Pell è stato assolto nel 2020 dall’Alta corte australiana dopo una condanna per molestie e 13 mesi di carcere. Papa Francesco lo aveva anche scelto per riformare le finanze vaticane
Il cardinale George Pell, ex arcivescovo di Melbourne e Sydney, è morto martedì sera all’età di 81 anni dopo aver subito un arresto cardiaco in seguito a un intervento chirurgico all’anca a Roma. Recentemente era apparso in pubblico in occasione dei funerali di Benedetto XVI.
Nel 2014 il porporato australiano era stato chiamato a Roma dal papa come «ministro delle finanze» del Vaticano, dove attuò una profonda riforma. Il suo lavoro è stato riconosciuto in più occasioni da Bergoglio. Pell rappresentava l’ala più conservatrice all’interno della chiesa ed era fortemente contrario al matrimonio tra le persone dello stesso sesso e all’aborto, posizioni che gli hanno causato qualche critica in Australia per via delle sue pressioni sul governo.
«È con profonda tristezza che posso confermare che Sua Eminenza, il Cardinale George Pell, è deceduto a Roma nelle prime ore di questa mattina», ha detto l’arcivescovo di Sydney, Anthony Fisher. «Questa notizia è un grande shock per tutti noi. Vi prego di pregare per il riposo dell'anima del Cardinale Pell, per il conforto e la consolazione della sua famiglia e di tutti coloro che lo hanno amato e lo stanno piangendo in questo momento», ha aggiunto.
Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha invece detto che la salma sarà riportata nel paese. «Per molte persone, in particolare di fede cattolica, questo sarà un giorno difficile», ha detto Albanese. «Esprimo le mie condoglianze a tutti coloro che oggi sono in lutto. Questo sarà uno shock per molti».
Il processo per abusi sessuali
Nel 2018 Pell è stato condannato per aver molestato due ragazzi del coro nella sacrestia della Cattedrale di San Patrizio di età di 13 anni mentre era arcivescovo di Melbourne nel 1996. Dopo 400 giorni di carcere ha vinto il ricorso e le sue condanne sono state annullate con una decisione unanime dalla Corte suprema australiana nel 2020.
Il processo e le accuse sono state raccontate in un libro intitolato Diario di prigionia.
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