Due gravi episodi di attacchi alla stampa indipendente questa settimana hanno causato proteste da parte di media e ong, costringendo lo stesso Zelensky a intervenire. La stampa Ucraina, che non ha mai risparmiato critiche a governo e militari, è sul piede di guerra
Due gravi attacchi ad alcuni dei più noti giornalisti investigativi ucraini hanno scosso profondamente il panorama informativo del paese, causando proteste da organizzazioni per i diritti civili e l’intervento dello stesso presidente Volodymyr Zelensky. Gli sono arrivati dopo una crescente campagna di pressioni contro la stampa indipendente, portata avanti da canali Telegram anonimi che sostengono il governo e prendono di mira testate e singoli giornalisti con accuse di tradimento e di abuso di droghe. Nel frattempo, crescono le proteste da parte di ong e altri gruppi contro quella che viene percepita come un crescente controllo del governo sui principali media, motivato ufficialmente con le necessità del conflitto.
Minacce e intercettazioni
L’ultimo attacco in ordine di tempo è avvenuto mercoledì, quando un sito internet ha pubblicato un video che mostra alcuni giornalisti del portale investigativo Bihus.info fare uso di droghe durante una festa privata. Il sito ha pubblicato anche alcune intercettazioni telefoniche in cui si sentono alcuni redattori parlare dell’acquisto di sostanze stupefacenti in vista della festa, mettendo in dubbio l’affidabiltà delle inchieste del giornale che sarebbero state realizzate, scrive, da «tossicodipendenti». In passato, Bihus.info aveva pubblicato inchieste sull’ex vicecapo della polizia, Dmytro Tyshlek, sul capogruppo del partito di Zelensky, David Arakhamia, e sul suo braccio destro, il capo di gabinetto, Andriy Yermak. Il sito che ha pubblicato la notizia si presenta come un sito giornalistico di inchiesta, ma i profili dei suoi redattori risultano falsi e le loro fotografie appaiono realizzate con l’intelligenza artificiale.
Due giorni primi della pubblicazione delle intercettazioni dei redattori di Bihus.info, un altro giornalista investigativo, Yurii Nikolov, ha ricevuto una visita di due sconosciuti che hanno bussato con insistenza alla porta del suo appartamento, urlando insulti come «traditore», «imboscato» e «servo del Cremlino». Un canale Telegram pro governativo ha detto che a compiere la visita sarebbero stati due soldati di ritorno dal fronte, infuriati perché Nikolov avrebbe evitato l’arruolamento. Nikolov in passato ha realizzato alcune delle principali inchieste sugli episodi di corruzione all’interno del ministero della Difesa.
La reazione
I due episodi hanno causato una sollevazione da parte di ong, sindacati e testate giornalistiche, tanto che lo stesso presidente Zelensky è dovuto intervenire. Mercoledì sera, nel suo messaggio serale, ha parlato brevemente delle intercettazioni che hanno colpito il sito Bihus.info, annunciando indagini e definendo «inaccettabile» qualsiasi sorveglianza e intercettazione di giornalisti.
Anche se quelli di questa settimana sono tra gli episodi più gravi avvenuti dall’inizio dell’invasione su larga scala, non sono gli unici. Il sito Mediarukh, che raggruppa la maggior parte delle testate giornalistiche ucraine e delle associazioni per la difesa della libertà di stampa, ha ricordato che campagne di discredito hanno colpito numerosi media, tra cui Detector Media, Ukrainskya Pravda, NV, Censor, Babel, Liga.net ed Espreso.
Fin dall’inizio del conflitto la società civile e in particolare la stampa ucraina hanno dimostrato un’ampia libertà di critica nei confronti di governo e forze armate, nonostante il conflitto in corso, pubblicando decine di inchieste sugli abusi e i casi di corruzione da parte di funzionari pubblici, politici e militari. Nel frattempo, sempre meno persone si fidano della Telemaratona, la trasmissione televisiva a reti unificate che dà notizie ufficiali sul conflitto. Secondo un sondaggio pubblicato a dicembre, soltanto il 43 per cento degli ucraini la ritiene una fonte affidabile. Ora Zelensky, la cui popolarità è in calo dall’autunno, ha un nuovo fronte aperto da affrontare.
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