Gli alleati riuniti nella base aerea di Ramstein hanno raggiunto l’accordo su un nuovo piano di aiuti militari, ma non sull’invio dei blindati pesanti. E per gli americani la riconquista della Crimea nel 2023 sarà difficile
Gli alleati dell’Ucraina riuniti nel cosiddetto “gruppo di contatto” hanno raggiunto l’accordo su un nuovo e vasto pacchetto di armi da inviare nel paese. Nella lista approvata durante la riunione nella base aerea americana in Germania di Ramstein, non saranno inclusi carri armati, uno dei sistemi più richiesti dagli ucraini, ma sulla cui fornitura il governo tedesco è ancora incerto.
La lista
Alla riunione era presente anche il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov e il presidente Volodymyr Zelensky è intervenuto via video collegamento. Gli Stati Uniti hanno annunciato un nuovo pacchetto di aiuti da 2,5 miliardi di dollari che contiene costosi missili antiaereo e antimissile Patriot, centinaia di migliaia di proiettili di artiglieria e numerosi veicoli blindati: una cinquantina circa di Bradley da combattimento, un centinaio di blindati Stryker e più del doppio di jeep Humvee.
Anche il governo tedesco ha annunciato un pacchetto di aiuti cospicuo: un miliardo di euro che comprende missili Patriot, blindati antiaerei e artiglieria. Paesi come Regno Unito, Lettonia e Polonia hanno già annunciato che invieranno decine di sistemi di difesa aerea Stinger e sistemi di artiglieria. La Finlandia ha annunciato il pacchetto più grande fino a questo momento: 400 milioni di euro, il cui contenuto non sarà divulgato per ragioni di sicurezza.
E i carri armati?
Nessuna svolta sui carri armati, invece. Da tempo gli ucraini chiedono di essere riforniti di blindati pesanti che renderanno più semplice condurre la controffensiva che tutti attendono per la prossima primavera. L’Ucraina ha già ricevuto alcune centinaia di questi veicoli, ma fino ad ora si è sempre trattato di veicoli di epoca sovietica rimasti negli arsenali dei paesi ex Patto di Varsavia.
Lo stock di questi veicoli è ormai esaurito e gli ucraini chiedono di essere riforniti di moderni carri armati Nato, una richiesta complicata non solo politicamente. I candidati ideali per soddisfare questa richiesta sono i carri armati tedeschi della famiglia Leopard, la variante 1, entrata in produzione negli anni Sessanta, e la moderna variante 2, considerata uno delle migliori al mondo.
Sia i Leopard 1 che i Leopard 2 sono in dotazione a numerosi paesi Nato. Sono quindi numerosi e con vaste riserve di parti di ricambio, caratteristiche che li rendono ideali per l’Ucraina. Ma per la loro riesportazione serve in ogni caso l’assenso del governo tedesco, che teme che la consegna di moderni carri armati possa costituire una pericolosa escalation con la Russia.
Quindici paesi che hanno in dotazione carri Leopard hanno discusso il possibile invio dei mezzi in Ucraina a Ramstein, senza però raggiungere un accordo. Il nuovo ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha detto però che la questione «sta facendo passi avanti».
Anche gli Stati Uniti sono per il momento restii a fornire all’Ucraina i loro carri armati della famiglia M1 Abrams –moderni ed estremamente efficienti, ma anche delicati e bisognosi di una manutenzione persino maggiore dei Leopard tedeschi.
Una volta raggiunta la decisione, sarà comunque necessario addestrare gli equipaggi ucraini al loro utilizzo, preparare tutta la logistica necessaria a sostenere i mezzi e inquadrarli nelle formazioni esistenti o crearne di nuove. Diversi esperti ritengono che, anche nella migliore delle ipotesi, difficilmente unità Leopard saranno pronte al combattimento in primavera.
I commenti
La conclusione della conferenza ha comunque portato all’accordo sull’invio in Ucraina di miliardi di dollari in armi e munizioni che saranno utilizzati per preparare l’offensiva di primavera. «Questo è un momento cruciale. La Russia si sta riorganizzando, reclutando e cercando di riequipaggiare – ha detto il segretario della Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin – Non è un momento per rallentare. È un momento per scavare più a fondo. Ma il popolo ucraino ci osserva. Il Cremlino ci osserva e la storia ci osserva. Quindi non molleremo. E non vacilleremo nella nostra determinazione ad aiutare l’Ucraina a difendersi dall’aggressione imperiale della Russia».
In mattinata il Washington Post ha diffuso la notizia riguardo un incontro segreto tra Austin e Zelensky che si è tenuto in Ucraina la scorsa settimana, proprio in preparazione del vertice di oggi in Germania. Nonostante la mancata decisione di inviare carri armati da parte di Berlino, Austin ha detto che il gruppo di alleati è unito e continuerà a supportare Kiev nella guerra contro la Russia.
Niente Crimea nel 2023
La decisione di continuare a fornire armi all’Ucraina a ritmo intenso rappresenta una netta risposta degli alleati a Vladimir Putin e alla sua speranza di vincere per “stanchezza” degli avversari. Ma dalla conferenza è stato lanciato anche qualche messaggio diretto al governo e all’opinione pubblica ucraina. «Vedo difficile la riconquista di tutta l’Ucraina già quest’anno», ha detto il capo di stato maggiore americano Mark A. Milley. Il fronte, ha ricordato, rimane statico e il terreno occupato dalle truppe russe, che comprende il Donbass e la Crimea, è vasto. «Questa guerra – ha aggiunto – finirà al tavolo dei negoziati. E si sta rivelando una catastrofe per la Russia».
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