Biden ha autorizzato il Pentagono a procedere con un attacco mirato che avesse come obiettivo membri dell'Isis-K, ramo afghano dello Stato Islamico, che ha rivendicato gli attentati kamikaze del 26 agosto. Questa mattina è atterrato l'ultimo volo italiano, concludendo l'operazione Aquila Omnia iniziata il 15 agosto scorso
La vendetta preannunciata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden dopo il duplice attentato dello Stato islamico khorasan (Isis-K) all’aeroporto internazionale di Kabul in cui sono morte almeno 170 persone tra cui 13 marines americani, è arrivata ieri.
Gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco di droni in Afghanistan, uccidendo, secondo quanto riferito dal Comando centrale americano, colui che ha pianificato l’attentato. Il presunto esponente dell’Isis-K è stato ucciso nella provincia di Nangarhar, a est di Kabul e al confine con il Pakistan. Un drone Reaper lo ha colpito mentre era in auto con un altro membro dell’organizzazione.
La conferma è arrivata ieri pomeriggio dal generale americano Hank Taylor, vicepresidente dei capi di Stato maggiore per le operazioni regionali, nel corso di una conferenza stampa, durante la quale ha confermato l’uccisione di due «obiettivi dell’Isis-K di alto profilo», mentre un terzo miliziano sarebbe rimasto ferito. Taylor ha inoltre confermato che nell’attacco non ci sono state vittime civili. Tuttavia, il portavoce dei Talebani, Zabihullah Mujahid, ha condannato l’attacco Usa, parlando di una chiaro attentato in territorio afghano.
La notizia della morte dei militanti dell’Isis-K, è arrivata nello stesso momento in cui le forze americane avevano dichiarato lo stato di allerta per altri possibili attacchi all’aeroporto di Kabul. Il portavoce del Pentagono John Kirby ha infatti dichiarato che «ci sono ancora minacce specifiche e credibili», dopo gli attentati dei giorni scorsi e ha raccomandato ai cittadini che si trovano presso l’Abbey gate, l’East gate, il North gate e il New Ministry of Interior gate di «lasciarli immediatamente».
Le accuse dei sopravvissuti
Mentre il presidente degli Stati Uniti parlava alla nazione, promettendo vendetta contro l’Isis-K per aver provocato la morte di 13 militari americani, il numero delle vittime civili dopo l’attentato all’aeroporto internazionale aumentava. Non tutti, però, sarebbero morti a causa dell’attentato kamikaze. Alcuni testimoni oculari avrebbero raccontato a un reporter della Bbc inviato in Afghanistan che molti sono stati uccisi dai soldati americani che hanno aperto il fuoco sulla folla, in preda al panico, dopo le esplosioni. Secondo quanto raccontato dai presenti, i marines insieme ai soldati turchi, sparavano dalle torri di avvistamento dell’aeroporto. Il Dipartimento della difesa americano non ha voluto rispondere alla richiesta della Bbc di commentare queste affermazioni.
Massima allerta
Anche negli Stati Uniti c’è massima allerta per il rischio di attentati dopo l’attacco all’aeroporto di Kabul e le evacuazioni di massa dall’Afghanistan. A riportarlo è la Cnn, che cita funzionari federali secondo cui il Department of Homeland Security (Dhs), il Dipartimento per la sicurezza interna, sta valutando «tre minacce principali», incluso il rischio che in Afghanistan membri dell’Isis-K o di al Qaeda possano usare le evacuazioni per infiltrarsi ed entrare negli Stati Uniti. «È in corso uno screening approfondito e un processo di controllo accurato per chi viene trasferito nel paese», ha detto il capo dell’intelligence del Dhs, John Cohen, in una videoconferenza con i colleghi del Dipartimento di giustizia. Tuttavia dal giorno dell’attentato, sono state diverse le accuse rivolte ai soldati americani, prima fra tutte come sia stato possibile che i kamikaze siano entrati indisturbati arrivando a cinque metri di distanza dalla loro base in aeroporto.
Di Maio pensa al G20
Ieri mattina è atterrato a Fiumicino l’ultimo aereo italiano in arrivo da Kabul, concludendo così l’operazione Aquila Omnia iniziata il 15 agosto scorso. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha dichiarato che adesso ha inizio «una fase due in Afghanistan, nella quale il nostro imperativo deve essere non abbandonare il popolo afghano, le donne e le bambine afghane». Aggiungendo che anche qui c’è una grande preoccupazione per le minacce terroristiche. In che modo, invece, l’Italia continuerà a sostenere gli afghani non è chiaro. «L’Italia sta lavorando a un G20 straordinario sull’Afghanistan – ha aggiunto il titolare della Farnesina – il nostro obiettivo è arrivare a una linea condivisa sul futuro del popolo afghano». Nei giorni scorsi, il presidente del Consiglio Mario Draghi, ha avuto vari confronti con i leader di altri paesi con l’obiettivo di accordarsi su come agire, anche rispetto al governo imposto dai Talebani.
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