La missione del senatore a Dakar è stata omaggiata dall’ambasciata. Assieme a lui una delegazione di imprenditori di cui però la camera di commercio locale non sapeva niente
- Un aperitivo durato circa tre ore è stato l’omaggio offerto dall’ambasciata italiana di Dakar per accogliere, lunedì sera, il senatore Matteo Renzi e i suoi compagni di viaggio, una delegazione di imprenditori.
- Il Senegal è un paese con cui l’Italia vanta buoni rapporti commerciali. Eppure di questa missione che Renzi ha intrapreso proprio nei giorni in cui il suo partito teneva la prima assemblea nazionale dopo la nascita del governo Draghi, il presidente della camera di commercio italiana a Dakar, Niccolò Tendi, non è stato informato.
- All’incontro «informale», organizzato preso l’ambasciata italiana, hanno partecipato l’ex premier, l’ambasciatore e lo staff diplomatico, membri delle autorità religiose italiane e, appunto, la delegazione di imprenditori arrivata dall’Italia.
Un aperitivo durato circa tre ore è stato l’omaggio offerto dall’ambasciata italiana di Dakar per accogliere, lunedì sera, il senatore Matteo Renzi e i suoi compagni di viaggio, una delegazione di imprenditori, secondo quanto rivelato dal quotidiano La Verità, che l’ex premier non ha mai nominato nelle dichiarazioni ufficiali sul suo viaggio in Senegal.
Il Senegal è un paese con cui l’Italia vanta buoni rapporti commerciali, la presenza di imprenditori italiani non è una novità. Eppure di questa missione che Renzi ha intrapreso proprio nei giorni in cui il suo partito teneva la prima assemblea nazionale dopo la nascita del governo Draghi, il presidente della camera di commercio italiana a Dakar, Niccolò Tendi, non è stato adeguatamente informato. «Non abbiamo capito neanche noi cosa è venuto a fare Renzi», dice.
Matteo in Africa
Il viaggio di Matteo Renzi in Senegal sarebbe iniziato dalla città spagnola di Malaga. Qui, secondo La Verità, Renzi è salito a bordo di un aereo privato italiano decollato da Brescia e atterrato a Dakar subito dopo pranzo.
È stato lo stesso ex presidente del Consiglio ad annunciare il suo arrivo nel paese africano tramite un post su Facebook. «Sono tornato a Dakar dove domattina (oggi ndr) vedrò il presidente Macky Sall», ha scritto sul suo profilo. Sappiamo, quindi, dell’incontro con il presidente senegalese, ma nei suoi annunci non c’è nessun riferimento alla delegazione di imprenditori che il senatore avrebbe accompagnato. «Credevo e credo che l’Italia debba investire molto in Africa: inutile dire che dobbiamo aiutarli a casa loro se poi tagliamo su cooperazione allo sviluppo e lasciamo le infrastrutture ai cinesi», continua il post del leader di Italia viva. Una dichiarazione che sembra spiegare il tema dell’incontro con le controparti africane. E qui veniamo alla serata di lunedì in cui Renzi ha partecipato a un aperitivo iniziato alle 19 e concluso intorno alle 22.
All’incontro «informale», organizzato preso l’ambasciata italiana, hanno partecipato l’ex premier, l’ambasciatore e lo staff diplomatico, membri delle autorità religiose italiane e, appunto, la delegazione di imprenditori arrivata dall’Italia. Tendi, che presiede la camera di commercio insediata nella capitale senegalese e che ha dunque contatti con le aziende italiane che hanno affari nell’area, dice: «So che era accompagnato da una delegazione di imprenditori italiani che immagino abbiano fatto delle offerte di servizi e prodotti al governo senegalese, ma più di questo non posso dire».
I contatti col governo
Tendi conferma che la missione «non è stata abbastanza chiara e comunicata», un fatto insolito per una visita di un senatore italiano nonché leader di un partito di governo ed ex premier. «Se lo avessi saputo prima lo avrei incontrato per parlare della situazione imprenditoriale italiana in Senegal», racconta.
Riguardo alla delegazione degli uomini d’affari non si sa molto. Uno di loro è attivo nel campo delle costruzioni e dei trasporti, ma a Dakar non si era mai sentito, in ogni caso erano meno di dieci. In ambasciata «non c’è stato nessun scambio tra i presenti e questa delegazione, non era una riunione di lavoro», spiega Tendi.
Una seconda fonte spiega che «non sembravano grossi imprenditori impegnati in Africa».
Secondo Tendi, «Renzi ha fatto forse valere i suoi precedenti contatti governativi in Senegal con alcuni imprenditori e quindi li ha portati giù per cercare di favorire le relazioni commerciali». I legami tra Renzi e il presidente Macky Sall risalgono al febbraio del 2016, durante una visita ufficiale dell’allora presidente del Consiglio. Renzi ha detto di avere incontrato a Dakar anche l’ex primo ministro britannico e leader laburista Tony Blair, anche lui nel paese nella sua nuova veste di consulente e conferenziere.
Blair a Dakar
A Dakar c’è infatti una sede del Tony Blair Institute for Global Change, il think tank dell’ex premier inglese: una organizzazione non profit finanziata per un terzo dai governi africani che di fatto è una agenzia di consulenza che forma neolaureati ed esperti, nel caso del Senegal soprattutto locali, che vengono inseriti nelle strutture di governance delle pubbliche amministrazioni per seguire i progetti e attrarre investimenti di multinazionali.
Secondo un articolo pubblicato dalla rivista Jeune Afrique, l’istituto di Blair in Senegal ha seguito il piano energetico “Power Africa” e ha un consulente integrato nel ministero dell’Energia. Nonostante tutto, sulla stampa locale il viaggio di Renzi è passato in sordina. «Chiaramente la notizia viene utilizzata dai media governativi come un modo per far vedere che il presidente ha ancora un’autorevolezza e considerazione all’estero», spiega Tendi. Non è chiaro se il Senegal sia stato solo la prima tappa di un tour d’ Afrique dell’ex sindaco di Firenze. Da quello che si sa il senatore doveva continuare il suo viaggio in Kenya e, forse, in Ruanda, ma nel suo post su Facebook il leader di Italia viva ha scritto che oggi sarà al Senato e interverrà dopo il premier Mario Draghi che terrà un’informativa in vista del Consiglio europeo di domani e venerdì. Forse darà qualche spiegazione in più sul suo ultimo viaggio, dopo quello in Arabia Saudita per tessere le lodi del regime di Mohammed bin Salman.
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