Dopo la telefonata tra Scholz e Putin, il presidente ucraino dichiara in un’intervista di voler porre fine al conflitto per vie diplomatiche. Intanto il cancelliere tedesco è nel mirino dell’opposizione conservatrice che lo accusa di aver contribuito alla propaganda di Mosca
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato di voler porre fine alla guerra nel suo paese nel 2025 con «mezzi diplomatici». «Dobbiamo fare tutto affinché questa guerra finisca l’anno prossimo. Dobbiamo finirla con mezzi diplomatici», ha detto il leader ucraino in un’intervista trasmessa alla radio ucraina.
Il segnale di Kiev
Un segnale importante che fa capire la situazione molto delicata di Kiev. Nello stesso intervento Zelensky ha comunque affermato di ritenere che il suo omologo russo Vladimir Putin «non vuole affatto la pace». Alla domanda sulle condizioni necessarie per l’apertura dei negoziati, Zelensky ha stimato che ciò sarà possibile solo se «l’Ucraina non sarà lasciata sola con la Russia» in un forte appello ai suoi partner occidentali.
«La posizione di Trump è molto importante, l’atteggiamento dell’America verso di noi è molto importante» e gli americani «oggi sono dalla parte di Kiev», ha aggiunto all’indomani della telefonata Putin-Scholz. Zelensky ha ringraziato su X la premier italiana Giorgia Meloni e il G7 per il sostegno al suo paese.
Il presidente ucraino ha ammesso anche che la situazione al fronte è «davvero difficile» e con una «lenta ma inesorabile pressione dei russi», le truppe ucraine che combattono in prima linea sono stanche.
Sono quindi possibili dei riposizionamenti, dei «passi indietro». Del resto la rotazione non può avvenire finché le brigate di riserva sono a corto di personale in armi ed equipaggiamento. Armi che non arrivano come promesso.
Opposizioni contro Scholz
Intanto il cancelliere tedesco Olaf Scholz è nel mirino dell’opposizione conservatrice tedesca che sabato lo ha accusato di aver contribuito alla “propaganda” di Mosca attraverso la sua telefonata al presidente russo. Vladimir Putin «prenderà il fatto che Scholz lo abbia chiamato più come un segno di debolezza piuttosto che di forza», ha detto alla radio tedesca Deutschlandfunk Jürgen Hardt, portavoce della politica estera del partito conservatore Cdu.
I democristiani hanno criticato il cancelliera per aver contribuito al «successo propagandistico» del Cremlino, per ragioni di politica interna tedesca.
Venerdì il cancelliere ha parlato telefonicamente con Putin per un’ora, per la prima volta in quasi due anni. Dopo il crollo della coalizione di governo la scorsa settimana, Scholz dovrà presentarsi per la rielezione il prossimo febbraio. Secondo gli ultimi sondaggi, il suo partito socialdemocratico, la SPD, ottiene il 15 per cento dei voti, molto dietro alla Cdu/Csu (32 per cento).
Il cambio alla Casa Bianca e la crisi politica a Berlino dopo l’uscita dalla coalizione dei liberali di Christian Lindner, ha spinto il cancelliere tedesco Scholz a giocare di anticipo prima che Donald Trump prenda il potere e si chiuda la finestra di opportunità di una iniziativa europea per la prima potenza economica del continente.
Molti commentatori, tra cui l’ex ambasciatore britannico a Kiev, hanno però criticato la mossa tedesca che avrebbe tolto Putin dall’isolamento e aperto il vaso di Pandora del “liberi tutti”. Altri, invece pensano che Scholz abbia scelto di muoversi per motivi di politica interna in sintonia con i Verdi che continuano ad appoggiare l’Ucraina ma vogliono aprire a una trattiva.
In questo quadro dopo due mesi di schermaglie fatte di mezzi annunci e smentite, alla fine la telefonata tra Vladimir Putin e Olaf Scholz c’è stata. La Germania è il secondo sostenitore finanziario e militare dell’Ucraina dopo gli Usa nonostante abbia rifiutato di fornire a Kiev i missili a lunga distanza Taurus.
I resoconti ufficiali descrivono uno scambio di opinioni duro («franco», nel linguaggio diplomatico usato dal Cremlino) che non sembra lasciare spazio a veri spiragli per la fine del conflitto in Ucraina in tempi brevi. La conversazione è stata resa nota sia da Berlino sia da Mosca.
Scholz ha anche sottolineato «la determinazione della Germania a sostenere Kiev per tutto il tempo necessario nella sua lotta difensiva contro l’aggressione russa». Putin ha ribadito le sue posizioni: un possibile accordo per la fine del conflitto deve «basarsi sulle nuove realtà territoriali», e sull’impegno ufficiale di Kiev a non entrare nella Nato. Silenzio sulle sanzioni occidentali ma intanto Gazprom ha chiuso i rubinetti del gas all’Austria.
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