«Votate nelle prime ore», con queste parole l’Ayatollah Ali Khamenei ha esortato la popolazione a recarsi alle urne per l’inizio delle elezioni legislative. La guida suprema ha definito il voto un dovere religioso, cercando di spronare la popolazione visto l’alto tasso di astensionismo previsto.

Secondo il ministero dell’Interno del paese, Khamenei è stato il primo a votare. Si tratta delle prime elezioni da quando sono iniziate le proteste scaturite dall’uccisione di Mahsa Amimi, avvenuta mentre era sotto la custodia  della polizia morale iraniana che l’aveva arrestata perché non indossava correttamente il velo. La morte della giovane ragazza aveva dato vita a una lunga serie di proteste contro il governo e le istituzioni iraniane, che sono state represse con la violenza e centinaia di arresti in carcere.

Dati

Sono circa 15mila i candidati per i 290 seggi parlamentari disponibili. Altri 88 saranno scelti per l’Assemblea degli Esperti, il collegio incaricato di nominare la guida suprema della Repubblica islamica e quindi il prossimo sostituto di Ali Khamenei in caso di morte o dimissioni.

Secondo i sondaggi ufficiali solo il 41 per cento degli iraniani ha intenzione di recarsi alle urne, su 61 milioni di cittadini aventi diritto al voto. Alla scorsa tornata elettorale, quella del 2020, l’affluenza si era attestata intorno al 42,57 per cento, la più bassa dalla rivoluzione islamica del 1979.

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