Israele ha attaccato preventivamente Hezbollah, nelle prime ore del mattino, mirando alle postazioni militari del gruppo sciita, già pronte a sparare razzi sul territorio israeliano. Dopo i primi bombardamenti, Hezbollah avviato l’operazione sparando almeno 320 razzi su 11 siti, alcuni anche a Tel Aviv, ma che hanno mirato soprattutto alla Galilea. Tra gli obiettivi, secondo quanto riferito, c’era anche la sede del ministero della Difesa e la sede operativa del Mossad, i servizi segreti di Israele.

Razzi intercettati

I sistemi di difesa israeliano hanno comunque funzionato e l'Idf ha rivendicato la distruzione di decine di lanciarazzi. Il governo israeliano ha dichiarato lo stato di emergenza per 48 ore, mentre a Tel Aviv sono state chiuse le spiagge e le istituzioni culturali e sono stati aperti i rifugi per eventuali attacchi missilistici.

«Stiamo rimuovendo le minacce al fronte interno israeliano. Decine di aerei stanno ora attaccando obiettivi in diverse aree del Libano meridionale», ha fatto sapere l’Idf durante i bombardamenti dei caccia nelle prime ore del mattino. I vertici militari di Tel Aviv hanno anticipato l’operazione di Hezbollah.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha quindi spiegato: «Questa mattina all'alba abbiamo scoperto i preparativi di Hezbollah, che era pronto ad attaccare Israele. Abbiamo dato ordine all'esercito di agire subito per eliminare la minaccia. L'Idf sta operando con forza, ha distrutto decine di razzi diretti al nord. Chiedo ai cittadini di Israele di seguire le indicazioni di sicurezza». 

Sull’esito dell’attacco, l’esercito ha spiegato: «Nessuna base militare (israeliana) è stata colpita, e nessun obiettivo nel centro del Paese è stato danneggiato».

La reazione di Hezbollah

Si tratta del primo vero scontro militare dopo l’operazione in cui è stato ucciso Fuad Shukr, a Beirut, nel luglio scorso per mano dell’esercito israeliano. In giornata il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, terrà un discorso, anche se il gruppo sciita, sostenuto dall’Iran, ha fatto saper di aver terminato l’attacco.

«Il momento è delicato, ma se vogliamo parlare di pace dobbiamo continuare a mandare messaggi di pace. Ci auguriamo che l'attacco di Hezbollah sia concluso come hanno detto», ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

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