizioni corporali.
Come lui, racconta, molti altri contratti sono stati rinnovati unilateralmente dal Gruppo capeggiato da Yevgeny Prigozhin da quando le truppe russe schierate in Ucraina hanno cominciato a subire ingenti perdite. Il giovane ex soldato ha evidenziato la discrepanza tra le proprie aspettative e quanto sperimentato al fronte: in particolare, a seguito del tentativo di rimpolpare le fila del gruppo con l’invio al fronte di detenuti nelle carceri russe, i mercenari, prima della guerra unità ben addestrate e specializzate, sono diventati «carne da cannone».
La diserzione è stata provocata dalla paura di subire la stessa sorte del collega Yevgeny Nuzhin, brutalmente ucciso a novembre con un martello dai superiori.
Oltre alla paura per la propria vita, Andrei Medvedev ha detto di essere stato testimone dell’esecuzione, a cui dice di non aver preso parte, di diversi crimini di guerra da parte dei suoi commilitoni, ulteriore fattore che lo ha spinto verso il rifiuto dell’estensione del proprio contratto.
Il racconto della fuga
Resosi conto che l’unica via d’uscita era la fuga, l’ex mercenario si è rifugiato per due mesi sotto terra prima di attraversare, la scorsa settimana, il confine con la Norvegia nei pressi della città di Nikel.
Una volta fuori dalla Russia, si è rifugiato in un’abitazione del posto dove è avvenuto l’arresto da parte della polizia norvegese a cui l’attuale richiedente asilo non si è opposto. Le autorità non hanno rilasciato commenti sull’indagine in corso.
Le accuse di immigrazione illegale sollevate contro Medvedev cadrebbero qualora gli venisse riconosciuto lo status di rifugiato. La sua appartenenza al gruppo Wagner e la successiva diserzione sono state confermate dallo stesso capo dell’organizzazione, Yevgeny Prigozhin, sul suo canale Telegram.
Per ora, però, non è possibile verificare le dichiarazioni rilasciate ai gruppi di attivisti russi in merito alle azioni commesse dagli altri mercenari.
I mercenari in Ucraina
Tra i diversi gruppi militari e para-militari privati affiliati al Cremlino, il gruppo Wagner rappresenta sicuramente l’unità più specializzata e fidata al servizio di Mosca. Attualmente impegnato nell’occupazione della città ucraina di Soledar, il gruppo ha sempre goduto di un legame speciale con i vertici russi e condivide parte della propria infrastruttura con le forze speciali statali.
Il Wagner era già noto prima della guerra per le proprie azioni in Siria e in Africa, dove i membri si sono più volte macchiati di efferati crimini, come il massacro di circa 300 civili nel villaggio di Moura in Mali.
Ad oggi, tuttavia, lo stato precario delle forze russe in Ucraina ha imposto ai comandi di dispiegare i mercenari del gruppo accanto alle truppe ordinarie con compiti meno specializzati e, come riferito dallo stesso Medvedev, in azioni tattiche pianificate senza considerazione per la vita dei militari.
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