- Il Cremlino si prepara a un grande attacco per il quale si è preparato tutto l’inverno, dicono numerosi funzionari e militari ucraini.
- L’attacco sarà lanciato probabilmente in Donbass, con l’obiettivo di riconquistare tutta la regione che la Russia ha annesso illegalmente.
- Ma gli esperti, sia occidentali che russi, dubitano che questo attaccò porterà a una grande vittoria prima delle piogge primaverili e dell’arrivo di nuove armi occidentali.
L’Ucraina si prepara ad affrontare una nuova offensiva russa. Secondo il ministro della Difesa Oleksiy Reznikov, l’attacco potrebbe iniziare già nei prossimi giorni e raggiungere il culmine il 24 febbraio, anniversario dell’inizio dell’invasione.
Secondo l’intelligence ucraina, Mosca ha ammassato truppe e mezzi nelle regioni di Donetsk e Lugansk e ha intenzione di colpire prima dell’arrivo al fronte delle nuove armi inviate dagli alleati, tra cui i carri armati di fabbricazione occidentale.
Il capo di stato maggiore e comandante delle operazioni russe in ucraina Valery Gerasimov ha annunciato a fine dicembre che l’obiettivo delle sue truppe è la completa riconquista delle due regioni che compongono il Donbass: un territorio con una superficie di 11 chilometri quadrati. Ma esperti e analisti, compresi alcuni milblogger russi, sono scettici sulla capacità dell’esercito russo di lanciare un’offensiva di grande successo.
Il contesto
Nei mesi invernali i due eserciti hanno rallentato il ritmo delle operazioni e hanno cercato di ricostituire le loro forze dopo le offensive dell’estate dell’autunno. L’esercito russo si è rafforzato grazie all’arrivo dei soldati mobilitati con la chiamata alle armi.
Secondo gli ucraini, Mosca dispone di 350mila soldati in Ucraina, mentre altri 150mila stanno completando l’addestramento in Russia. Secondo altre stime, le truppe schierate nel paese sarebbero 250mila.
In ogni caso, gli esperti concordano sul fatto che l’esercito russo ha raggiunto la parità numerica, se non addirittura la superiorità sugli ucraini. Restano però molti dubbi sulla qualità di queste truppe e del loro equipaggiamento.
Nei mesi invernali la parte più attiva del fronte è stata quella intorno a Bakhmut, una città fortificata difesa dagli ucraini nella regione di Donetsk. A partire dallo scorso agosto, la zona ha subito attacchi sempre più intensi, portati avanti soprattutto dalla compagnia mercenaria semi-privata Wagner, che avrebbe utilizzato i circa 40mila carcerati reclutati lo scorso autunno.
Nonostante gli attacchi e le pesanti perdite subite da Wagner, Bakhmut continua a resistere, anche se i suoi difensori sono in una posizione sempre più precaria. La battaglia si è trasformata in uno scontro di logoramento. Gli ucraini sostengono di aver inflitto ai russi perdite sette volte superiori a quelle subite, ma ammettono che lo scontro è stata duro ance per le loro forze.
L’offensiva
Secondo gli ucraini, l’attacco russi si concentrerà nella regione del Donbass. Reznikov ha detto che non ci sono segnali che indicano la preparazione di attacchi negli altri settori di cui si era parlato nelle scorse settimane: a nord, verso Kharkiv e Cherhiv. Sia gli ucraini che gli analisti occidentali per il momento escludono anche possibili attacchi provenienti dalla Bielorussia.
Sul fronte del Donbass, procedendo da nord a sud, la situazione attuale è la seguente. Nella parte più settentrionale del fronte, lungo la linea Svatove-Kreminna, nella regione di Luhansk, gli ucraini mantengono ancora l’iniziativa e stanno compiendo piccoli attacchi a cui i russi hanno iniziato a rispondere con controffensive locali.
Dietro questa linea, gli ucraini controllano la strategica città di Lyman, una località chiave per la riconquista della regione e probabilmente uno degli obiettivi della futura offensiva.
Più a sud, la città-fortezza di Bakhmut continua a resistere e probabilmente resterà al centro dell’offensiva russa nei prossimi giorni e settimane. Le possibilità di una ritirata ucraina sono sempre più alte, ma nonostante l’alto valore simbolico è difficile che i russi possano utilizzarla come trampolino di lancio per un rapido sfondamento senza aver prima ottenuto significative vittorie lungo altre direttrici.
Infine, nella zona meridionale del fronte, al confine tra la regione di Donetsk e quella di Zaporizhzhia, l’esercito russo ha già iniziato ad attaccare la città di Vuhledar, all’incirca 130 chilometri a sud di Bakhmut. Si tratta di attacchi di ridotte dimensioni e che hanno probabilmente l’obiettivo di sondare le forze avversarie, dicono gli ucraini.
Le valutazioni
In una conferenza stampa questa settimana, il ministro della Difesa ucraino Reznikov è apparso sicuro della capacità di resistenza ucraina al futuro attacco: «Abbiamo ammassato riserve che possiamo schierare in qualsiasi momento e con le quali possiamo contrattaccare».
Numerosi esperti europei e americani sono altrettanto scettici sulle potenzialità dell’offensiva russa. «Non abbiamo osservato prove che le forze russe abbiano accumulato sufficiente capacità combattiva da consentirgli di sconfiggere le truppe ucraine e riconquistare l’intero Donbass prima di marzo», hanno scritto nel loro briefing gli esperti dell’Institute for the study of war.
Anche tra gli analisti russi non circola molto ottimismo. «Se non lanciamo un'offensiva prima della fine di febbraio, molto probabilmente non ci sarà una seconda possibilità», dice un messaggio sul canale Telegram Grey zone, affiliato al gruppo Wagner.
Secondo l’ex ufficiale dell’intelligence e leader separatista Igor Girkin, invece, l’occasione di un attacco di successo è già stata perduta e senza una nuova mobilitazione, anche economica e finanziaria, qualsiasi offensiva russa si impantenerà con l’arrivo della stagione del disgelo e nel fango alla fine di febbraio.
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