Oltre alla Germania, nessun altro paese europeo si è impegnato a mandare difese antiaeree in Ucraina. Nel frattempo a Kharkiv i russi distruggono l’antenna Tv, mentre la stampa indipendente russa dice che il leader ceceno Kadyrov è in fin di vita
Il primo ministro ungherese Viktor Orbán è tornato a suonare l’allarme sul rischio «Terza guerra mondiale» a causa di quelle che, accusa, sono le posture sempre più belliciste adottate da leader e istituzioni europee sulla guerra in Ucraina. «Siamo a un passo dall’invio di truppe da parte dell’Occidente in Ucraina – ha scritto Orbán su Facebook – Si tratta di un vortice di guerra che può trascinare l’Europa nel baratro. Bruxelles gioca col fuoco». Ma in realtà, l’Europa continua ad avere difficoltà nel fornire a Kiev gli armamenti necessari anche soltanto a difendersi adeguatamente.
Fallimenti europei
La parole di Orbán sono una risposta alla crescente retorica militaresca che alcuni leader europei, il presidente francese Emmanuel Macron in testa, hanno adottato nelle ultime settimane. Ma alle promesse di un maggiore coinvolgimento nel conflitto in Ucraina, fino al possibile impegno militare, ipotizzato da Macron e smentito dagli altri leader europei, per il momento non stanno seguendo i fatti.
Proprio ieri, nel corso di una riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione europea in Lussemburgo, è mancato l’accordo per inviare in Ucraina nuovi missili antiaerei a lungo raggio, un tipo di armi che ha uno scopo essenzialmente difensivo.
L’iniziativa per inviare nuovi sistemi missilistici a Kiev era stata presa dal governo tedesco dopo gli allarmi lanciati dal presidente Volodymyr Zelensky sull’esaurimento delle scorte di missili utilizzati soprattutto per proteggere le città ucraine dagli attacchi aerei. Negli ultimi due mesi, circa l’80 per cento della rete elettrica ucraina è stato distrutto nei bombardamenti russi.
Fino a ora, però, il governo tedesco è stato l’unico a rispondere alla richiesta di Zelensky, annunciando l’invio nel paese di un nuovo sistema Patriot, il più efficace a disposizione dei paesi Nato. Alla riunione di ieri, invece, nessuno degli altri paesi europei dotati di Patriot – Svezia, Grecia, Spagna, Romania, Polonia e Paesi Bassi – si è impegnato formalmente a separarsi dai suoi sistemi.
Composti da radar, lanciatori e altri elementi e con un costo di circa un miliardo di euro ciascuno, i Patriot sono in genere considerati una parte essenziale della difesa nazionale di quei paesi che li possiedono che per queste ragioni sono spesso restii a rinunciarvi.
Nel frattempo, nemmeno Francia e Italia si sono impegnate a inviare in Ucraina i loro Samp-T, un sistema meno potente dei Patriot, ma ritenuto altrettanto importante da Kiev.
Kharkiv
Nuove conseguenze della mancanza di difese in Ucraina si sono viste ancor una volta ieri, quando un missile russo ha distrutto la principale antenna tv di Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina. Al momento dell’attacco, gli impiegati della stazione televisiva si trovavano nei rifugi e non ci sono state vittime. Ma ora ci sono problemi con il segnale digitale in tutta la regione.
Kharkiv è da settimane al centro della nuova offensiva aerea russa, contro cui le difese ucraine possono fare ben poco. Gli attacchi russi hanno completamente distrutto le infrastrutture energetiche della città, dove ora la corrente elettrica viene erogata in turni di quattro ore, seguiti da quattro ore di blackout.
Kadyrov
Crescono intanto i sospetti sulla salute di Ramzan Kadyrov, leader della Repubblica autonoma di Cecenia e principale alleato del presidente russo Vladimir Putin nella regione del Caucaso. Secondo il giornale indipendente russo Novaya Gazeta, Kadyrov soffrirebbe da diversi anni di necrosi del pancreas e sarebbe ormai arrivato a una fase terminale della malattia.
Secondo il quotidiano, Kadyrov sarebbe affetto da necrosi fin dal 2019 e avrebbe attraversato diverse fasi in cui miglioramenti temporanei si sono alternati a peggioramenti. Le fonti consultate dal giornale dicono che dallo scorso settembre il leader ceceno si trova in una situazione in cui non è più riconoscibile e non sarebbe più in grado di operare politicamente.
Il Cremlino sarebbe pronto allo scenario peggiore, ossia la necessità di sostituire rapidamente il leader ceceno per evitare l’esplosione del caos nel paese. Prima dell’ascesa al potere di Kadyrov, avvenuta nel 2007, la Russia ha combattuto due sanguinosi conflitti in Cecenia e la regione è stata a lungo un fattore destabilizzante per l’intera Federazione.
Dopo la pubblicazione dell’articolo di Novaya Gazeta, il governo ceceno ha pubblicato il video di una riunione presieduta da Kadyrov. Nel filmato, ha notato il giornale russo indipendente Meduza, Kadyrov si muove appena e parla in modo scarsamente intelleggibile, facendo poco per smentire le notizie sul suo stato di salute.
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