La Russia, membro del G20 e rappresentata a Bali dal ministro degli Esteri Sergej Lavrov, si è opposta alla formulazione di condanna della guerra. I membri hanno anche che «l’uso o la minaccia di usare armi nucleari è inammissibile»
Il vertice G20 di Bali si è concluso con i leader internazionali vestiti di bianco intenti a piantare mangrovie. Un gesto simbolico contro il cambiamento climatico che ha preceduto l’approvazione della dichiarazione finale in cui la maggior parte dei paesi condanna la guerra in Ucraina «nei termini più forti» e chiede la fine del conflitto e delle minacce nucleari.
«La maggior parte dei membri ha condannato con forza la guerra in Ucraina, sottolineando che sta causando immense sofferenze umane e aggravando le fragilità esistenti nell’economia globale limitando la crescita, aumentando l’inflazione, interrompendo le catene di approvvigionamento, aumentando l'insicurezza energetica e alimentare ed elevando i rischi per la stabilità finanziaria», si legge nella dichiarazione. La Russia, membro del G20 e rappresentata a Bali dal ministro degli Esteri Sergej Lavrov, si è opposta alla formulazione. Sarebbero anche state chiarite le posizioni di Cina e India, che si sono astenute in sede Onu dal votare la risoluzione di condanna della guerra.
«L’uso o la minaccia di usare armi nucleari è inammissibile», si legge nella dichiarazione. «È essenziale sostenere il diritto internazionale e il sistema multilaterale che salvaguarda la pace e la stabilità. Ciò include la difesa di tutti gli scopi e i principi sanciti dalla Carta delle Nazioni unite e l’adesione al diritto umanitario internazionale».
Nonostante alcuni punti di vista divergenti soprattutto sul contrasto della guerra attraverso le sanzioni alla Russia, la dichiarazione è stata approvata all’unanimità da tutti i paesi membri. «Esistono altri punti di vista e diverse valutazioni della situazione e delle sanzioni – si legge nella dichiazione – Riconoscendo che il G20 non è la sede per risolvere le questioni di sicurezza» è anche vero che «le questioni di sicurezza possono avere conseguenze significative per l’economia globale».
Il G20 è alle battute finali, si è concluso con la partenza dei due personaggi politici finiti sotto i riflettori in questa edizione: il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il ministro degli Esteri russo Lavrov. L’appuntamento del prossimo G20 è al 2023 in India e il presidente indonesiano Joko Widodo ha già passato il testimone al primo ministro indiano Narendra Modi.
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