Un grande incendio è divampato in una sinagoga a Melbourne nella serata tra giovedì e venerdì. Le forze dell'ordine hanno riferito in un comunicato che «nessuno è rimasto ferito, anche se l'edificio ha subito danni significativi». Sul posto sono intervenuti circa sessanta vigili del fuoco e 17 camionette. Al momento sono in corso le indagini della polizia che è alla ricerca di due persone. 

Un membro del consiglio della sinagoga, Benjamin Klein, ha detto ai media australiani che alcuni fedeli stavano pregando all'interno dell'edificio quando è scoppiato l'incendio e «hanno sentito dei forti colpi» dopo che è stato versato del liquido e dato alle fiamme. «Se ciò fosse accaduto un'ora dopo, ci sarebbero state centinaia di persone all'interno», ha aggiunto. I fedeli sono riusciti a scappare dal retro della sinagoga.

Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha definito l’accaduto una «violenza, intimidazione e distruzione in un luogo di culto, un oltraggio». Ed ha aggiunto che «l'antisemitismo non ha assolutamente posto in Australia. Questo attacco ha messo a rischio delle vite ed è chiaramente mirato a creare paura nella comunità. Le persone coinvolte devono essere catturate e affrontare tutta la forza della legge».

Per il ministro federale dell'istruzione, Jason Clare, è «abbastanza chiaro» che l'incendio sia stato appiccato di proposito. Lo ha definito «un deliberato atto di violenza, un attacco a un luogo di culto».

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