Qualche anno fa sarebbe stato impossibile vedere seduti allo stesso tavolo, in Israele, i ministri degli Esteri di Emirati Arabi Uniti, Marocco, Bahrein e il segretario di Stato americano Antony Blinken. Sono tutti attesi nel paese in questo fine settimana, ma Blinken, come ha annunciato la Casa Bianca, sarà impegnato anche in un tour fino al 30 marzo e visiterà Cisgiordania, Marocco e Algeria.

Le questioni sul tavolo

Al centro dell’incontro, che si terrà nelle giornate di domenica e lunedì ed è presieduto dal primo ministro Naftali Bennett, c’è anche la guerra in Ucraina.

Il leader israeliano è tra i più attivi nel campo delle mediazioni e dal 24 febbraio a oggi ha avuto diversi colloqui telefonici con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente russo Vladimir Putin che ha anche incontrato a Mosca.

Durante l’incontro si parlerà anche di approvvigionamento energetico visto che nelle scorse settimane gli Stati Uniti hanno chiesto agli Emirati Arabi Uniti, così come ad altri paesi del Golfo Persico, di aumentare la loro produzione petrolifera per far fronte alla crisi energetica provocata dalla riduzione delle importazioni di gas russo in Occidente.

Sul tavolo delle discussioni il Marocco, invece, porterà le sue preoccupazioni sul rallentamento della produzione del grano, visto che come Tunisia ed Egitto gran parte delle sue riserve arrivano dai due paesi in guerra.

Inevitabilmente uno dei dossier più delicati è quello che riguarda l’accordo sul nucleare iraniano attualmente in discussione a Vienna. Israele ed Emirati Arabi Uniti si oppongono ma le trattative tra Washington e Teheran procedono spedite. Il governo di Tel Aviv è preoccupato che l’Iran venga accontentato su diverse richieste, tra cui c’è anche quella della rimozione dalla lista delle organizzazioni terroristiche le Guardie della rivoluzione islamica, impegnate in diversi scenari di guerra dalla Siria allo Yemen.

Un ex diplomatico israeliano citato dal New York Times afferma che durante il colloquio si parlerà anche di quello che è accaduto nel maggio del 2021 quando le tensioni a Gerusalemme, scoppiate a Sheikh Jarrah nel mese di Ramadan, hanno portato a un conflitto tra Gaza e Israele. L’obiettivo è evitare che possa riaccadere uno scenario simile il prossimo mese, visto che quest’anno la Pasqua si svolgerà in concomitanza con il Ramadan mese sacro per i musulmani che inizia il 2 aprile.

L’altro incontro

Nella giornata del 25 marzo il re della Giordania Abdullah II ha ospitato il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, il primo ministro iracheno Mustafa al Kadhimi e il principe ereditario di Abu Dhabi, Mohammed bin Zayed Al Nahyan, nella città di Aqaba. Secondo quanto riporta il Washington Post era presente anche un alto funzionario saudita. L’incontro si è focalizzato sulla risposta dei paesi arabi alla crisi alimentare ed energetica.

Il 22 marzo a Sharm el Sheikh, in Egitto, il generale al Sisi ha ospitato, in uno storico incontro, il premier israeliano Naftali Bennett e il principe ereditario di Abu Dhabi. Negli Emirati Arabi Uniti ha fatto visita il 18 marzo il presidente siriano Bashar al Assad, il più fedele anche se meno potente alleato di Vladimir Putin nell’area. Sintomo che le relazioni diplomatiche tra i due paesi si stanno normalizzando dopo la visita del ministro degli Esteri emiratino avvenuta lo scorso novembre a Damasco. Si tratta del primo viaggio di Assad, accusato anche di aver commesso diversi crimini di guerra, in un paese arabo dall’inizio della guerra civile scoppiata nel 2011. La situazione preoccupa anche gli Stati Uniti, che temono la riabilitazione del presidente siriano.

La regione del medio oriente è in fibrillazione: la guerra in Ucraina, gli Accordi di Abramo siglati nell’autunno del 2020 e la crisi energetica stanno dando vita a una nuova èra.

 

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