I corpi recuperati al largo del Peloponneso, dopo il rovesciamento di un barcone carico di migranti, sono già 79. In 104 sono stati tratti in salvo, ma secondo i superstiti sulla nave ce tra le 500 e le 700 persone
La guardia costiera greca è ancora alla ricerca di centinaia di persone disperse nel naufragio di un barcone carico di migranti avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì. I soccorritori hanno già recuperato 79 corpi, mentre altre 104 persone sono state salvate. Ma a bordo c’erano tra le 500 e le 700 persone, dicono i superstiti e la guardia costiera. Secondo il governo si tratta di una dei più gravi naufragi mai verificatisi nel paese. Sono stati proclamati tre giorni di lutto.
Ma ci sono polemiche per la mancaza di soccorsi prima del verificarsi del disastro. L’imbarcazione era stata avvistata già nel pomeriggio di martedì da un aereo dell’agenzia europea Frontex. Le autorità greche avrebbero contattato il barcone, ma le persone a bordo avrebbero detto che la loro intenzione era proseguire per l’Italia.
Anche se nessuno a bordo indossava giubbotti di salvataggio e il barcone appariva eccessivamente carico, la guardia costiera greca non è intervenuta. Poco prima delle 2 di notte di mercoledì, l’imbarcazione ha avvertito la guardia costiera greca di un malfunzionamento al motore. Successivamente, l’imbarcazione si è rovesciata ed è affondata in circa 15 minuti. Le operazioni di soccorso sono state complicate dai forti venti.
L’incidente sembra ancora più grace del naufragio di Cutro, quando a febbraio 94 persone sono morte a largo della Calabria. Anche in quel caso, la guardia costiera italiana è stata accusata di non essere intervenuta con sufficiente rapidità.
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