- Da oggi la Finlandia non avrà più a disposizione le forniture di gas russo.
- L’amministratore delegato di Gasum, Mika Wiljanen, ha definito la notizia «deplorevole» e ha detto che i suoi clienti continueranno a ricevere il gas da altre fonti attraverso il Balticconnector, il gasdotto che collega Estonia e Finlandia entrato in funzione all’inizio del 2020.
- La Finlandia a differenza di tanti altri paesi europei, tra cui l’Italia, si è mossa per tempo prevedendo lo scenario peggiore. È riuscita, almeno stando a quanto dichiarato dalle autorità nazionali, a vanificare la “rappresaglia” energetica di Vladimir Putin dopo la consegna dei moduli di adesione alla Nato insieme alla Svezia.
Da oggi la Finlandia non avrà più a disposizione le forniture di gas russo. A dare l’annuncio è Gasum, l’azienda statale finlandese dopo che si è rifiutata di pagare in rubli il colosso energetico russo Gazprom per continuare ad avere il consueto approvvigionamento energetico.
L’amministratore delegato di Gasum, Mika Wiljanen, ha definito la notizia «deplorevole» e ha detto che i suoi clienti continueranno a ricevere il gas da altre fonti attraverso il Balticconnector, il gasdotto che collega Estonia e Finlandia entrato in funzione all’inizio del 2020.
«Ci siamo preparati attentamente a questa situazione e, a condizione che non ci siano interruzioni nella rete di trasporto del gas, saremo in grado di rifornire tutti i nostri clienti di gas nei prossimi mesi», ha detto Wiljanen.
Il punto di forza della Finlandia è che nonostante importi la maggior parte del suo gas da Mosca, questo rappresenta meno di un decimo del consumo energetico del paese. Ma all’interruzione del gas si somma anche quello dell’energia elettrica dopo che lo scorso sabato 14 maggio l’azienda russa Rao Nordic ha annunciato la sospensione delle sue forniture alla Finlandia. Un’interruzione dovuto a dei problemi con i pagamenti da parte dell’azienda finlandese Fingrid.
Anche questa decisione, però, non preoccupa il paese scandinavo, dato che solo il 10 per cento circa della sua elettricità proviene dalla Russia. La Fingrid ha annunciato che colmerà la mancanza di forniture elettriche importandone di più dalla Svezia e attingendo anche da altre fonti di energia rinnovabile. Inoltre, quest’estate, quando comunque gas ed energia elettrica sono richiesti di meno nel paese, è prevista anche l’apertura di una nuova centrale nucleare. Da giorni il reattore nucleare Olkiluoto 3 ha iniziato il periodo di prova e quando entrerà a pieno regime nei prossimi mesi sarà capace di soddisfare il 14 per cento della domanda nazionale di energia elettrica.
La Finlandia a differenza di tanti altri paesi europei, tra cui l’Italia, si è mossa per tempo prevedendo lo scenario peggiore. È riuscita, almeno stando a quanto dichiarato dalle autorità nazionali, a vanificare la “rappresaglia” energetica di Vladimir Putin dopo la consegna dei moduli di adesione alla Nato insieme alla Svezia.
Un processo burocratico che continua a incontrare l’opposizione della Turchia. Oggi i diplomatici dei due paesi scandinavi incontreranno il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per cercare di superare lo stallo. Secondo Erdogan la Svezia e la Finlandia ospitano nel loro territorio alcuni esponenti curdi del Pkk, un’organizzazione politica considerata terroristica da parte di Ankara e da Stati Uniti e Unione europea, e ai quali avrebbero inviato anche delle armi.
Il Consiglio d’Europa
Per la prima volta ieri si sono riuniti i membri del Consiglio d’Europa senza la Federazione russa che non fa più parte dell’organizzazione per i diritti umani dal 16 marzo 2022 dopo la decisione presa dal Comitato dei ministri in seguito all’invasione dell’Ucraina.
L’incontro si è tenuto ieri a Venaria (Torino) e si è concluso con l’adozione di un nuovo piano d’azione per l’Ucraina approvato dai 46 ministri degli Esteri che fanno parte del Consiglio d’Europa. Il testo prevede un supporto agli enti locali ucraini affinché riescano a continuare a far fronte alla crisi umanitaria. Sono quasi otto milioni gli sfollati interni che sono scappati da diverse città del paese in cerca di protezione in territori dove non ci sono i combattimenti.
Il piano prevede anche un sostegno ai media ucraini e al sistema giudiziario per poter continuare a operare nonostante le difficoltà economiche e logistiche dovute alla guerra. Per far fronte alla crisi, il Consiglio d’Europa punta a convocare un nuovo summit includendo i capi di stato e di governo, un evento eccezionale che si è verificato solo tre volte nella storia.
Guerra informatica
Oltre alla guerra sul campo, continua anche quella informatica. A partire dalle 22 di giovedì 19 maggio diversi siti di istituzioni italiane sono stati hackerati. A rivendicare i cyber attacchi è il gruppo russo Killnet che attraverso Telegram ha annunciato di aver colpito i siti web del Consiglio superiore della magistratura, dell’Agenzia delle dogane e dei ministeri di Esteri, dell’Istruzione e dei Beni culturali. Anche diversi siti di aeroporti italiani sono rientrati nell’”offensiva” informatica.
Le piattaforme sono state colpite con attacchi Ddos che hanno lo scopo di sovraccaricare i siti e mandarli in “down”, ovvero rallentarli oppure renderli inaccessibili.
La Polizia postale ha confermato gli attacchi e ha aperto delle indagini. «Anche questa volta c’è stata attenzione e reazione – ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini – la soglia è alta: è un tema fondamentale, che dà comunque il senso di tentativi di ingerenza e destabilizzazione anche nei messaggi che vengono dati all'opinione pubblica».
Parlando al Consiglio nazionale di sicurezza russo, il presidente Vladimir Putin ha dato l’ordine di «non utilizzare sistemi stranieri per la protezione delle informazioni a partire dal 2025», dopo che «sono stati effettuati gravi attacchi ai siti web ufficiali delle autorità». Attacchi che secondo Putin hanno preso di mira i mass media, le istituzioni finanziarie e reti di rilevanza sociale.
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