La denuncia è stata fatta da Alarm Phone e Mediterranea, che si sono occupate di ricostruire l’ultimo respingimento avvenuto a largo della costa libica, dimostrando la complicità di Frontex e autorità italiane nell’omissione di soccorso in mare
Domenica scorsa, 95 persone che cercavano di raggiungere l’Europa in cerca di salvezza sono state respinte verso torture e abusi. È quanto denunciato da Alarm Phone e Mediterranea in un comunicato. Le due ong hanno ricostruito i momenti del respingimento, grazie anche all’equipaggio di Sea Watch e ai giornalisti Sergio Scandura di Radio Radicale e la redazione di Piazza Pulita, e denunciano con forza come si tratti di un esempio cristallino del complesso meccanismo di violazione dei diritti umani a opera di stati membri dell’Unione europea, come Italia e Malta, e dell’agenzia europea di frontiera, Frontex.
Un vero e proprio sistema di cooperazione e coordinamento che, rallentando e ostacolando l’attuazione di operazioni di soccorso, ha invece come obiettivo la cattura e la deportazione in Libia di persone che dovrebbero essere protette a livello internazionale dalle regole della convenzione di Ginevra.
La stessa Unhcr, ieri mattina ha diffuso la notizia secondo la quale 95 migranti sarebbero stati «salvati» dalla guardia costiera libica e riportate al punto di partenza.
La ricostruzione
Il 2 maggio alle ore 5:32 un gruppo di 95 persone, a bordo di un’imbarcazione in legno in difficoltà, ha chiamato Alarm Phone. Nel tentativo di fuggire dalla Libia, si trovavano in una situazione di estremo pericolo, alla deriva in acque internazionali a poche miglia nautiche a sud della zona Sar maltese.
Al telefono, i migranti avevano cercato di spiegare la situazione: «Siamo circa cento persone, moriremo se non ci aiutate. Per favore, il motore si è fermato. Puoi immaginare avere dei bambini e sentire che stanno per morire in mare? È troppo brutto. Ci sono delle onde enormi e l’imbarcazione è troppo piccola. Siamo su un’imbarcazione piccola. Moriremo se non ci aiutate. Per favore mandate qualcosa alla nostra ricerca, c’è tantissima acqua che sta entrando nell’imbarcazione».
A distanza di ore, dal primo allarme, alle 10 e 12 minuti circa, le persone sull’imbarcazione in difficoltà hanno comunicato ad Alarm Phone che un aereo stava sorvolando la zona. Alarm Phone ha potuto confermare che si trattava del Osprey 1 dell’agenzia Frontex, che stava visibilmente sorvolando l’imbarcazione. Secondo le persone in difficoltà, è rimasto sulla scena per circa un’ora prima di allontanarsi.
Alle 11e30, quando l’ aereo di Frontex si era già allontanato, le autorità italiane hanno contatta Alarm Phone reindirizzandola alle autorità libiche. Trascorrono, i mare si ingrossa e i migranti continuano a imbarcare acqua. Dall’Italia, una fonte all’interno del ministero della Difesa ha risposto alle richieste di alcuni membri del Parlamento spiegando che si stava coordinando un intervento in sinergia con la guardia costiera libica, e che le autorità libiche erano responsabili del caso in questione. Alle 14e46, stando alla ricostruzione delle ong, il ministero della Difesa ha comunicato che due imbarcazioni mercantili erano state allertate per monitorare la situazione in attesa dell’intervento libico.
Quando le due navi arrivano vicino al barchino dei migranti, la situazione degenera: capiscono subito che verranno riconsegnati alle autorità libiche. In un’altra telefonata, infatti, dicono di aver già rischiato la vita per scappare e che preferiscono buttarsi in mare anziché tornare in Libia.
Alle ore 20 circa, il ministero dell’Interno italiano ha comunicato che la guardia costiera libica era sul posto e che, essendo quest’ultima responsabile dell’operazione, l’Italia non poteva intervenire.
La Sea-Watch4 ha poi scoperto che una delle due navi mercantili stava collaborando con le autorità libiche per organizzare un respingimento illegale in Libia.
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