I manifestanti hanno chiuso alcuni valichi tra i due paesi e stanno limitando anche i rifornimenti delle catene di supermercati. Il premier belga ha chiesto agli agricoltori di sospendere le proteste perché «il messaggio è stato recepito»
Degli agricoltori hanno bloccato diversi punti di passaggio alla frontiera tra Belgio e Paesi Bassi nell'ambito delle proteste che in vanno avanti da giorni in diversi paesi d'Europa. Secondo i media locali, la maggior parte dei manifestanti viene dal Belgio, anche se ci sono molti olandesi. Nelle Fiandre da diversi giorni ci sono posti di blocco che impediscono ai campion di entrare e uscire dal porto di Zeebrugge. Tra i punti di passaggio bloccati c'è anche quelli che portano ad Anversa.
La reazione della politica
Il messaggio della protesta ha raggiunto anche i vertici della politica. Il premier belga, il liberale Alexander de Croo, ha chiesto agli agricoltori di abbandonare i blocchi perché il messaggio che vogliono trasmettere con le loro proteste è già stato recepito «sia a livello belga che europeo».
«Il segnale è stato inviato. Li abbiamo ricevuti sia a livello federale (belga) che a livello europeo. Penso che sia giunto il momento di togliere le barriere» ha detto De Croo alla televisione belga Vrt.
Più di mille trattori hanno bloccato il quartiere europeo di Bruxelles ieri, in concomitanza con il vertice straordinario dell'Ue, per amplificare l'impatto mediatico e politico di una protesta agricola che si sta diffondendo in diversi Paesi europei.
Gli agricoltori in Belgio continuano a bloccare anche gli accessi ad alcuni centri di distribuzione dei supermercati. In particolare i blocchi riguardano i siti delle aziende Colruyt, Delhaize e Lidl. Colruyt ha reso noto che i disservizi sono significativi nella distribuzione dei prodotti gestiti nei due centri bloccati, in particolare prodotti alimentari secchi, acqua e bevande.
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