Con le affermazioni di Pompeo, gli Stati Uniti sono diventati il primo paese ad accusare di genocidio le azioni repressive commesse da Pechino sulla minoranza etnica
In attesa del rilascio del video di fine incarico del presidente uscente americano Donald Trump, gli Stati Uniti si trovano tra gli ultimi fuochi dell’amministrazione repubblicana e le prime misure dal nascente governo del democratico Joe Biden il cui mandato inizierà il 20 gennaio.
L’accusa di genocidio alla Cina
Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha accusato la Cina di genocidio nei confronti degli uiguri, la popolazione di fede islamica che vive nella provincia cinese dello Xinjiang. Con le affermazioni di Pompeo, gli Stati Uniti sono diventati il primo paese ad accusare di genocidio le azioni repressive commesse da Pechino sulla minoranza etnica. La decisione del governo americano non implica nuove sanzioni nei confronti della Cina, ma renderà molto più difficile per le aziende statunitensi lavorare nello Xinjiang. Il termine «genocidio» era stato usato in precedenza anche da Joe Biden che tramite un suo portavoce aveva detto di considerare un «genocidio» le azioni repressive della Cina nella regione.
La fine del Muslim ban
In attesa dell’insediamento ufficiale, lo staff del presidente eletto Joe Biden ha comunicato che il democratico introdurrà una riforma delle politiche migratorie che mira a far ottenere la cittadinanza americana a undici milioni di migranti attualmente presenti sul territorio senza uno status legale definito. La decisione mira a smantellare l’impianto delle politiche sulle immigrazioni dell’amministrazione Trump che era stato fortemente criticato per alcune decisioni come quella di separare le famiglie sudamericane arrivate dal Messico e di vietare l’accesso ai cittadini si sette paesi islamici. Quest’ultimo provvedimento, noto come Muslim Ban, sarà rimosso da Biden.
McConnell attacca sull’impeachment
Nel frattempo continua la procedura di impeachment nei confronti di Trump, accusato di avere incitato alla rivolta i suoi sostenitori prima dell’assalto del Congresso avvenuto il 6 gennaio. La procedura è già passata alla Camera e dovrà ora essere approvata al Senato. Il leader dei repubblicani al Senato, Mitch McConnell, ha detto per la prima volta pubblicamente di ritenere Trump responsabile di quanto avvenuto dicendo: «Coloro che hanno assaltato il Congresso sono stati incitati da Trump e da altre persone potenti». McConnell ha poi rincarato la dose dicendo che l’assalto è stato causato da «bugie» riferendosi chiaramente alle accuse di Trump che aveva accusato i democratici di avere commesso brogli durante le elezioni del 3 novembre.
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