L’esercito russo rischia di perdere un’altra nave militare dopo l’affondamento della Moskva avvenuto lo scorso 14 aprile. Nella mattinata di ieri gli ucraini hanno riferito di aver colpito nell’Isola dei Serpenti la fregata militare Admiral Makarov con un missile Neptune, la stessa arma che secondo l’intelligence americana è stata usata contro l’incrociatore missilistico Moskva di stanza al largo di Odessa.

Il portavoce del Cremlino Dmitrj Peskov ha detto che non hanno alcuna informazione su navi russe colpite nel mar Nero. Un approccio simile a quello già usato nel caso precedente. Ma se la notizia venisse confermata e la fregata avesse subito gravi danni, sarebbe un duro colpo per l’esercito russo, dato che la Admiral Makarov è una delle tre grandi navi da combattimento che Mosca ha nel mar Nero.

Dopo l’affondamento della Moskva, sul quale ieri il portavoce del Pentagono John Kirby ha negato un coinvolgimento da parte dell’intelligence americana, la Russia ha intensificato la sua offensiva colpendo le città di Mykolaiv, Odessa e Leopoli. Il rischio è che possa accadere un’altra offensiva simile di larga scala.

Azovstal

Nella giornata di ieri è iniziata anche la terza operazione di salvataggio delle Nazioni unite per evacuare i civili dall’acciaieria Azovstal di Mariupol, dopo che in settimana il polo industriale è stato preso di mira da bombardamenti e attacchi dell’artiglieria pesante.

Le autorità ucraine hanno detto che ieri un pullman con venticinque civili, tra cui anche diversi bambini, ha lasciato il complesso industriale. «Durante il cessate il fuoco nel territorio dell’acciaieria Azovstal le truppe russe hanno sparato su un’auto che stava trasportando dei civili per evacuarli dalla fabbrica. Un soldato è stato ucciso e ci sono sei feriti», hanno detto ieri in un comunicato i membri del gruppo ultra nazionalista Azov, integrato all’interno dell’esercito ucraino.

In totale si stima che dentro l’acciaieria ci siano ancora duecento civili e circa 500 soldati feriti.

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha detto ieri che a Mariupol è in corso «un esempio di tortura e fame usata come arma di guerra». Mentre Mosca ha confermato le dichiarazioni delle autorità filorusse di Donetsk e Luhansk che nella giornata di giovedì hanno annunciato la cancellazione delle celebrazioni per il 9 maggio nella regione, giorno in cui a Mosca si festeggia la vittoria sulla Germania nazista. Troppo rischioso in un momento in cui l’esercito ucraino non solo si sta difendendo ma sta anche lanciando controffensive in diversi parti del territorio come nella regione di Kharkiv, nell’Ucraina orientale.

Gli altri attacchi

«Si sentono esplosioni a Odessa. La difesa aerea sta funzionando. Rimani al riparo». È l’appello lanciato alla popolazione nel tardo pomeriggio di ieri dai media ucraini.

I missili sarebbero partiti direttamente dalla Crimea, ma non ci sono ancora notizie di eventuali vittime o feriti. Nella giornata di ieri le truppe russe hanno anche tentato di accerchiare e prendere d’assalto Severodonetsk, la città più orientale del paese sotto il controllo di Kiev.

Il ministero della Difesa russo ha comunicato di aver distrutto un grande deposito ucraino di munizioni nella città di Kramatorsk, nell’est del paese. È stato reso noto anche l’abbattimento di due aerei ucraini nella regione di Luhansk.

Crimini di guerra

L’Italia manderà esperti interforze in Ucraina per aiutare nelle indagini sui crimini di guerra. Lo ha annunciato la ministra della Giustizia Marta Cartabia. L’impegno dell’Italia si somma a quello di altri paesi europei che hanno inviato team di esperti a Bucha e altri villaggi per raccogliere prove da consegnare alla Corte penale internazionale.

Nel frattempo, secondo il bollettino delle Nazioni unite i civili uccisi nel conflitto sono in totale 3.309, mentre i feriti sono 3.493.

 

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