L’estrema destra repubblicana in Texas ha subito una battuta d’arresto non riuscendo a sconfiggere alle primarie alcuni esponenti politici più moderati e più pro business, che sono sempre più a disagio con l’accento posto dal partito non più sull’economia, ma sulle guerre culturali con i progressisti.

E pensare che moderati come lo speaker della Camera statale Dade Phelan o il deputato al Congresso Tony Gonzales sarebbero stati catalogati senza problemi nel campo della destra conservatrice post bushiana che domina il partito repubblicano locale da anni.

Sia Phelan che Gonzales hanno sconfitto di misura ai ballottaggi delle primarie gli sfidanti venuti dall’estrema destra repubblicana dopo una durissima campagna elettorale, ma altri esponenti politici minori sono stati travolti dall’onda radicale.

In ballo c’è anche una legge controversa voluta dal governatore Greg Abbott che chiede di sostituire i finanziamenti alla scuola pubblica con dei voucher da dare alle famiglie, per mandare i figli dove desiderano, mettendo quindi gli istituti privati e religiosi sullo stesso piano di quelli finora finanziati dallo stato. Bisogna ripercorrere alcune tappe però.

Da decenni il Texas è una sorta di cartina di tornasole delle trasformazioni del partito repubblicano, sin da quando, alla fine degli anni Sessanta, aveva cominciato a raccogliere i democratici conservatori delusi dalle riforme progressiste degli anni precedenti che avevano rimosso il sistema della segregazione razziale e varato nuovi programmi di welfare destinati alle fasce più deboli della popolazione.

Questo nuovo partito era stato un pilastro decisivo per le fortune politiche della famiglia Bush, portando alla Casa Bianca sia il padre George Senior che il figlio George W.: retorica religiosa, attenzione al mondo degli evangelici e scetticismo sulle politiche green costituivano un originale mix politico che gli analisti catalogavano come destra conservatrice, anche se in parte era compassionevole.

E così si autodefinivano: “Compassionate Conservatives”. Poi, a partire dal 2006, si è posto l’accento sul porre limiti all’immigrazione illegale, un tempo vista quale benefica soprattutto per le imprese, e con l’affermarsi del trumpismo a livello nazionale questa è diventata la posizione standard di qualunque eletto repubblicano, anche in stati molto lontani dal confine con il Messico come il Kansas.

Adesso il partito repubblicano texano vuole andare oltre, sotto la guida dell’alleanza formata tra estremisti come il governatore Greg Abbott, il suo vice Dan Patrick e il procuratore generale Ken Paxton. Un paio di giorni fa è stata messa ai voti una nuova piattaforma programmatica che chiede di equiparare penalmente l’aborto all’omicidio, di dichiarare “abuso su minori” la transizione di genere, ma anche di mettere la Bibbia tra le materie d’insegnamento obbligatorie nelle scuole e infine di rivelare tutti i segreti “sull’esistenza degli Ufo”.

Ci sono iniziative palesemente antidemocratiche come quella che imporrebbe ai candidati per le cariche statali di vincere almeno la metà delle contee, ben sapendo che la maggioranza della popolazione vive in solo sette contee su 254 totali. Una misura che quindi ridurrebbe a zero la possibilità per i candidati democratici di vincere in futuro. Per attuare questo progetto, però, il governatore Abbott voleva far fuori attraverso le primarie i candidati contrari a questo nuovo corso e al suo piano di togliere i finanziamenti alla scuola pubblica. In totale, ben quindici candidati sono stati sconfitti nel secondo turno delle primarie interne.

Hanno resistito però un paio di candidati di rilievo: in primis, lo speaker della Camera statale Dade Phelan, particolarmente inviso a Paxton per aver condotto il processo di impeachment nei suoi confronti lo scorso anno per malversazioni varie, procedimento da cui è uscito solo grazie all’aiuto fornito da Dan Patrick, che, come vicegovernatore, è anche presidente del Senato.

Dietro Phelan si sono radunati alcuni grandi nomi della vecchia guardia, come lo stratega di Bush Junior Karl Rove, l’ex governatore Rick Perry e l’ex senatrice Kay Bailey Hutchinson, che hanno contribuito a far sì che prevalesse sul suo avversario Matt Covey, un completo neofita della politica di trentaquattro anni. Anche il deputato Gonzales, “colpevole” di aver votato un disegno di legge a difesa del matrimonio egualitario e di aver contribuito a scrivere un provvedimento per il controllo delle armi d’assalto, ha sconfitto l’avversario per 407 voti, la star di YouTube Brandon Herrera, che gestisce un canale dedicato proprio a fucili e pistole.

Pur avendo provato la propria forza, gli estremisti texani non hanno ancora il pieno controllo del partito grazie a un elettorato che non vede di buon occhio il clima costantemente avvelenato. Se n’è accorto anche l’ex presidente Donald Trump, che a sorpresa ha dichiarato il suo sostegno all’avversario alle primarie repubblicane del deputato Bob Good della Virginia, leader della corrente radicale del Freedom Caucus. Anche i trumpiani, dunque, con l’avvicinarsi del voto, tentano di spostarsi al centro.

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