Hezbollah ha preso di mira aree di Israele collocate più a sud rispetto alla maggior parte dei suoi attacchi precedenti, un’altra linea rossa superata che risponde alla frustrazione di chi è stato duramente colpito dai raid israeliani e si sente indebolito nella sua posizione militare e politica ma che nel contempo rafforza i timori di un conflitto regionale più ampio.

Non a caso il Dipartimento di stato Usa ha rilasciato una dichiarazione allarmata: «In questo momento sono disponibili voli commerciali ma a capacità ridotta. Se la situazione della sicurezza dovesse peggiorare, le opzioni commerciali per partire potrebbero non diventare non disponibili».

Ma cosa sta succedendo? Secondo Haaretz «con l’avvicinarsi delle elezioni americane, l’amministrazione Biden è paralizzata di fronte all’escalation Israele-Hezbollah». Questo lascia aperta ogni possibilità di escalation.

Infatti mentre come riporta il Washington Post il premier Netanyahu si impegna a fare «tutto il necessario» per fermare Hezbollah e far rientrare gli sfollati nel nord, un portavoce di Hezbollah Hassan Fadlallah ha affermato alla Bbc che il conflitto tra il gruppo militante e Israele è ora entrato in una «nuova fase» e ha confermato che continueranno gli attacchi fino a quando non ci sarà un cessate il fuoco a Gaza.

Parlando al funerale di un membro di Hezbollah ucciso nell’attacco di venerdì, Fadlallah ha detto: «Tutte le opzioni sono sul tavolo, siamo pronti per qualsiasi scenario». Domenica c’è stata una massiccia ondata di missili lanciati da Hezbollah verso la bassa Galilea e le cittadine a nord di Haifa. Alcuni sono i feriti da schegge a Kiriat Bialik. C’è stato anche un lancio di razzi verso l’area di Tiberiade. Hezbollah ha rivendicato la responsabilità per l’attacco missilistico di domenica mattina nell’area delle Krayot, cittadine situate vicino a Haifa, dove alcune persone sono rimaste ferite, affermando di aver colpito una struttura appartenente all’azienda di difesa israeliana Rafael. Il lancio di razzi sarebbe la risposta alle esplosioni avvenute in Libano la scorsa settimana, che hanno ucciso oltre trenta membri del gruppo e ferito migliaia di altri miliziani.

Hezbollah afferma di aver colpito complessi industriali militari in Israele in risposta alle esplosioni di cercapersone e walkie-talkie dei giorni scorsi, che hanno provocato decine di morti e migliaia di feriti.

Il messaggio

«Abbiamo inferto a Hezbollah una serie di colpi che non immaginava. Se non ha capito il messaggio, vi assicuro che ora capirà. Siamo determinati a riportare i nostri residenti nel nord sani e salvi alle loro case. Faremo tutto il necessario per ripristinare la sicurezza», ha dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyahu commentando l’escalation al nord delle ultime ore. Hezbollah ha dichiarato di aver utilizzato, per la prima volta, i missili Fadi 1 e Fadi 2, insieme ai razzi Katyusha. La rete Hezbollah Al-Mayadeen ha riferito che il Fadi 1 ha una gittata di 80 km.

Il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il Libano Jeanine Hennis-Plasschaert ha avvertito di una «catastrofe imminente» in Medio Oriente, mentre aumenta la violenza tra Israele e Hezbollah. «Con la regione sull’orlo di una catastrofe imminente, non si può dirlo abbastanza: non esiste una soluzione militare che renderà più sicure entrambe le parti», ha affermato il coordinatore speciale. L’Ambasciata americana in Libano ha portato al massimo il livello d’allerta sul paese consigliando a tutti i cittadini Usa di non viaggiare in Libano per motivi di sicurezza.

Chiusa Al Jazeera a Ramallah

In nottata l’esercito israeliano ha fatto irruzione nella sede di Ramallah di Al Jazeera per notificare la chiusura per 45 giorni. L’ingresso dei militari negli uffici della Cisgiordania è stato testimoniato in diretta dalla stessa emittente qatariota. Al Jazeera ha denunciato l’irruzione “criminale” effettuata da Israele nel suo ufficio in Cisgiordania.

Herzog sui cercapersone

Il presidente israeliano Isaac Herzog, intervistato da Sky News britannica, alla richiesta di un commento sulle accuse rivolte a Israele riguardo alle esplosioni di cercapersone e walkie-talkie in Libano la scorsa settimana ha respinto ogni legame con tali operazioni, affermando: «Rifiuto categoricamente qualsiasi connessione con questa o quella operazione». Herzog non ha però indicato chi potrebbe essere l’esecutore delle esplosioni, limitandosi a osservare che Hezbollah «ha molti nemici»

© Riproduzione riservata