In un’intervista al Fatto Quotidiano Gino Strada analizza il ritiro delle truppe dall’Afghanistan, una guerra costata agli Usa duemila miliardi di euro e migliaia di vite umane, e iniziata con motivazioni false e pretestuose. Oggi i talebani avranno un ruolo preminente nel riassetto politico del paese
In un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano il medico e fondatore di Emergency, Gino Strada, ha risposto alle domande sull’Afghanistan e sulla decisione di Joe Biden di ritirare le truppe dal territorio l’11 settembre.
Secondo Strada la scelta degli Stati Uniti è mossa da interessi economici, avendo speso circa duemila miliardi in Afghanistan e migliaia di soldati rimasti uccisi, ma anche perché hanno «bisogno di liberare le truppe per utilizzarle nel contrastare l’espansione cinese» e si sono resi conto che «gli afghani non accetteranno mai l’invasore e che piuttosto sono disposti a riunire tutte le tribù specialmente se si tratta di occupanti che per giustificare la guerra accampano motivazioni false dalle conseguenze disastrose».
Infatti, per Strada le scuse utilizzate per l’intervento armato americano sono state pretestuose: «L’invasione dell’Afghanistan da parte americana non è stata causata dal fatto che il regime talebano ospitasse Osama bin Laden, il fondatore di al Qaeda nonché mente dell’11 settembre. Se ne parlava infatti già durante la presidenza Clinton e, non va dimenticato, prima di bombardare questo già martoriato paese, l’amministrazione Bush tentò un accordo con i talebani per convincerli a farla entrare nella partita della rotta petrolifera che parte dai territori delle ex repubbliche sovietiche per arrivare in Occidente». A questo aggiunge anche «l’altra giustificazione usata dall’occidente» ovvero che a dettare l’intervento armato sia stata anche l’emarginazione femminile, ma «a nessuno è mai interessata realmente la condizione delle donne costrette a portare il burqa» spiega Strada.
Oggigiorno le limitazioni dei diritti delle donne è una questione che riguarda più le aree del paese piuttosto che «il volere dei talebani» dice il medico. In questo momento di “ricostruzione” per il paese si teme un ritorno al potere dei talebani. «Avranno un ruolo di peso nell’imminente riassetto politico – dice – ma voglio sottolineare un fatto: i talebani non sono un fronte così compatto e omogeneo come si crede. Io ne ho conosciuti molti e tra questi c’erano fanatici estremi ma anche persone intelligenti e moderate. Nei nostri ospedali e presidi compresi quelli nella roccaforte talebana di Lashkargat, non abbiamo mai avuto problemi a impiegare personale infermieristico femminile».
Il rischio di uno scoppio di una guerra civile è alto, ma «finché l’Afghanistan sarà occupato da potenze straniere ci sarà sempre e solo guerra». Una guerra che ha «costretto a fuggire migliaia di giovani che ora l’Occidente respinge con l’ignobile menzogna che si tratti di migranti economici – dice Strada – sono invece in tutto e per tutto dei profughi di guerra nati e vissuti sotto le bombe».
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