La Formula 1 e la Fia hanno diffuso un comunicato in cui assicurano che secondo le autorità governative saudite e le agenzie di sicurezza l’evento è sicuro. I ribelli Houthi avrebbero sganciato l’ordigno con un drone, colpendo un impianto petrolifero
Il Gran Premio di Formula 1 previsto per domani, 27 marzo, in Arabia Saudita si farà, nonostante un attacco missilistico dallo Yemen, dei ribelli Houthi, abbia colpito un impianto petrolifero a 20 chilometri dal circuito cittadino di Gedda. Lo hanno deciso la Fia, federazione automobilistica, e la Formula 1, dopo essersi confrontate con le squadre e i piloti. Ma durante l’incontro dell’associazione dei piloti sarebbe emersa la volontà di cinque tra questi di non correre: Hamilton, Russell, Alonso, Gasly e Stroll. Avrebbero poi sciolto le riserve.
- Oggi si terranno quindi le qualifiche, alle 18 ora italiana, mentre per domenica, alle ore 19, è previsto il Gran Premio. In un comunicato, la Formula 1 ha chiarito che le «autorità governative saudite e le agenzie di sicurezza hanno dato assicurazioni complete e dettagliate sul fatto che l’evento è sicuro».
- L’attacco è avvenuto ieri e ha provocato un grosso incendio e una densa colonna di fumo. Sembra che il missile sia stato sganciato da un drone, colpendo l’impianto della Saudi Aramco, la società statale saudita di idrocarburi, sponsor del Premio. L’odore di bruciato è stato sentito anche dai piloti.
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Il presidente della Fia, Ben Sulayem, ha rassicurato che «gli obiettivi degli attacchi sono le infrastrutture, non i civili né la pista» ed «è stato garantito che siamo in un posto sicuro per cui andiamo avanti». La guerra in Yemen, in corso da 7 anni, ha dato vita a una crisi umanitaria senza precedenti. I ribelli Houthi, appoggiati dall’Iran, combattono contro il governo appoggiato dall’Arabia Saudita e altri otto stati.
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