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Dopo la ripresa del conflitto tra Armenia e Azerbaijan, il Caucaso è divenuto un complesso teatro di crisi. Oltre ai due protagonisti, Russia, Turchia, Israele e Iran sono coinvolti in un nuovo “grande gioco” che rischia di protrarsi nel tempo.
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Tentando un’ennesima mediazione, Mosca ha offerto alle parti la sua expertise per trattare la questione dei corridoi (di trasporto ed energetici) mediante una commissione sui confini che ancora non ha ricevuto il via libera.
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In termini di politica estera pragmatica i russi sono certamente i più abili. Stupisce l’equilibrio cooperativo-competitivo che riescono a mantenere con Ankara. Allo stesso tempo colpisce l’assenza di contributi da parte occidentale.
Il nuovo grande gioco nel Caucaso alimenta la geopolitica del caos

29 ottobre 2021 • 10:21