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Lo scandalo delle case di lusso cedute con lo sconto a politici e potenti tocca ogni giorno nuove vette (immobiliari). Domani nei giorni scorsi ha dato conto della vendita di appartamenti da parte dell’ente di previdenza dei periti agricoli (l’Enpaia, guidata dal direttore generale Roberto Diacetti) ai capi politici della destra nel Lazio. Cioè il leghista Claudio Durigon e il candidato alla presidenza della Regione Lazio Francesco Rocca, che hanno comprato recentemente due appartamenti di oltre 170 e 185 metri quadri nella prestigiosa zona della Camilluccia a circa mezzo milione di euro l’uno, ottenendo uno sconto del 30 per cento sui prezzi di mercato valutati da consulenti terzi di Enpaia (nello stesso periodo ha comprato nel condominio di Durigon anche lo scomparso Franco Frattini, ex ministro degli Esperi di Forza Italia).
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Se ieri la vicenda è finita anche sulle scrivanie dei magistrati di piazzale Clodio (il segretario dei Verdi Angelo Bonelli ha consegnato un esposto in procura), i due politici hanno spiegato urbi et orbi che tutto «è regolare», che hanno affittato «consultando siti internet» o tramite il sindacato, e che come inquilini avevano «diritto allo sconto come tutti gli altri».
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Domani ha scoperto un’altra cosa: cioè la vendita, da parte di Enpaia guidata da Diacetti, di un appartamento di lusso a Diacetti stesso. Nel cuore dei Parioli. Anche questo, naturalmente, acquistato con lo sconto.
Lo scandalo delle case di lusso cedute con lo sconto a politici e potenti tocca ogni giorno nuove vette (immobiliari). Domani nei giorni scorsi ha dato conto della vendita di appartamenti da parte dell’ente di previdenza dei periti agricoli (l’Enpaia, guidata dal direttore generale Roberto Diacetti) ai capi politici della destra nel Lazio. Cioè il leghista Claudio Durigon e il candidato alla presidenza della Regione Lazio Francesco Rocca, che hanno comprato recentemente due appartamenti di oltre 170 e 185 metri quadri nella prestigiosa zona della Camilluccia a circa mezzo milione di euro l’uno, ottenendo uno sconto del 30 per cento sui prezzi di mercato valutati da consulenti terzi di Enpaia (nello stesso periodo ha comprato nel condominio di Durigon anche lo scomparso Franco Frattini, ex ministro degli Esperi di Forza Italia).
Se ieri la vicenda è finita anche sulle scrivanie dei magistrati di piazzale Clodio (il segretario dei Verdi Angelo Bonelli ha consegnato un esposto in procura), i due politici hanno spiegato urbi et orbi che tutto «è regolare», che hanno affittato «consultando siti internet» o tramite il sindacato, e che come inquilini avevano «diritto allo sconto come tutti gli altri».
Ma anche Enpaia, finito al centro delle polemiche per quella che a molti sembra una “Scontopoli” a favore dei soliti noti, senza smentirle nel merito ha definito le notizie «confuse e talvolta fuorvianti». Ed ha emanato un comunicato stampa dove dichiara che «la fondazione ha dismesso il patrimonio immobiliare nel rispetto dei principi di trasparenza e imparzialità».
Domani ne prende atto, e aggiunge all’opera meritoria dei vertici di Enpaia un nuovo elemento di chiarezza: cioè la vendita, da parte di Enpaia guidata da Diacetti, di un appartamento di lusso a Diacetti stesso. Nel cuore dei Parioli. Anche questo, naturalmente, acquistato con lo sconto.
Il direttore generale è un uomo navigato: è stato amministratore delegato di Atac ai tempi di Gianni Alemanno sindaco, poi presidente di Eur spa con Ignazio Marino, ed diventato il capo di Enpaia nel novembre 2018, quando al governo le deleghe degli enti previdenziali erano in mano al sottosegretario al Lavoro del Conte I, Claudio Durigon.
Affari ai Parioli
A leggere documenti e visure camerali, dunque, si scopre che nel dicembre 2019 Diacetti – un anno dopo essere diventato dg di Enpaia – entra come affittuario in un bellissimo attico nel cuore dei Parioli, a via Gramsci, di proprietà esclusiva dell’ente che guida da qualche mese.
Non sappiamo se abbia, come ha detto Rocca, trovato l’annuncio sul sito della stessa fondazione che dirige, come un comune mortale. Ma è certo che nell’atto di compravendita si fa riferimento a una delibera del consiglio di amministrazione del 2019 (con ogni probabilità antecedente il contratto di affitto, ma anche fosse di pochi giorni dopo l’ingresso di Diacetti nella nuova casa poco cambierebbe) che «ha determinato di voler procedere all’alienazione del predetto complesso immobiliare» dei Parioli. Diacetti sapeva già – al netto della sua evidente posizione di privilegio informativo - che diventando inquilino avrebbe avuto poi la possibilità di avere diritto di prelazione.
Esattamente due anni dopo, nel dicembre 2021, dopo aver maturato uno sconto pari al 20 per cento, Diacetti infatti compra l’attico. O meglio ne compra l’usufrutto, concedendo la nuda proprietà alle due figlie minorenni.
L’affare che il direttore generale mette a segno è notevole: l’appartamento nel condominio di lusso è al sesto piano, ha nove vani distribuiti in oltre 190 metri quadri, terrazzo perimetrale con vista, cantina e due posti auto, e viene comprato a soli 870 mila euro, pagati senza fare ricorso al mutuo.
A poco più, dunque, di 4mila euro al metro quadro, mentre i valori della zona per case di pregio arrivano a quasi 6-7mila euro, senza considerare che la presenza del terrazzo fa prezzo a sé. Per fare un esempio spannometrico, oggi sui siti di annunci immobiliari in via Gramsci c’è un appartamento vicino a quello di Diacetti, più piccolo, senza terrazzo ma con un balconcino, la cui richiesta è di 1,8 milioni di euro poco trattabili («il prezzo è alto, ma bisogna levare circa 300 mila euro di ristrutturazione fatta da poco dal proprietario», dice l’agenzia).
Abbiamo chiamato Enpaia per chiedere se la compravendita del dg di Enpaia rispettasse tutte le regole interne, e se non ci fosse il rischio di una svendita in pieno conflitto di interessi a danno della cassa della fondazione. Enpaia dice: «Ogni nostro dipendente se vuole può prendere in affitto un immobile, se disponibile e se si può permettere l’importo. Il direttore generale per evitare conflitti di interessi ha persino evitato di partecipare alle riunioni di cui si è parlato di dismissioni immobiliari. Diacetti poi è diventato inquilino dopo essersi lasciato dalla moglie, e ha chiesto casa ad Enpaia dopo aver passato un periodo dai genitori».
Al netto delle questioni private non richieste, vale la pena sottolineare che Diacetti come dg dovrebbe forse occuparsi anche delle dismissioni immobiliari dell’ente da cui prende lo stipendio: se non se n’è è potuto interessare perché faceva due parti in commedia, quella del compratore e del venditore, non era meglio che il dirigente lasciasse perdere l’affare, e come tutti gli italiani provare a comprare e provare a ottenere sconti sul libero mercato?
Casa Durigon
Ma ci sono altre domande inevase nello scandalo Scontopoli. Nella casa acquistata da Claudio Durigon, come svelato da Repubblica, sono stati infatti effettuati dei lavori di ristrutturazione. I miglioramenti sono stati realizzati quando il sottosegretario leghista Durigon si trovava in affitto in qualità di conduttore indicato dal sindacato Ugl, di cui è stato vicesegretario fino al 2018.
Durigon ha potuto acquistare l’appartamento nella prestigiosa zona residenziale di Roma, in viale Cortina D’Ampezzo, con un super sconto garantito solo agli inquilini con un’anzianità di almeno 36 mesi. Il leghista aveva maturato questo diritto grazie all’Ugl, che piazza Durigon nella casa nel 2017 quando era vicesegretario del sindacato e resta lì al suo posto anche dopo l’elezione in parlamento con il partito di Matteo Salvini e la prima nomina a sottosegretario a Lavoro con delega agli enti previdenziali.
Enpaia ha spiegato di aver rispettato le linee guida interne sulla dismissione immobiliare. «Le nostre procedure sono state caratterizzate dalla massima trasparenza», dicono di nuovo dagli uffici dell’ente. Nel rogito con cui Durigon compra la casa di 170 metri quadri più box auto da 25 metri quadri a soli 469 mila euro (sul mercato vale almeno il doppio) è citata però una Cila, il documento con cui si comunica l’inizio lavori in un immobile.
La data è del 2021. «La Cila in questione non riguardava lavori effettuati nell’appartamento, ma solo la modifica della piantina catastale per aggiornarla con le modifiche interne fatte negli anni», dicono dalla fondazione, che però conferma che i lavori a casa Durigon sono stati fatti davvero, con una richiesta inviata ad Enpaia nel 2017.
L’ente ha autorizzato e le opere sono state realizzate successivamente. La richiesta per effettuare i lavori in una casa in affitto è solitamente firmata dal titolare del contratto, in questo caso Ugl. Chi ha pagato dunque? «Di sicuro Enpaia non ha pagato un centesimo, non c’è alcun dubbio su questo», dicono gli uomini di Diacetti. Ma il sindacato alle nostre domande su chi ha pagato le opere e sull’entità dei lavori della casa poi comprata da Durigon (piccole opere? Ristrutturazione più importante?) non ha ancora risposto.
Il sottosegretario ha invece preferito replicare alla prima inchiesta non a Domani, che gli aveva offerto la possibilità di farlo prima della pubblicazione dell’inchiesta, ma su Libero. Con un’intervista in cui di fatto conferma tutte le notizie apparse sul nostro giornale, annunciando però querela contro chi scrive «alla quale saranno allegati», dice Durigon, «i bonifici» con cui ha rimborsato Ugl dell’affitto «e la mia scrittura privata firmata con il sindacato».
Diritto di replica
Ufficio stampa Fondazione Enpaia
In relazione alle informazioni di stampa pubblicate oggi sull’acquisto di una unità immobiliare della Fondazione Enpaia da parte del dott. Roberto Diacetti si precisa quanto segue:
- il dott. Diacetti nel mese di luglio del 2019 ha chiesto in locazione un immobile ad uso abitativo per sopraggiunte esigenze personali; la locazione è stata istruita dalla Direzione Immobiliare e autorizzata dal Presidente senza alcuna interferenza del Direttore Generale;
- Il canone mensile di locazione complessivo, pari ad Euro 2.855,00, è in linea con i canoni praticati a tutti i conduttori senza alcuna agevolazione, considera la prevista maggiorazione del canone unitario applicato dalla Fondazione in considerazione del coefficiente di piano ed è stato sempre corrisposto regolarmente;
- La Fondazione ha assunto una serie di delibere dirette a dismettere il patrimonio immobiliare dell’Ente che, in considerazione della vetustà e degli alti costi di manutenzione, aveva rendimenti vicini allo zero; nonostante la scontistica praticata – come peraltro hanno fatto tanti Enti previdenziali – il 30% degli immobili in via Gramsci non sono stati acquistati dai conduttori;
- La Fondazione ha applicato indistintamente le medesime regole e la medesima scontistica a tutti i conduttori interessati all’acquisto delle proprie unità immobiliari, ivi compresi impiegati, quadri e dirigenti dell’Enpaia ai quali, nel corso degli anni, sono stati concessi in locazione e, in seguito in vendita, ove previsto, le unità immobiliari di proprietà dell’Ente;
- Il dott. Diacetti non ha mai partecipato alla discussione e all’approvazione delle diverse delibere concernenti la dismissione degli immobili e il Cda ha dato al Presidente e alla Direzione immobiliare il mandato di eseguirle; pertanto è totalmente infondato e surrettizio parlare di conflitto di interessi;
- Il dott. Diacetti ha ottenuto uno sconto del 20% all’atto dell’acquisto in funzione dei due anni di locazione;
- Il prezzo di vendita dell’immobile di via Gramsci stabilito in di Euro 5.080,00 per mq. (ricompreso nella forchetta valori Omi secondo semestre 2020 stabilita tra 4.500 e 6.400 euro per mq.) è assolutamente in linea con i prezzi di mercato.
Si fa presente inoltre che il dott. Diacetti è stato nominato all’unanimità nel novembre 2018 ed è stato confermato sempre all’unanimità e con un plauso per i risultati conseguiti nel luglio 2021 da un cda composto da 15 componenti di cui 14 espressione dei datori di lavori e dei sindacati del mondo agricolo e uno designato dal Ministro del Lavoro (all’epoca Poletti).
Inoltre, occorre sottolineare che la Fondazione nell’ultimo quadriennio ha ottenuto significativi risultati economici e organizzativi. In estrema sintesi:
- ha chiuso il bilancio 2020 con 15 milioni di utile, il bilancio 2021 con 18 milioni di utile e il bilancio 2022, il migliore della sua storia, con oltre 38 milioni di utile;
- Il rendimento del patrimonio dell’Ente è passato dal 2,3% del 2018 al 4,88% del 2021;
- nel quadriennio 2019/2022 la Fondazione Enpaia con le dismissioni immobiliari ha realizzato complessivamente 46.6 milioni di euro di plusvalenze;
- è in corso di svolgimento un beauty contest per la vendita massiva di tutti gli immobili invenduti nelle precedenti dismissioni.
Infine, la Fondazione Enpaia auspica di non essere ulteriormente chiamata in causa e lesa da una campagna stampa che poggia su insinuazioni e dietrologie che sono contraddette da comportamenti e atti conformi alle norme di legge e ai regolamenti interni. Enpaia continuerà ad avere un atteggiamento di totale trasparenza nei confronti degli organi di stampa ma al contempo valuterà se ricorrere alle vie giudiziarie a tutela della propria immagine e reputazione.
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