Domani il primo rilascio di alcuni degli ostaggi. Stasera Hamas comunicherà di chi si tratta. Nell’accordo sono previsti anche quattro di cessate il fuoco. I bombardamenti israeliani nel sud della Striscia si fermeranno interamente, mentre al nord saranno ristretti a sei ore al giorno
L’accordo di scambio tra ostaggi israeliani e detenuti palestinesi è stato annunciato stamattina. Hamas comunicherà oggi i nomi dei dieci ostaggi che libererà domani, giovedì 23 novembre, tra questi dovrebbero esserci tre americani, due donne e una bambina di tre anni. Ufficialmente il numero di ostaggi che in quattro giorni di tregua verranno liberati è 50, trenta di questi sono minori, i restanti donne. Secondo Channel 12, ogni giorno tra le 10 e le 16 per i prossimi quattro giorni un gruppo di ostaggi verrà rilasciato da Gaza e consegnato alla Croce Rossa.
Il cessate il fuoco inizierà domani alle dieci ha detto il vice del Politburo di Hamas, la notizia però non è stata confermata da Tel Aviv, secondo Axios lo stato ebraico comunicherà l’orario d’inizio nella serata di oggi. Hezbollah ha detto che si unirà al cessate il fuoco.
Axios ha rivelato che il direttore del Mossad, David Barnea, si recherà oggi a Doha per incontrare il primo ministro qatariota, Mohamed Bin Abdul Rahman al Thani, per discutere gli ultimi dettagli dell’accordo, tra cui come verrà implementato sul campo e l’ora esatta di inizio della tregua.
Nel frattempo, il governo israeliano sta scegliendo i 150 detenuti palestinesi, tutte donne e bambini, che si è impegnato a scarcerare come controparte dell’accordo.
Anche il gruppo terrorista Hamas ha confermato il patto e ha specificato che la tregua per gli attacchi dell’Idf nel sud della Striscia sarà totale nei quattro giorni, mentre gli attacchi aerei nel nord saranno ristretti a sei ore al giorno.
Il ministero degli Esteri del Qatar – che si è occupato dei negoziati tra Israele e Hamas – ha detto che «il cessate il fuoco permetterà l’entrata di un grande numero di convogli per aiuti umanitari, compreso del carburante», e ha aggiunto che spera che l’accordo possa portare ad «un cessate il fuoco a lungo termine e ad un successivo processo politico per mettere fine al conflitto».
Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, terrà una conferenza stampa al ministero della Difesa a Tel Aviv alle 21.15 ora locale. Con lui ci saranno il ministro della Difesa, Yoav Gallant, e quello del governo di emergenza nazionale, Benny Gantz.
Critiche all’accordo
L’intera estrema destra si è opposta al patto per la liberazione degli ostaggi. Secondo il ministro della Sicurezza e leader del partito Otzma Yehudit, Ben Gvir, l’ha definito un «pericoloso precedente», in particolare secondo il ministro «il governo ha l’obbligo morale di riportare tutti gli ostaggi a casa, senza separarli», per questo giudica l’accordo «non sufficiente».
Dello stesso parere è l’associazione Almagor terror victims, oggi a mezzogiorno ora locale, ha presentato una petizione presso l’Alta Corte di giustizia, contro l’accordo. L’associazione chiede di visionare l’elenco dei detenuti palestinesi che Tel Aviv sta pensando di rilasciare e i dettagli degli impegni che il paese ha preso nei confronti di Hamas. L’Alta Corte esaminerà qualsiasi istanza che verrà presentata oggi, ma secondo il Times of Israel è molto probabile che le rigetti tutte, come accadde in occasione delle petizioni riguardanti l’accordo Shalit del 2011, che prevedeva la scarcerazione di oltre mille terroristi per un solo soldato dell’Idf.
Non solo, l’associazione chiede che il tribunale stabilisca che «il governo non può discriminare tra gli ostaggi» e vuole pure che l’attuazione dell’accordo venga posticipata, perché secondo questa viola i termini del rapporto della Commisione Shamgar del 2012 che prevede che solo solo un piccolo numero di prigionieri detenuti da Israele può essere rilasciato per ogni prigioniero israeliano restituito.
Dentro la Striscia
L’esercito ha intimato a tutti i residenti di Jabaliya e Shejaiya, quartiere di Gaza City, nel nord dell’enclave di andare a sud attraverso il corridoio umanitario che sarà aperto fino alle 16 ora locale. L’Idf ha anche annunciato una pausa tattica su alcuni quartieri della citta meridionale di Khan Younis.
La Mezzaluna rossa palestinese ha detto di aver iniziato l’evacuazione dei pazienti rimasti ancora nell’ospedale di al Shifa. 31 bambini prematuri erano già stati evacuati nel fine settimana, ma nella struttura erano rimasti 250 pazienti e 400 sfollati.
Durante la notte tra martedì e mercoledì Israele ha continuato a bombardare Gaza, in particolare le zone intorno all’ospedale indonesiano Kamal Adwan.
Altri fronti
Continuano gli scontri nel West Bank. Durante la notte sei palestinesi sono stati uccisi dall’esercito, ma l’Idf non ha commentato la notizia, mentre ha detto di aver arrestato oltre 1,800 palestinesi, di cui più di 1.100 affiliati ad Hamas, dall’inizio della guerra ad oggi.
Lo scontro potrebbe allargarsi anche in Siria. L’emittente siriana Sana, citando una fonte militare, ha affermato che due missili israeliani hanno colpito dei siti vicino Damasco, ma non sono stati registrati feriti.
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